martedì 31 dicembre 2013

Pensieri


Poesie






Meditazioni di mezzanotte



Esseri umani, Voi lasciate sgomenta la mia anima
Nell’ora in cui le ombre mi assediano! -
Non con i vostri splendori rilucenti
Sprofondate l’essere mio in un’agitazione senza requie,
Non in quanto aspiranti
A demoniaca sottigliezza,
Non con la meschina desolazione che vi pervade,
Non con i nefasti insegnamenti che impartite,
Non con le false prediche che dispensate,
Non con le banalità
E immoralità,
Non con la temerarietà,
Non con il sinistro e funesto condurvi;
Ma con la vostra follia
Che riveste e cela lucide malvagità,
Agendo voi come burattini
Assoggettati alla signoria del Tempo,
Ai colpi dell’avversa Fortuna;
In superstizioni
E ambizioni
Opachi alla saggezza;
Cecità, o sistema,
Condotto da assoluta insensatezza
E da assenza di ragione
Verso l’abisso dell’Assurdo
E verso l’orrido tradimento di sè.......
Dio, rivolga Egli il suo sguardo a voi,
E abbia pietà delle anime vostre!



Thomas Hardy

Canzoni


sabato 28 dicembre 2013

Fotografia






Foto di Ker Than

Scienza


Canzoni


Film








In missione a Istanbul per conto della Regina, della Patria e di M, James Bond deve recuperare un file prezioso che contiene i nomi degli agenti infiltrati del MI6. Finito nelle mani di un killer professionista, Bond lo insegue cadendo sotto i colpi del fuoco amico. Precipitato e disperso dentro una cascata, Bond viene dichiarato morto e compianto in un formale necrologio. A redigerlo è M, che lo ha sacrificato senza riuscire a recuperare il maltolto. Pubblicate su internet le identità degli agenti operativi, M è chiamata a rispondere della questione e della sua gestione davanti al governo britannico che vorrebbe le sue dimissioni. Bond, intanto, sopravvissuto alla ‘caduta’ e alla inoperosità, è richiamato a Londra e al dovere da un attentato gravissimo alla sede del MI6. L’obiettivo è M, il criminale è Silva, un ex agente ‘venduto’ e torturato che ha coltivato la vendetta e adesso chiede il conto al suo ex direttore. Figli putativi della stessa M(adre), Bond e Silva si confronteranno a colpi di pistola, fino a esplodere o a implodere il loro passato.
Dopo essere caduto dal cielo e dopo essersi rialzato dal fondo, James Bond si accomoda davanti a un quadro di William Turner, esposto con orgoglio alla National Gallery, perché quel dipinto rappresenta “La Valorosa Témériere” rimorchiata lungo il Tamigi e destinata alla demolizione. Una combattente temeraria che ha vinto la tracotanza di Napoleone e adesso scivola adagio verso il tramonto. Il suo e quello dell’epoca che l’ha vista eroica. Nella fruizione museale di Bond c’è l’essenza, il senso e il valore di Skyfall, ventitreesimo film della serie diretto da Sam Mendes, che riazzera il personaggio fino a ‘ucciderlo’, rifondando l’archetipo e avviandone biografia e serialità autoriali. Se con Martin Campbell Bond ricominciava dal doppio zero, con Mendes riparte da zero e da una mestizia, una sensazione densa di pena, affetto e responsabilità, derivata dalla vulnerabilità di M, ‘madre’ ideale e onnipotente minacciata da un figliolo tutt’altro che prodigo. Il cattivo di Javier Bardem, doppio oscuro di Bond e nemesi filiale di M, è l’ennesimo megalomane della saga che pratica il delirio gettando l’ordine tranquillo del mondo nell’angoscia. Nella testa e dietro lo sguardo di Mendes, quel mondo e quell’angoscia si fanno assolutamente personali, convertendo il conflitto internazionale in un dramma ‘familiare’. Il corpo materno di M, fonte aspra di insegnamenti e conflitti per Bond, viene sconvolto da una minaccia abnorme e traumatica che occupa abusivamente la scena di un legame storico, professionale, emotivo, affettivo. La vita di M è letteralmente nelle mani dell’agente di Fleming, la cui incolumità pone a Bond il problema delle sue radici, della sua provenienza e dell’impossibilità che possano costituire un terreno solido, sicuro e al riparo dall’imprevedibilità della vita. È a questo punto che il regista inglese introduce un discorso sulla tradizione, sugli echi, sul ‘marchio’, che mentre celebra i cinquant’anni di vita cinematografica di Bond produce una separazione irreversibile col passato, mai riducibile per Mendes a meri citazionismo e collezionismo. Per questa ragione l’Aston Martin DB5 argentata e armata di Sean Connery, infila di nuovo la strada e l’avventura, trattenendo romanticamente l’aura dei Bond che furono, simbolizzando una discendenza con l’agente di Daniel Craig, dando corpo (e motore) a una memoria collettiva. Antropomorfizzata, l’Aston Martin partecipa al destino di Bond e di M contro un villain ossigenato e incapace di guarire. Si chiudono invece le cicatrici di Bond, che lascia andare e si libera perché altrimenti sarebbe impossibile continuare. Quietati lutti, ombre e fantasmi, James Bond emerge dalla staticità iconica e dall’immodificabilità del passato, smantellando le spoglie epiche dell’oggetto perduto e reintegrando, rinnovati, Q e Miss Moneypenny. Al Silva superbamente eccentrico e decentrato di Bardem, agente di un mondo che non c’è più e da cui dipende patologicamente, non resta che la nevrosi e l’irriconoscenza del debito simbolico con M, vecchia e valorosa ammiraglia destinata alla ‘rimozione’. La trasmissione, nel Bond di Mendes, si realizza sullo scarto, sul resto di corpo, di carne, sull’oggetto museale (quadro o automobile). Perché in quel residuo c’è ancora tantissima vita da accogliere e perseverare dentro un’altra segretissima missione. Dentro al corpo, ieri pesante, oggi bolla di leggerezza, di Daniel Craig.

