mercoledì 20 luglio 2011

Cinema


Un film particolarissimo e molto originale nel tema trattato:il rapporto che ognuno ha con la spiritualità.Viene osservata una tipica famiglia americana.Lui è il pater familias pratico,organizzato,che legge molto,che studia sempre,che è sempre informato,che attraverso la conoscenza cerca di alimentare la sua parte di spiritualità.Un modo anche per sfuggire la routine quotidiana e da questi interessi approderà alla curiosità per i campionati nazionali di ortografia ai quali iscriverà sua figlia piccola,e che sarà una sorta di "transfert"per trasferire su di lei questo "metodo"per raggiungere la propria armonia interiore.La madre ha sempre inseguito l'affetto dei genitori,mai ricambiato,e cosi vaga alla ricerca di cose luminose,che ruba anche in case altrui,per creare il proprio "altare votivo"ed avere un luogo dove ritrovare la pace interiore che nella vita quotidiana non riesce ad avere,tanto che alla fine si aggrapperà più a questa "realtà interiore"per sfuggire la quotidianità che asciuga l'anima.Il figlio più grande la sua spiritualità la ricerca frequentando un gruppo di buddisti,imparando l'arte della meditazione e dei mantra e trovando l'armonia con una ragazza che sta facendo la sua stessa ricerca spirituale.All'interno di queste ricerche,tutte interiori,si snodano conflitti,accuse,discussioni,si prova un senso di sfaldamento della famiglia che viene sempre ricomposto all'ultimo momento.E' tutto sempre in bilico,prevarrà il senso del collettivo,della famiglia,o la ricerca deve essere un percorso personale staccato dalla realtà?La sequenza finale dà la risposta a questa domanda sciogliendo tutti i dubbi e gli interrogativi che lo spettatore si pone e lo fa in maniera molto delicata e direi poetica.Un gran bel film,con eccellenti interpretazioni di Richard Gere e Juliette Binoche,ma anche dei piccoli Flora Cross e Max Minghella,che rivelano uno straordinario talento espressivo,soprattutto la Cross.

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