mercoledì 13 luglio 2011

Cinema



Nato da una delle molte scappatelle di Zeus con una mortale e cresciuto da un'umile famiglia di pescatori, Perseo è un vero eroe proletario che sogna di sovvertire l'ordine naturale delle cose andando a combattere gli dei stessi. Siccome non è l'unico mortale a pensarla così, il padre degli dei, aizzato dal fratello Ade che intanto mira a fargli le scarpe, decide di ricordare agli umani il suo potere liberando la più grande delle piaghe prese in prestito dalla mitologia nordica: il Kraken. L'unico modo per evitare che la creatura degli abissi distrugga la città di Argo è sacrificare Andromeda, figlia del re, che la stessa madre ha definito "Più bella di Afrodite". Perseo però non ci sta e unitosi ai valorosi guerrieri di Argo vuole trovare un modo di sconfiggere il mostro.Riuscirà con i suoi compagni a superare tutte le insidie del suo cammino,dagli scorpioni giganteschi del deserto,alla lotta spietata con Medusa,fino allo scontro finale per l'uccisione del terribile Kraken.Film che usa la mitologia in modo blandissimo e che diventa godibile,ma niente di più,per gli incredibili effetti speciali e per una fotografia degna d'attenzione.Le interpretazioni sono abbastanza piatte,Sam Worthington,quello di Avatar è come sempre monoespressivo,ma comunque se la cava nei panni di Perseo che lotta per rimanere umano e combattere gli dei cattivi,Liam Neeson nella parte del padre di Perseo,Zeus,è abbastanza anonimo,mentre Ralph Fiennes,truccato in maniera spropositata fa il suo bravo compitino senza entusiasmo e senza entusiasmare.Peccato perchè il cast sarebbe di tutto rispetto,ma purtroppo la regia è quello che è,Leterrier è un bravo mestierante ma in questo film ci voleva un talento visionario più corposo,penso a un Tim Burton o un Chris Nolan.

1 commento:

  1. Non avendo visto il film non posso che astenermi da un commento tecnico ma, per principio, adoro la mitologia e le pellicole che ne fanno il soggetto delle loro trame, perchè nel mito c'è tutto l'uomo e tutto ciò che va oltre lui.
    Ci sono, da una parte, il suo atavico bisogno di credere alla vita degli dei,la sua paura di esserne vittima e, dall'altra parte, il suo riscatto coraggioso nel lottare per affermare la forza dell'animo umano.

    Nella mitologia c'è il senso magico della fantasia e la tecnica della fiaba, il potere del mistero, la supremazia bucolicamente virgiliana della natura, il senso di smarrimento dell'essere umano di fronte a cose più grandi di lui e inspiegabili ma anche l'umanizzazione degli dei che, dal canto loro, sembrano quasi invidiarci, che vivono passioni, amori, gelosie, che fanno gare di bellezza e di abilità e che perdono la testa per le umili imperfezioni delle virtù umane.

    E' il senso delle contraddizioni tra naturale e soprannaturale, tra immanente e trascendente, tra ciò che è possibile e ciò che non lo è ed ogni film che tratterà l'argomento sarà uno squarcio in più sulla comprensione di un legame dio/uomo che asseconda le paure e insieme le speranze del secondo.

    RispondiElimina