Fiction







La fiction fa parte del ciclo "Storie dei Santi" ed è momentaneamente, l'ultima di questo ciclo ad esser stata prodotta. Racconta le vicende di Francesco, figlio di Pietro di Bernardone, commerciante di stoffe. La storia inizia nel 1198, quando Assisi e i suoi abitanti borghesi creano scompiglio, facendo crollare la supremazia dei nobili, sempre meno ricchi e potenti. È proprio in quest'occasione che Francesco "conosce" Chiara. Dopo il ritorno dei nobili in città, che intanto eran fuggiti a Perugia, Francesco attraversa un momento di crisi: da cavaliere diventa il più povero di tutti, in quanto il Crocifisso glielo ha chiesto; diede prova di questa sua totale obbedienza al Signore spogliandosi davanti a tutti. Ben presto anche Chiara seguirà il suo esempio, ma Francesco, in un certo senso le impedirà di diventare frate, così lei si chiuderà in un convento, anche per evitare di sposare un uomo per allargare le alleanze della famiglia, ma soprattutto, perché glielo ha chiesto Lui. Francesco intanto compie il suo dovere, gli uomini che seguono il suo modello di vita sono sempre più in tutto il mondo e viene il momento in cui è costretto ad andare in Terra Santa ad annunziare il messaggio di pace di Gesù al Sultano per concedere i luoghi sacri di Betlemme, Gerusalemme e Nazareth ai cristiani. Ma i cristiani rifiuteranno questa richiesta di pace e così scoppia una nuova Crociata. Sulla strada del ritorno, Francesco ed Illuminato si fermano a Greccio dove "mettono insieme" quello che sarà il primo presepe nella storia della Chiesa cristiana, Chiara, improvvisamente si riprenderà dal terribile malore che l'ha colta poche settimane prima ed ecco che le sue consorelle sono spettatrici e testimoni di un grande miracolo. Francesco, più tardi, torna ad Assisi, dove sarà invitato, seppur con forza, a scrivere la "Regola" tanto voluta dai suoi confratelli per stabilire esattamente quale debba essere il loro modello di vita, che si attenga a quanto scritto nel Vangelo, dove riceverà il massimo segno mistico del Signore (le stimmate) e dove morirà nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 1226.

Serie Tv





La quarta stagione è davvero nel pieno della fantasia creativa degli autori.Viene sviluppata la trama dei due universi,in più si inserisce il pazzo di turno che vuole distruggerli entrambi,Jones,e usa tutti gli strumenti possibili e immaginabili e quasi ci riesce,fino al colpo di scena dell'ultimo episodio di questa serie che è davvero fantastico.Credo che dopo Ai confini della realtà e X-Files questa sia la serie di fantascienza più originale e meglio riuscita degli ultimi anni.

Poesie


Canzoni


Pensieri







La nostra vita è la conseguenza dei nostri pensieri.


Marco Aurelio

Film







Questo film mi ricorda "Oltre il giradino",una bellissima pellicola di Ashby,dove un illustre sconosciuto tutto ad un tratto e per una serie di equivoci diventa,grazie alla sua semplicità e alla sua saggezza,amico intimo del Presidente degli Stati Uniti d'America.Qui c'è una vicenda analoga.Il segretario di un grande partito di sinistra,ormai spento e disamorato dalla politica,di colpo decide di riprendersi il suo tempo e svanisce nel nulla.Panico tra i suoi collaboratori,nel partito,tra l agente.Ma ecco la trovata del suo più fidato collaboratore,sostituirlo con il suo fratello gemello.Peccato che questi sia internato in un manicomio per evidenti disturbi della personalità,ma davanti alla catastrofe non si può andare tanto per il sottile.E inizia cosi la sostituzione di persona,cosa che comporta un vero cataclisma sia nell'ambito familiare del segretario,che nel partito e tra l agente perchè il fratello gemello è l'esatto contrario di suo fratello,è schietto,mordace,cita i classici,gli haiku,detesta il conformismo,dice sempre quello che pensa,è allegro,è una figura vivida che subito trasmette simpatia e questo coglie di sorpresa tutti.Intanto il segretario è fuggito in Francia dove ha ritrovato una sua vecchia fiamma,qui ritroverà oltre lei anche sè stesso,il suo tempo,e la dimensione a lui più congeniale.E' uno di quei piccoli grandi film che ti sorprendono per il dosaggio perfetto degli elementi che lo compongono,sceneggiatura eccellente,regia sobria,interpretazioni magnifiche,dialoghi sempre originali,un film che vuole esaltare la semplicità e la verità e distruggere il conformismo,le manovre di poterela retorica,le bassezze,i compromessi.Nella sua semplicità è un film raffinatissimo,molto più politico di tanti altri film strombazzati di recente,perchè arriva al cuore del problema,alle persone,e fa capire che solo da ciò che si ha dentro può partire una vera azione che riguarda la collettività.

venerdì 27 dicembre 2013

Canzoni


Poesie








T'abbraccerò
d'istanti, di tempo.
Aprirò ogni porta
con un unico intento.
Cercarti da dentro
avvolgerti davvero
e riempire di colori
ogni tuo nero.
T'abbraccerò di adesso,
di allora, di poi
disegnerò di sorrisi
l'essere noi.
E saprò aspettare
ogni onda del mare,
ogni folata di vento,
per raccontarti sempre
quello che sento.
T'abbraccerò
di notte, di giorno
sarà sempre un ritorno,
di quelli che sanno
scordare l'affanno.
Vedrò nel buio più scuro
il tuo sguardo sicuro
e percepirò ogni rumore
scivolando silenziosa
sopra il tuo cuore.

