lunedì 31 dicembre 2012

Pensieri






Mentre tutti festeggiano per me questa è sempre una giornata ambivalente,da una parte l'ombra di un ricordo gelido all'anima e al cuore,ma anche sempre visione di un pezzo di me indipendente da me,che mi segue ovunque con il suo sorriso e la sua energia positiva,soprattutto nei momenti di percezione maggiore del Male,mi aiuta ad avere il giusto distacco e mi regala una prospettiva diversa legata al lungo periodo.Come in questa immagine,il Bene è la Luna che illumina il cammino delle persone,ed è il mio A.,io sono uno degli alberi,più o meno forte,più o meno retto,ma che cerca di trasformare sempre la mortale anidride carbonica nel vitale ossigeno,e il Male è la neve,apparentemente bianca e candida,pura,ma che cela il buio e malsano fango e si discioglie con il calore della Luce,sempre.Un abbraccio eternamente umano alla mia Luna.

sabato 29 dicembre 2012

Pensieri







L'amore e l'arte non abbracciano ciò che è bello, ma ciò che proprio grazie al loro abbraccio diventa bello.


Karl Kraus, Di notte, 1918

Poesie






Addio   (Prima Parte)


Dal luogo illune del tuo silenzio
mi riscuote ogni giorno I'urlo del mattino.
O notte celeste senza resurrezione
perdonami se torno ancora a queste voci.
Io premo I'orecchio sulla terra
a un'eco assurda dei battiti sepolti.
Dietro la belva in fuga irraggiungibile
mi butto sulla traccia del sangue.

Voglio salvarti dalla strage che ti ruba
e riportarti nel tuo lettuccio a dormire.
Ma tu vergognoso delle tue ferite
mascheri i cammini della tua tana.

Io fingo e rido in un ballo disperato
per distrarti dall'orrenda mestizia
ma i tuoi occhi scolorati di sotto le palpebre
non ammiccano piú ai miei trucchi d'amore.

Alla ricerca dei tuoi colori del tuo sorriso
io corro le città lungo una pista confusa.
Ogni ragazzo che passa è una morgana.
Io credo di riconoscerti, per un momento.

E mendicando rincorro lo sventolio di un ciufietto
o una maglietta rossa che scantona,,,
Ma tu rintanato nel tuo freddo nascondiglio
disprezzi la mia commedia miserabile.
Buffone inutile io deliro per le vie
dove ogni fiato vivente ti rinnega.

Poi, la sera, rovescio sulla soglia deserta
un carniere di piume insanguinate.

E chiedo una tenerezza al buio della stanza,
almeno una decadenza della memoria,
la senilità, I'equivoco del tempo volgare
che medica ogni dolore...

Ma la tua morte cresce ogni giorno.
E in questa piena che monta io iado e mi riawento
in corsa dirotta, per un segno,
un punto nella tua direzione.



Elsa Morante

Cinema






Margareth Matheson e il suo assistente Tom Buckley sono due tra i più importanti ricercatori esperti di paranormale del paese e in quanto tali i principali smascheratori di ciarlatani, guaritori e medium. La dottoressa Matheson in carriera non ha mai confermato un solo evento paranormale e il caso più clamoroso di tutti, quello del chiaroveggente cieco Simon Silver, è l'ossessione che già rischiò di esserle fatale. Chiunque cerchi di smascherare Silver fa una brutta fine e ora il sedicente medium ha intenzione di portare in scena per l'ultima volta uno dei suoi affollatissimi spettacoli psichici.
Il segreto di ogni inganno adeguatamente sofisticato è distrarre lo spettatore, portarlo a guardare o concentrarsi su un elemento in modo che non si accorga del trucco che sta avvenendo da un'altra parte. Allo stesso modo funziona la struttura di questo film congegnato come uno spettacolo di magia in cui, per tutta la sua durata, i protagonisti si concentrano e fanno concentrare lo spettatore sui possibili trucchi del loro indiziato mentre il regista, non visto, può disporre il proprio prestigio.
Dopo aver esordito con il sorprendente Buried, Rodrigo Cortés si misura con la potenza del cinema americano senza mutare atteggiamento. Red lights è un thriller sofisticato che intreccia paura e suggestioni intorno al possibile, l'impossibile e il paranormale, con l'obiettivo di confonderne i confini nella mente degli spettatori e che, come una piccola valanga, cresce in ritmo e tensione in maniera esponenziale attraverso un dosaggio preciso alla goccia di suspense e momenti di stasi. Come i grandi maestri del passato Cortés mostra di sapere che la suspense deriva dalla convinzione dello spettatore di saperne di più dei protagonisti e dall'abilità del regista di creare un mondo in cui l'implausibile è un'opzione reale.
Al suo secondo film Cortés continua a mantenere la caratteristica più interessante del suo esordio, ovvero la capacità di stimolare nello spettatore la volontà di prefigurare quel che accadrà per poi tentare di superarlo, sorprendendolo con i fatti. Red lights non ci riesce in ogni momento, spesso suona un po' scontato e in altri casi si ha la sensazione di uno svolgimento più canonico di quanto i molti artifici registici non cerchino di mascherare, simile a quello di tanto cinema americano di fine anni '90. Tuttavia il racconto imbastito intorno al medium non vedente e (forse) onnipotente ha la rara dote di essere più appasionante che sorprendente.
Con uno dei personaggi principali fatto fuori a metà film (fuori campo e senza tante celebrazioni) e una prestazione quasi all'altezza del suo nome da uno degli attori diventati tra i più svogliati e apatici di Hollywood come Robert De Niro (il suo medium non somiglia a nessun omologo villain cinematografico), Red lights stacca di netto la massa di thriller movie a buon mercato con i quali rischiava di essere confuso e diventa un piccolo gioiello di rapidità e ritmo, che non può brillare dell'originalità di Buried ma sa risplendere di una luce propria e confortante.

