sabato 9 luglio 2011

Poesie


Senza cappotto,nell'aria di gelsomino mi perdo nella passeggiata serale
respirando,avido e prostrato,fino a non esistere,a essere febbre nell'aria,
la pioggia che germoglia e il sereno che incombe arido su asfalti,fanali,
cantieri,mandrie di grattacieli,piene di sterri e di fabbriche,incrostati di buio e di miseria....
Sordido fango indurito,pesto,e rasento tuguri recenti e decrepiti,ai limiti di calde aree erbose...
Spesso l'esperienza espande intorno più allegria,più vita,che l'innocenza:ma questo muto vento
risale dalla regione aprica dell'innocenza....L'odore precoce e stento di primavera che spande,scioglie ogni difesa nel cuore che ho redento con la sola chiarezza:antiche voglie,smanie,
sperdute tenerezze,riconosco in questo smosso mondo di foglie.
Le foglie dei sambuchi,che sulle rogge sbucano dai caldi e tondi rami,tra le reti sanguigne,tra
le logge giallognole e ranciate dei friulani vecchi,allineati in spoglie prospettive contro gli
spogli crinali montani,o in dolci curve lungo le festive chine delle prodaie....
Le foglie dei ragnati pioppi senza un brivido ammassati in silenziose folle in fondo ai deserti
campi di medica;le foglie degli umili alni,lungo le zolle spente dove le ardenti pianticine lievita
il frumento con tremolii già lieti;le foglie della dolcetta che copre tiepida l'argine sugli arazzi d'oro dei vigneti.Ti ricordi di quella sera a Ruda?Quel nostro darsi,insieme,a un gioco di pura passione,misura della nostra cruda gioventù,del nostro cuore ancora poco più che puerile?
Era una lotta bruciante di se stessa,ma il suo fuoco si spandeva oltre noi;la notte ricordi?
Ne era tutta piena nel fresco vuoto,nelle strade percorse da frotte di braccianti vestiti a festa,di ragazzi venuti in bicicletta dai borghi vicini,e la mesta,quotidiana,cristiana,piazzetta
ne fiottava come in una sagra.Noi,non popolani,nella stretta del popolo contadino,della magra folla paesana,amati quanto ci ardeva l'amare,feriti dall'agra notte che era loro,del loro stanco
ritorno dai campi nell'odore di fuoco delle cene....Uno a fianco all'altro gridavamo le parole
che,quasi incomprese,erano promessa sicura,espresso,rivelato amore.
E poi le canzoni,i poveri bicchieri di vino sui tavoli dentro la buia osteria,le chiare faccie
dei festeggeri intorno a noi,i loro certi occhi sui nostri incerti,le scorate armoniche e la bella bandiera nell'angolo più in luce dell'umido stanzone.


Quadri friulani Prima parte


Pier Paolo Pasolini

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