Gaëlle © 2013

Canzoni


Film








Questo film è un viaggio.Un viaggio all'interno di diversi mondi.C'è lo "zoo umano"con tutta la sua fauna,con richiami moraviani al capolavoro "Gli Indifferenti".C'è l'ambientazione,con una Roma massicciamente presente,quasi fisica,con i suoi palazzi antichi che nascondono principi decaduti,donne sole in cerca dell'avventura di una notte,appartamenti con viste spettacolari per personaggi che neanche sanno più ammirarla.C'è la storia principale di uno scrittore che non scrive più,ma osserva,osserva molto,giudica,riflette,pensa,si aggira come un fantasma nelle vite altrui.E' solo lui che più si avvicina alla ricerca di quella bellezza che campeggia nel titolo,ma il suo sguardo disincantato,obnubilato dal risucchio cimiteriale della mondanità,ormai non vede altro che disfacimento,morale,etico,umano.Tenta in tutti i modi una domanda "Cosa c'è di spirituale?",la fa ad un cardinale troppo preso dalle feste in giardino e le ricette di cucina,la fa ai compagni di feste dove regna il nulla più assoluto,la fa soprattutto a sè stesso senza riuscire mai a trovare la risposta.L'unica figura del film che risponde e che fa da contraltare all'esaltazione della ricchezza sfrontata,alla falsità assurta a verità,alla noia del vivere,allo slittamento verso le umane debolezze,è quella della "santa",che inzialmente sembra essere inserita nel film quasi con una sorta di ghigno malefico,per sbattere in faccia ai vari personaggi la loro insulsaggine.Sembra più una macchietta che una figura vera e propria,ma l'unidimensionalità cede subito il passo al vero messaggio di questa figura,e cioè che esiste speranza solo nella verità,e che la vera,unica,grande bellezza è quella interiore,da ricercare e coltivare con sacrificio,con sudore,con lacrime,annullando la parte di sè incline ai compromessi,alle facili voluttà.La Santa mangia pochissimo,dorme per terra,sale la scalinata santa in ginocchio pur essendo anziana in segno di devozione.Genera un contrasto cosi forte rispetto alle altre figure che lei è come luce davanti ad ombre oscure.La sceneggiatura è perfetta nella sua essenzialità,e cosi le inquadrature,le sequenze,la colonna sonora,le interpretazioni magnifiche come quella di Servillo,ma anche quelle dolorose ed addolorate di Verdone e della Ferilli,il volto e il corpo irriconoscibili di Serena Grandi,la nervosa solitudine di Isabella Ferrari,tutti perfettamente inseriti e calibrati nella messinscena cinematografica.Oltre due ore di film che non stancano mai,ma che invitano ad ulteriori visioni alla ricerca di altri significati sfuggiti in prima battuta e soprattutto per il godimento dello spettatore davanti ad un opera che è "grande cinema".

giovedì 26 dicembre 2013

Pensieri










« Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi' Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore' et ringratiate et serviateli cum grande humilitate »



San Francesco d'Assisi

venerdì 20 dicembre 2013

Pensieri







Dice un poeta: "Il guerriero della luce sceglie i propri nemici."
Egli sa di che cosa È capace, non ha bisogno di andare in giro a parlare delle proprie qualità… e dei propri pregi. Eppure, compare continuamente qualcuno che vuole dimostrare di essere migliore di lui.
Per il guerriero non esiste "migliore" o "peggiore": ognuno possiede i doni necessari per il proprio cammino individuale.
Ma certuni insistono. Provocano, offendono, fanno di tutto per irritarlo. In quel momento, il cuore gli dice: "Non accettare le offese: esse non aumenteranno la tua abilità…. Ti stancherai invano.
Un guerriero della luce non perde il proprio tempo ascoltando le provocazioni: ha un destino che deve essere compiuto.
Il guerriero della luce ha sempre ben impresso nella mente un brano di John Bunyan: "Benchè  abbia passato tutto quello che ho passato, non mi pento dei problemi che mi sono creato, perché‚ mi hanno portato fin dove desideravo arrivare. Adesso, tutto ciò che possiedo È questa spada, e la consegno a coloro che vogliono procedere nel proprio pellegrinaggio. Porto con me i segni e le cicatrici dei combattimenti: sono le testimonianze di ciò che ho vissuto, e le ricompense per quello che ho conquistato.
"Sono questi segni e queste cicatrici amate che mi apriranno le porte del Paradiso. C'È stato un periodo in cui vivevo ascoltando storie di eroismo. C'È stato un periodo in cui vivevo solo perché‚ avevo bisogno di vivere. Ma adesso vivo perché‚ sono un guerriero, e perché‚ voglio trovarmi un giorno in compagnia di Colui per cui tanto ho lottato." Nel momento in cui comincia ad avviarsi, un guerriero della luce riconosce il Cammino.
Ogni pietra, ogni curva, gli danno il benvenuto. Egli si identifica con le montagne e i corsi d'acqua, scorge parte della propria anima nelle piante, negli animali e negli uccelli della campagna.
Allora, accettando l'aiuto di Dio e dei Suoi segnali, si lascia condurre dalla propria Leggenda Personale verso le incombenze che la vita gli riserva.
Alcune sere non ha un posto dove dormire, altre soffre d'insonnia. "Questo È coerente," pensa il guerriero. "Sono io che ho deciso di procedere lungo questa strada."