Scienza




STOCCOLMA -Può una cellula matura tornare bambina? E può un organismo adulto ritornare embrione? I due esperimenti che sembrano capovolgere le regole della logica oltre che della biologia sono stati portati a termine a oltre 40 anni da distanza l'uno dall'altro dallo scienziato inglese John Gurdon,79 anni, e da quello giapponese Shinya Yamanaka, 50 anni, che hanno vinto il Nobel per la medicina.

Gordon è il padre storico della clonazione, che tanto fermento ha causato sul fronte della bioetica. Yamanaka quegli stessi malcontenti ha invece contribuito a sedarli, inventando una tecnica che permette di ottenere cellule staminali senza bisogno di toccare gli embrioni. Entrambi sono riusciti a invertire le lancette del tempo della vita "riprogrammando" individui e cellule adulti per riportarli allo stato embrionale.

Con un esperimento che è diventato un classico dei manuali di biologia, Gurdon nel 1962 clonò una rana. Prese una cellula da un individuo adulto. Ne isolò il nucleo e lo inserì all'interno di una cellula uovo dopo aver rimosso il nucleo originario di quest'ultima. Ne nacque un girino in piena salute. Il nucleo di una cellula di una vecchia rana era stato in grado di guidare la cellula uovo verso la formazione di una rana giovane. "Gordon  -  scrive oggi l'Accademia delle Scienze di Stoccolma che assegna il Nobel  -  aveva scoperto che la specializzazione delle cellule è reversibile".

Dagli anni '60 a oggi la clonazione venne replicata su molte specie animali (famosi la pecora Dolly e il cane Snuppy) e divenne quasi un fenomeno da baraccone, con la setta dei raeliani intenta a clonare un essere umano e speculazioni sul modo migliore per riportare in vita un dinosauro.

Difficilmente questa tecnica avrebbe potuto dare una mano concreta alla medicina senza l'aiuto di Yamanaka, che nel 2006 prese delle cellule adulte di topo e inserendovi una manciata di geni le trasformò in staminali dalle caratteristiche del tutto simili alle cellule di un embrione. L'esperimento di Yamanaka era estremamente semplice ed elegante. Come una sorta di pietra filosofale, il suo metodo forniva ai medici staminali in quantità per tentare di curare le malattie più svariate, e senza bisogno di distruggere embrioni.

Le staminali di Yamanaka (chiamate ips, induced pluripotent stem cells) sono oggi il cuore dell'attività della maggior parte dei laboratori di medicina rigenerativa. Non sono ancora state usate in esperimenti sull'uomo perché si è notato che il loro Dna non è in ordine al 100 per cento. Ma gli scienziati giudicano questi problemi in via di risoluzione. Le cellule di un paziente malato potranno un giorno essere prelevate, trasformate in staminali grazie al metodo di Yamanaka e poi fatte specializzare nel tipo di tessuto richiesto per correggere diabete, lesioni al midollo spinale, distrofie muscolari e tutte le malattie che la medicina rigenerative promette un giorno di trattare.

Il Nobel al tandem Gurdon-Yamanaka dimostra come una scoperta di biologia fondamentale apparentemente inutile (la clonazione di un girino) possa portare un giorno a delle applicazioni reali in medicina. Anche se nel mezzo ci sono ben 40 anni di sforzi e di ricerche, un tempo infinito per chi ha una malattia da combattere oggi. Ma le prospettive future sono enormemente importanti per la cura soprattutto dei tumori e delle malattie degenerative.

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