domenica 10 luglio 2011
Cinema
Uno dei più bei film mai fatti sul disagio mentale.Dennis è un bambino chiuso,che vede il rapporto tra i suoi genitori sempre più scollarsi,che costruisce con sottili fili di spago nella sua stanza dei fili intrecciati,tanto che la madre lo soprannominerà Spider,Ragno,perchè tesse quasi delle ragnatele.Seguiamo Dennis nel suo viaggio all'interno dei suoi ricordi,da adulto,finisce in una squallida pensione per persone con disagi mentali in attesa di riabilitazione e qui inizia il suo percorso alla ricerca dei luoghi di quando era bambino,dei suoi genitori,in un viaggio più interiore che esteriore,in una dimensione che non ha nulla a che vedere con quella spazio-temporale ma che segue una non logica di una mente schizofrenica,che non riesce a distinguere la realtà dall'allucinazione,i fatti veri da quelli immaginati.E' come immergersi in un fondale dove non sai mai cosa potrai scoprire,e in effetti tutti gli avvenimenti,davvero minimi,più che far intuire una storia,permettono allo spettatore di "sentire"e "pensare"come pensa Dennis.Si cerca di intuire i suoi scarabocchi indecifrabili sul suo taccuino di appunti,si cerca di intuire il senso delle sue azioni,si cerca di capire il perchè del suo disagio,ma alla fine non c'è nessun perchè,c'è solo una "dimensione diversa"della mente di Dennis rispetto a quella che ci si attende da un cosiddetto "normale".Si ritrovano in questo film tutti i caratteri tipici del cinema di questo straordinario regista,dall'analisi di dimensioni interiori "diverse"dei suoi personaggi,dall'ambivalenza tra realtà e finzione,dall'ossessiva ricerca di sè e del proprio passato,dall'identità persa e ritrovata o mai più riabbracciata,dal senso di solitudine che quasi sempre corrode l'anima dei suoi personaggi,al dolore,quasi fisico,che lo spettatore prova sentendo le sue storie,più che vedendole.Il cinema di Cronenberg è uno dei pochi che va al di là del solo senso visivo,ma coinvolge tutti i sensi,è una esperienza totale,puoi sentire il battito d'ali de "La mosca",puoi odorare il gas che ucciderà sua madre in "Spider",puoi vedere le macchine scontrarsi in "Crash",puoi toccare lo schermo che inghiotte in "Videodrome",ma più di tutti è la "percezione",per me,la chiave che apre le porte di tutti i suoi film.Straordinaria l'interpretazione di Ralph Fiennes,con il suo senso di spaesamento,riesce in maniera sorprendente a mostrarci realtà e allucinazione allo stesso tempo,riesce ad essere catatonico e lucido,bambino e adulto,giudice e imputato,luce ed ombra di sè stesso.Grande anche Gabriel Byrne nella parte del padre,ed eccellente Miranda Richardson nella doppia parte della madre e della prostituta.
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