Paulo Coelho

Scienza


Film







Divorziato che vive (quasi felicemente) da solo ospita un amico, ancora dolorante per la sua recente separazione, ma la convivenza si trasforma in una specie di matrimonio di cui ha gli inconvenienti più che i vantaggi. Scritto da Neil Simon che adattò un suo grande successo (1965) di Broadway, è il raro caso di una commedia che migliora passando dal palcoscenico allo schermo.Ritmo,battute a raffica intelligenti e divertenti,interpretazioni sublimi da parte di Matthau e Lemmon,regia eccellente di Saks,un film godibilissimo che a 45 anni di distanza è ancora fresco e pimpante come fosse stato girato ieri.

Canzoni


Film















Per gustare al meglio Bodyguards and Assassins occorre lasciare da parte qualunque pretesa di verosimiglianza nella vicenda del Dr. Sun Yat-sen, fondatore del Kuomintang e fautore della fine dell'Impero Cinese. Come già per Once upon a Time in China di Tsui Hark, la vicenda storica è consapevolmente stravolta e diviene quasi un plot secondario rispetto alla messinscena spettacolare di scontri di arti marziali e all'esibizione trionfante di un cast all star.
Tipica produzione targata Peter Chan, con regia affidata a Teddy Chan (Downtown Torpedoes, Twenty Something), per un blockbuster che si prende quasi metà del tempo a disposizione per introdurre la pletora di personaggi, corrispondente ad altrettante star del cinema di Hong Kong. Tony Leung Kar-fai è il rivoluzionario (rivoluzione democratica del Kuomintang, ma pare in tutto e per tutto un prototipo di intellettuale maoista), Simon Yam il suo braccio armato, Eric Tsang il capo corrotto della polizia, Donnie Yen un mercenario allo sbando, Nicholas Tse un portantino idealista, Leon Lai un improbabile maestro di spada ridotto a mendicante e Hu Jun un villain implacabile. E non è che una parte delle molteplici - troppe, in verità - caratterizzazioni di un film che decolla davvero quando viene gettata l'esca dell'arrivo in città del Dr. Sun e assassini e guardie del corpo si fronteggiano in singolar tenzone. Una mattanza in cui la parte del leone inevitabilmente la recitano i duelli che vedono protagonista Donnie Yen, forte di uno stile di kung fu a tutt'oggi impareggiabile.
La caratterizzazione dei personaggi talora si dimostra riuscita - come nel caso del tycoon interpretato da Wang Xueqi, che passa da semi-consapevole finanziatore della rivoluzione a simbolo di libertà contro l'oppressione - mentre altrove sacrifica l'approfondimento psicologico sull'altare del ritmo e delle esigenze action, prediligendo il bozzetto caricaturale. Un film che in termini di CGI profuso e di adrenalina mantiene le promesse: occorre accontentarsi di questo, senza cercare l'epica di un'opera sui livelli della succitata saga di Tsui Hark o un affresco storico credibile. In chiave di puro film di arti marziali, B&A svolge ampiamente il suo dovere.

lunedì 9 dicembre 2013

Cucina










Ricetta: Lenticchie in umido

 

Lenticchie in umido
Potete usare sia le cosiddette "lenticchie giganti", sia quelle piccole, più scure, più care, che non si scuociono, è solo una questione di gusti (io uso quelle giganti, classiche).
Mettete a mollo le lenticchie per  almeno 12 ore, comunque di solito il tempo di ammollo è indicato sulla confezione (se qualcuno dice che per evitare ciò basta aggiungere del bicarbonato, non credetegli: il risultato sarebbe atroce), quelle che non necessitano di essere messe in ammollo a me non piacciono, vedete un po' voi.

Per 4 persone con poco appetito:
250 gr. di lenticchie secche
mezzo bicchiere d'olio extra vergine d'oliva
una carota
un pezzetto di sedano
mezza cipolla
3 pomodori pelati (circa due terzi di una scatola) sgocciolati e schiacciati
facoltativo: mezzo etto di pancetta liscia (va bene anche quella pepata, ma non coppata)
una tazza di acqua calda con mezzo dado, oppure una tazza di brodo, oppure solo una tazza di acqua calda se siete vegetariani (che potrete insaporire con estratto di brodo vegetale)
Scolate e lavate bene le lenticchie dopo averle tenute in ammollo il tempo indicato sulla confezione (o almeno 12 ore)
1) preparate un soffritto con l'olio e le verdure tritate e (per chi l'ha scelto) la pancetta anch'essa tritata;
2) aggiungete le lenticchie perfettamente scolate;
3) fate insaporire rigirando per qualche minuto;
4) aggiungete i pomodori, e pepate a piacere;
5) fate ancora insaporire, rigirando, coprite la pentola con un coperchio e lasciate cuocere per circa 15 minuti rigirando di tanto in tanto;
6) aggiungete il brodo caldo (o il brodo di dado, o l'acqua calda) fino a coprire le lenticchie,. non annegatele, non devono affiorare, ma essere a pelo d'acqua;
7) abbassate la fiamma, meglio se spostate la pentola, col coperchio,  sul fornello più piccolo e continuate la cottura per 45/60 minuti, rigirando di tanto in tanto;
8) alla fine controllate se è il caso di aggiungere del sale e del pepe.

