mercoledì 13 luglio 2011
Cinema
Anna ha una vita come tante altre. Ha un buon lavoro in cui è apprezzata e ha un compagno da qualche anno, Alessio, che l'ama e con cui conduce un menage tranquillo al punto di poter accarezzare l'idea di smettere di prendere la pillola e avere un figlio. Un giorno però a una festa incontra un cameriere, Domenico. Lo rivede perché è venuto a recuperare un coltello dimenticato e da quel momento per entrambi il desiderio non è più contenibile. Domenico è sposato e ha due figli piccoli. Non c'è un posto in cui i due possano incontrarsi liberamente e allora la scelta obbligata diventa il motel. Per due ore, la sera del mercoledì quando lui dovrebbe essere in piscina per un corso da subacqueo. Fare equilibrio tra passione e vita di tutti i giorni non è però un'impresa facile.
Silvio Soldini torna ad affrontare il tema delle relazioni uomo-donna con coerenza anche se apparentemente ribaltando la prospettiva rispetto al precedente Giorni e nuvole . In quel caso il contesto economico–sociale era evidenziato sin dall'inizio con la perdita del lavoro mentre qui emerge pian piano. L'amore al calor bianco che travolge Anna e Domenico (e con loro, anche se in maniere diverse, anche i reciproci contesti familiari) non interessa al regista e agli sceneggiatori di per sé (sarebbe una storia già ultra nota) ma contestualizzato in un mondo in cui le certezze di un tempo sono state messe profondamente in crisi.
Anna e Domenico non possono astrarsene nel loro rifugio con specchi del motel. I corpi che si sono donati reciproco piacere credendo di poter chiudere il mondo fuori in realtà lo hanno portato con sé (e lo faranno anche se lontani fisicamente da quella Milano in cui Soldini torna a girare dopo lunga assenza). La macchina da presa li segue e li comprende così come comprende Alessio nella sua tenace difesa del rapporto con Anna barricato dietro un quieto e determinato non voler sapere. Comprende anche Miriam, la moglie di Domenico, incapace invece di chiudere gli occhi dinanzi all'evidenza e in costante, quotidiana lotta contro la precarietà economica.
E' uno sguardo in ricerca quello di Soldini e il suo cinema si rivela, come un sismografo dei sentimenti, capace di registrare le scosse dirompenti così come i più piccoli sussulti, magari provocati da un rumore fuori campo. Perché fare del bene a se stessi, come Anna e Domenico vorrebbero, senza fare del male agli altri (ciò che si desidererebbe restasse fuori campo) è una delle imprese più difficili da compiere.Ottime le interpretazioni di tutto il cast,ma per me spicca senz'altro la Rohrwacher in un ruolo difficile per complessità e capacità di dare diverse sfumature a tutte le emozioni della protagonista.Bravo anche Favino,anche se la sua fisicità secondo me stona un po'nell'armonia del racconto,ma forse si è voluto di proposito nello script dare quell'impronta "animalesca"che rendesse la storia più credibile.Un solido film italiano.
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Un film che ho dovuto vedere due volte: ero perplessa. La critica e conoscenti ne parlavano benissimo, a me non è piaciuto molto. Mi aspettavo di trovare il Soldini di “Pane e Tulipani”, forse per questo sono rimasta un po'delusa, oppure è la storia: una vicenda quotidiana di esistenze normali scandite dal lavoro, dal mutuo, dai soldi che non bastano mai. L'analisi di ciò che potrebbe succedere a ognuno di noi, in qualsiasi momento, quando la vita decide di sconvolgere gli equilibri mettendo a dura prova la ragione e i sentimenti. “Quanto saremmo disposti a rischiare per amore? Quanto e cosa saremmo disposti a sacrificare? Mogli, compagni, lavoro, figli, sogni... riusciremmo a mandare, davvero, tutto all’aria in nome dell’Amore?”
RispondiEliminaUn film lento e intimista, nudo realismo, stile asciutto. Il banale ha il sapore della vita. Forse … arriva al cuore lasciando un po’ di angoscia. Bravissimi Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino. Bellissime e molto intense le scene di sesso. Soldini inquadra i volti dei due amanti ed emerge l’anima. Attimi di emozione. Un film che non mi ha appassionato. Non è riuscito a entrarmi dentro. Mi aspettavo qualcosa di più, sinceramente.
Sicuramente "Pane e Tulipani"ha un equilibrio,quel tocco magico,che in questo film non c'è.Forse quello che sconvolge di più è che è una storia minimalista,uno spaccato di vita quotidiana dove la solidità degli affetti e dei sentimenti viene rovesciata per inseguire quel qualcosa che manca.Da qui forse il senso di angoscia sottolineato da te,i protagonisti sono sempre insoddisfatti,sempre alla ricerca di una parte di sè che vorrebbero trovare nell'altro e che poi non trovano perchè probabilmente quello che manca loro è un'armonia interiore e non tanto una sollecitazione dall'esterno.
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