Accadimenti








Giornata stranissima ieri,per me.In mente una frase dettami "La vita è un'ossimoro".Inizia prestissimo,malgrado la stanchezza accumulata durante tutta la settimana,per andare a votare alle primarie del partito che sostengo,e di cui non sono iscritto.Con le esperienze degli anni passati sapevo già che l'affluenza sarebbe stata pazzesca,cosi sono andato al seggio della mia città appena aperto,per fortuna,e già c'era una fila sostenuta.Poi di corsa a trovare una persona che stimo immensamente per un impegno che qui non è il caso di dire,e infine a casa a preparare l'albero di Natale,mettere in un angolo i regali già comprati per poterli incartare con calma ecc.Giornata normalissima e banale.Poi stanchezza e stress si sono fatti sentire con una febbre fastidiosa e cosi sono dovuto rimanere a letto,cosa che detesto anche quando sto male,e l'unico svago la televisione,perchè non avevo voglia e concentrazione per leggere un buon libro.Partita della mia squadra,la Roma,che vince,emozione indicibile sempre.Poi cominciano una serie di trasmissioni che danno uno spaccato dell'Italia,di come è ridotto il nostro Paese.Servizi su signore che per necessità decidono di andare a lavorare per le linee telefoniche erotiche,niente di male,un lavoro come un altro,semmai è tristissimo vedere come persone appartenenti al mio sesso siano cosi idioti e tristi da ricorrere a queste linee che li spennano e basta.Solitudine,bah.Poi su una madre con figlia che per sbarcare il lunario era costretta a fare la lap dance in un paesino che non offriva nessun'altra possibilità di lavoro ad una giovane donna e mamma.Una finta selezione di lavoro dove veniva proposto di portare in Svizzera valigette dal contenuto sospetto sotto compenso,solo una persona ha rifiutato quella proposta assolutamente illegale.Insomma,non per fare il moralista,lungi da me,ma dove siamo finiti?Possibile che sia solo colpa della crisi economica?Quella influisce senz'altro,se non trovi lavoro sei costretto ad accettare quello che passa il convento,ma l'offerta di lavoro è tutta racchiusa in linee erotiche,lap dance e lavori illegali?Nessuna speranza,nessuna alternativa?Questo Paese che eccelleva nel turismo,nell'arte,nella cultura,nello spettacolo,nell'artigianato,nel commercio,nell'industria avanzata,nella moda,nell'architettura,ed ora?Solo polvere?Solo disintegrazione di un tessuto non solo economico ma etico,morale di un'intero Paese?E non vengano a dire che è solo colpa del ventennio berlusconiano,perchè chi ha la mia età sa benissimo che già prima di Berlusconi l'Italia aveva voltato pagina indirizzandosi verso Tangentopoli,le mazzette,la corruzione dilagante,gli appalti truccati,sono più di trenta anni che esiste questo trend di scadimento culturale,economico,morale,politico,uno sfacelo.Poi vedo la diretta del discorso di Renzi,io non ho votato per lui ma per Cuperlo,per diverse ragioni,ma non è un problema,Renzi è un rischio ma se non si prova non si sa mai come e cosa sarebbe stato.Parole come cambiamento,speranza,bandiere che sventolano,lavoro,crescita.Buio e luce,disperazione e speranza,oscura luce,disperata speranza,è proprio vero,la vita è un'ossimoro.

Canzoni


Serie Tv








È sempre difficile giudicare un serial con il quale nel bene o nel male siamo cresciuti, condividendo innumerevoli esperienze, emozionandoci come nessun'altra cosa. Le prime stagioni di Dexter sono state pregne di innumerevoli colpi di scena, di situazioni al cardiopalma e di un'atmosfera impossibile da trovare altrove. Un personaggio tutt'altro che eroico, con un passato oscuro e una forte propensione all'omicidio, unito a personaggi di contorno indubbiamente riusciti. Questi furono gli ingredienti del mix esplosivo che provocò l'imponente successo di Dexter, punta di diamante della produzione Showtime. Abbiamo visto il nostro scontrarsi faccia a faccia con il fratello Brian, dialogare con il suo dark passenger che perennemente assume le sembianze del suo defunto padre adottivo Harry, instaurare i primi rapporti sentimentali con la povera Rita e fare i conti con lo stile di vita da lui scelto (e con la morte della stessa moglie). Un'evoluzione degli eventi mai banale, arricchita dalle splendide interpretazioni di Michael C. Hall, Jennifer Carpenter e attori dal calibro di John Lithgow, dalle oscure e riuscite musiche di Daniel Licht e dalle location tanto solari quanto oscure. Eppure, dopo l'immenso pathos scaturito dal finale della quarta stagione, qualcosa è iniziata a non andare per il verso giusto. Le vicende hanno intrapreso un processo di banalizzazione che le ha portate ad essere scontate, ripetitive e noiose per lo stesso spettatore, che tanto ha apprezzato ed ha contribuito al successo di questo incredibile show. Fatta eccezione per Colin Hanks, gli stessi nemici che in passato rivaleggiavano con il nostro antieroe risultano assolutamente privi di carisma. Così come i comprimari, che portano avanti storie parallele assolutamente inutili ai fini dello sviluppo narrativo principale. Tutti fattori che hanno contribuito ad un notevole calo qualitativo del serial.
Con l'ultima stagione, le cose sembravano migliorare. Già dallo stesso episodio pilota, vi erano vari indizi atti ad instillare nel fan più fedele una piccola luce di speranza, capace di far dimenticare i tanti errori commessi nel passato. L'introduzione di nuovi ed interessanti personaggi, come la dottoressa Vogel, proveniente direttamente dal passato del nostro Dexter, o il dramma della povera Debra, ormai segnata dalla natura tanto corrotta e perversa del suo caro fratellino, pronta ad esplodere e a confessare tutto alla polizia di Miami. Niente di tutto questo si è rivelato utile ai fini della storia e di un suo eventuale miglioramento. Analizzando infatti ciò che non è andato per il verso giusto in questa stagione, ci si para dinanzi agli occhi un quadro decisamente complesso e difficile da digerire.
Bastava così poco.. eppure..
Dexter - Stagione 8 - recensione - Serial TV Iniziamo con il dire che tutte le buone intenzioni e tutti i nuovi potenziali elementi narrativi si sono rivelati essere "un fuoco di paglia". Nulla è realmente cambiato e, anzi, ci sono state delle scelte assolutamente insensate, che hanno favorito a rendere i personaggi poco credibili ed oltremodo banali. Lo stesso "brain surgeon", ossia il cattivone di turno, è servito esclusivamente a due scopi ben precisi, caratterizzati tra l'altro da scene di dubbia qualità. Sì, perché al di là della storia banale e di una stagione finale assolutamente anonima troviamo anche scelte registiche prettamente mediocri, che peggiorano in maniera impressionante nelle scene più drammatiche, come quelli finali.
Fattori assolutamente inspiegabili, soprattutto quando durante innumerevoli panel gli stessi membri dello staff hanno spergiurato riguardo a notevoli sorprese nonchè una particolare gioia generale per la buona riuscita di questa ultima stagione. Aspettative mal riposte che, tirando le somme, fanno sembrare i fasti delle prime stagioni più lontani che mai. Bisognerebbe coniare un nuovo termine per descrivere l'inutilità e la banalità delle sotto trame che vedono protagonisti i comprimari che tanto abbiamo amato, vicende che tra l'altro non portano assolutamente a nulla. Non è bastato neanche il ritorno della cara fidanzata-femme fatale Hannah a risollevare le sorti e, anzi, ancora una volta il tutto viene risolto in maniera assolutamente sbrigativa e poco soddisfacente. Il boccone, per chi ha seguito Dexter - Stagione 8 per tutti questi otto anni, è per forza di cose amaro e fastidioso. E, cosa ben più grave, il fan si ritrova ad osservare gli episodi con una freddezza innaturale, ritrovandosi ad andare avanti più per inerzia e per abitudine che per altro. Dispiace essere così scostanti verso un prodotto simile, ma è tale la mediocrità raggiunta da non lasciare alcuna scelta.
Lieto fine...si fa per dire.
Dexter - Stagione 8 - recensione - Serial TV E’ ovvio che i paragoni lasciano il tempo che trovano ma è innegabile, specialmente in questo periodo, porre vicini l'uno all'altro due serial che seppur in modi diversi hanno favorito a migliorare il panorama televisivo americano, vista anche la loro comune conclusione: Dexter - Stagione 8 e Breaking Bad. E l'amarezza, visto anche il picco qualitativo raggiunto dalla serie concorrente, risulta per Dexter - Stagione 8 ancora più grande. Episodi finali che lasciano tutt'altro che soddisfatti delineando, seppur in maniera velata, la voglia da parte degli autori di voler concludere a tutti i costi una vicenda forse diluita fin troppo nel corso del tempo. Nonostante le linee narrative tendano a concludersi, strano a dirsi, il desiderio che ognuno dei fan nutre dentro di sé è quello di aver voluto o una conclusione magari anticipata (questo quando il serial aveva ancora qualcosa da trasmettere) o un finale in qualche modo ben più profondo di quello reale. Non c'è redenzione, non c’è retorica, non ci sono morali, c'è solo il semplice e scontato tentativo di voler concludere nella maniera più veloce e sbrigativa possibile una serie che tanto ha fatto riflettere e tanto si è esposta al di là dei confini del giusto e sbagliato, del bene e del male. È inutile scendere in ulteriori dettagli ed offrire altre motivazioni, ormai quel che è fatto è fatto, e la nostra unica consolazione è che la parabola discendente di quello che iniziò come uno dei migliori serial del genere sia finalmente giunta al termine.
Dexter giunge al termine, lasciando dietro di sè non poche amarezze e delusioni. Poteva andare meglio, molto meglio, e il nostro serial killer preferito meritava sicuramente un trattamento migliore (almeno negli episodi conslusivi), ma quello che ci rincuora è che la vicenda, nel bene e nel male, può dirsi finalmente conclusa. Giudicandola complessivamente, possiamo reputare Dexter come una serie che ci ha comunque donato delle forte emozioni, con scene assolutamente indimenticabili. Riposa in pace, amico.
 
 
Nunzio Gaeta

Pensieri











Egli sa che la perseveranza non ha niente a che vedere con l'insistenza. Ci sono periodi in cui i combattimenti si prolungano oltre il necessario, esaurendo le forze e indebolendo l'entusiasmo.
In quei momenti, il guerriero riflette: "Una guerra che si prolunga finisce per distruggere anche il vincitore.
Allora ritira le proprie forze dal campo di battaglia, e si concede una tregua. Persevera nella volontà…, ma sa aspettare il momento migliore per un nuovo attacco.
Un guerriero torna sempre a lottare. Non lo fa mai per caparbietà…, ma perché‚ nota il cambiamento nel tempo. Un guerriero della luce sa che alcuni momenti Si ripetono.
Spesso si ritrova davanti a problemi e situazioni che ha già affrontato. Allora si sente depresso, e pensa di essere incapace di progredire nella vita, giacché‚ i momenti difficili si sono ripresentati.
"Questo l'ho già passato," si lamenta con il suo cuore.
"E'vero, l'hai vissuto," risponde il cuore. "Ma non l'hai mai superato."
Il guerriero allora comprende che il ripetersi delle esperienze ha un'unica finalità…: insegnargli quello che non vuole apprendere.
Un guerriero della luce fa sempre qualcosa fuori del comune.
Può• ballare per la strada mentre si reca al lavoro, guardare negli occhi uno sconosciuto e parlare di amore al primo incontro, difendere un'idea che può• sembrare ridicola. I guerrieri della luce si permettono simili cose.
Egli non ha paura di piangere per antiche pene, o di gioire per nuove scoperte. Quando sente che È giunto il momento, lascia tutto e parte per l'avventura tanto sognata. Quando capisce di essere al limite della resistenza, abbandona il combattimento, senza colpevolizzarsi per aver fatto un paio di follie inaspettate.
Un guerriero della luce non passa i giorni tentando di rappresentare il ruolo che altri hanno scelto per lui. I guerrieri della luce hanno sempre un bagliore nello sguardo.
Essi vivono nel mondo, fanno parte della vita di altri uomini, e hanno iniziato il loro viaggio senza bisaccia e senza sandali. In molte occasioni sono codardi. Non sempre agiscono correttamente.
Soffrono per cose inutili, assumono atteggiamenti meschini, e a volte si ritengono incapaci di crescere. Sovente si credono indegni di qualsiasi benedizione o miracolo.
Non sempre sono sicuri di ciò che stanno facendo. Molte volte trascorrono la notte in bianco, pensando che la loro vita non ha alcun significato.
Per questo sono guerrieri della luce. Perché‚ sbagliano. Perché‚ si interrogano. Perché‚ cercano una ragione: e certamente la troveranno.
Il guerriero della luce non teme di sembrare folle.
Quando È solo, parla a voce alta con sè stesso. Gli hanno insegnato che questo È il miglior modo di comunicare con gli angeli, e lui tenta il contatto.
All'inizio, nota quanto sia difficile. Pensa di non avere niente da dire, e che continuerà a ripetere sciocchezze prive di senso. Il guerriero, comunque, insiste. Ogni giorno parla al proprio cuore. Dice cose su cui non È d'accordo, racconta stupidaggini.
Un giorno avverte il mutamento nella propria voce. E capisce che sta penetrando una sapienza maggiore.
Il guerriero sembra folle, ma si tratta di un mascheramento.



Paulo Coelho

Film






La curiosità a volte gioca brutti scherzi,o meglio,regala delusioni parziali.E' il caso di questa pellicola,messa su,scritta,girata,fotografata,montata,insonorizzata,recitata,sicuramente con amore da tutto il cast,e questo un po' si percepisce,non è il solito prodotto raffazzonato italiano,messo su solo per sfruttare il tema del momento o l'attore famoso.E questo già lo differenzia da una bella fetta dell'attuale cinema italiano.Il tema è molto di attualità,l'eutanasia,ma qui viene trattato freddamente,analiticamente,senza emozione,senza partecipazione,volutamente,proprio per evitare cadute melense di script.Il problema è proprio lo script,secondo me,la Marciano è una eccellente sceneggiatrice,però qui non ha saputo dare quell'impronta decisiva che subito permea un film.Non basta purtroppo mettere pochi dialoghi,usare la tecnica di un ritmo iper rallentato,usare i primi piani,dilatare tempo e spazio,per produrre un film d'autore.Ci vuole il talento registico,ci vuole un ottimo ed originale script,ci vogliono attori capaci,e ci vuole quell'atmosfera che solo i grandi film sanno creare,ed i grandi registi.Vedendo alcune sequenze di questo film mi è venuto in mente uno degli ultimi film di Antonioni,il bellissimo "Identificazione di una donna",anche li c'era una giovane donna,anche li c'erano i paesaggi urbani con il loro squallore,anche li c'era il contrasto tra gli interni "dei ricchi"iper raffinati e quelli dei "borgatari",inteso in senso pasoliniano,spogli,disadorni,trasandati.Ecco mi sono immaginato per un po' cosa ne avrebbe fatto il maestro Antonioni di un film cosi,lui si che sapeva far precipitare lo spettatore dall'incomunicabilità più atroce alla poesia più pura,solo attraverso la forza delle sue immagini.Qui siamo ad una esordiente,con tanta esperienza ma come attrice come la Golino,che è sicuramente brava,ma il film pecca soprattutto di vuoti di scrittura che lo rendono incompiuto allo spettatore.E neanche la bravura della Trinca e di Cecchi possono sopperire a sequenze contraddittorie,ad azioni della protagonista estraniate ed estranianti,a psicologie dei personaggi che sono solo abbozzati e mai resi più corposi.Il travaglio di Miele,da angelo della morte che aiuta chi decide di farla finita,a donna libera dalla responsabilità della scelta di morire da parte degli altri,grazie all'Ingegner Grimaldi, che è l'unico che lucidamente e non costretto da malattie terminali,vuole l'abbraccio definitivo con la dama nera,è troppo poco incisivo.Cosi come le storielle di sesso che non la coinvolgono,cosi come gli incontri,tutto sembra scivolare sulla pelle di Miele e alla fine finisce per scivolare via anche agli occhi dello spettatore che non riesce ad immedesimarsi mai,nè nel bene nè nel male,con la protagonista.Peccato perchè ne poteva venir fuori un ottimo film.

Canzoni


mercoledì 4 dicembre 2013

Pensieri






Un guerriero della luce non conta solo sulle proprie forze. Usa anche l'energia dell'avversario.
Quando inizia il combattimento, tutto ciò che possiede È l'entusiasmo, e i colpi che ha appreso durante l'addestramento. A mano a mano che procede nella lotta, scopre che l'entusiasmo e l'addestramento non sono sufficienti per vincere: È necessaria l'esperienza.
Allora egli apre il suo cuore all'universo, e chiede a Dio di ispirarlo, affinché‚ ogni colpo del nemico diventi una lezione di difesa per lui.
I compagni commentano: "Com'È superstizioso. Ha Interrotto la lotta per pregare, e rispetta i trucchi dell'avversario."
A queste provocazioni il guerriero non risponde. Sa che, senza Ispirazione ed esperienza, non c'È addestramento che dia risultato. Un guerriero della luce non imbroglia mai, ma sa distrarre il suo avversario.
Per quanto ansioso sia, sfrutta ogni risorsa strategica per raggiungere l'obiettivo. Quando si accorge di essere allo stremo delle forze, induce il nemico a pensare che stia temporeggiando. Quando sceglie di attaccare da destra, muove le sue truppe verso sinistra. Se Intende Iniziare la lotta immediatamente, finge di avere sonno e si prepara per dormire.
Gli amici commentano: "Vedete, ha perduto l'entusiasmo." Ma lui non dà importanza ai giudizi, perché‚ gli amici non conoscono le sue tattiche di combattimento.
Un guerriero della luce sa ciò che vuole. E non ha bisogno di spiegare nulla.
Dice un saggio cinese sulle strategie del guerriero della luce: Fai credere al tuo nemico che non otterrà grandi ricompense se deciderà di attaccarti. Così farai diminuire il suo entusiasmo.
"Non ti vergognare di ritirarti provvisoriamente dal combattimento, se capisci che il nemico È più forte. L'importante non È la singola battaglia, ma la conclusione della guerra.
Se sarai abbastanza forte, non dovrai  neppure vergognarti di fingerti debole. Questo fa perdere al tuo nemico la prudenza, e lo spinge ad attaccare anzitempo.
"In una guerra, la capacità di sorprendere l'avversario È La chiave della vittoria." E'curioso," commenta il guerriero della luce fra sè e sè. "Incontro tanta gente che, alla prima occasione, tenta di mostrare il lato peggiore di sè. Cela la forza interiore con l'aggressività…; dissimula la paura della solitudine con un'aria di indipendenza. Non crede nelle proprie capacità, ma vive proclamando ai quattro venti i propri pregi."
Il guerriero della luce legge questi messaggi in tanti uomini e tante donne che conosce. Non si lascia mai ingannare dalle apparenze, e fa di tutto per rimanere In silenzio quando tentano di impressionarlo. Ma coglie l'occasione per correggere le proprie mancanze, giacché‚ gli uomini sono sempre un ottimo specchio.
Un guerriero approfitta di qualsiasi opportunità… per imparare.
Talvolta il guerriero della luce lotta con chi ama.
L'uomo che tutela i propri amici non È mai vittima delle tempeste dell'esistenza; ha le forze per superare le difficoltà… e andare avanti.
Eppure, tante volte, si sente sfidato da coloro ai quali cerca di insegnare l'arte della spada. I suoi discepoli lo provocano a un combattimento.
E il guerriero mostra le sue capacità…: con pochi colpi fa rotolare a terra le lance degli allievi, e l'armonia ritorna nel luogo in cui si riuniscono.
"Perché‚ farlo, se sei tanto superiore?" domanda un viaggiatore.
"Perché‚ quando mi sfidano, in realtà… vogliono parlare con me, e in questo modo io mantengo vivo il dialogo," risponde il guerriero. Prima di affrontare un combattimento importante, un guerriero della luce si domanda: "Fino a che punto ho sviluppato la mia abilità…?"
Egli sa che le battaglie che ha ingaggiato nel passato gli hanno sempre insegnato qualcosa. Eppure, molti di questi insegnamenti hanno fatto soffrire il guerriero più del necessario. Più di una volta ha perduto il proprio tempo, battendosi per una menzogna. E ha sofferto per uomini che non erano all'altezza del suo amore.
I vincenti non ripetono lo stesso errore. Perciò il guerriero rischia il proprio cuore solo per qualcosa di cui valga la pena.
Un guerriero della luce crede nel principale insegnamento dell'I Ching; "La perseveranza È favorevole."

Poesie







Lascia.
Fluire. Infiltrare. 
Lascia cullare.
Lascia che il rumore delle parole si scordi,
scivolando sul tempo, 
su suoi impercettibili accordi.
Eco potente, dispersa nel niente.
Lascia che la terra conservi
le impronte dei cuori.
Il loro vagare di delicati sapori.
Miscela di essenze catturate, capite.
E con forza rapite.
Lascia. E quindi lasciami.
Dove è sereno l'odore.
Dove è avvolgente il calore.
Lascia che io sia felice
dove la vita mi porta,
senza comprendere.
Non importa.
Ascolta solo il mio sentire,
il mio deciso afferrare.
E' lì che il mio sogno ha trovato
il suo dove stare.

Gaëlle © 2013

Canzoni