sabato 3 luglio 2010
Racconti
Il Lascito
Per Sissy Miller.Gilbert Clandon,raccogliendo la spilla di perle che giaceva in un mucchietto di gioielli sul tavolo del salottino di sua moglie,lesse l'iscrizione "Per Sissy Miller.Con affetto".Era tipico di Angela essersi ricordata persino di Sissy miller,la sua segretaria.Eppure com'era strano,pensò di nuovo,che avesse lasciato tutto cosi in ordine,un regalino per ciascuno dei suoi amici.Come se avesse previsto la propria morte.E tuttavia era in perfetta salute quando era uscita di casa,quella mattina,sei settimane prima,quando era scesa dal marciapiede di Piccadilly e l'auto l'aveva uccisa.Stava aspettando Sissy Miller.Le aveva chiesto di venire.le doveva,certamente,dopo tutti quegli anni che era stata con loro,questo piccolo segno di considerazione.Si,continuò a riflettere,mentre sedeva aspettandola,era strano che Angela avesse lasciato le sue cose cosi in ordine.Ad ogni amico aveva destinato una piccola testimonianza del suo affetto su ogni anello,ogni collana,ogni scatoletta cinese,era scritto un nome.E ogni oggetto gli ricordava qualcosa.A lui,naturalmente,non aveva lasciato nulla di particolare,a parte il suo diario.Quindici piccoli volumi,rilegati in pelle verde,stavano dietro di lui sullo scrittoio.Sempre,da quando si erano sposati,aveva tenuto un diario.Quando lui rientrava la trovava intenta a scrivere lei sempre lo chiudeva o lo copriva con la mano."No no no,dopo la mia morte,forse".Cosi quello era il suo lascito per lui.Era l'unica cosa che non avessero condiviso quando lei viveva.Entrò la Miller.Per Angela era stata molto di più di una impiegata.era stata una amica.per lui era difficilmente distinguibile da qualunque altra donna della sua specie,per Angela era la discrezione in persona,silenziosa,leale,le si poteva confidare tutto.Le diede la spilla che la moglie le aveva lasciato,era una spilla che Angela portava sempre con sè e la Miller ringraziò rispondendo che l'avrebbe conservata come un tesoro prezioso.Prese uno dei suoi diari.Pezzi della loro vita impressi su quelle pagine,la descrizione dell'orgoglio di lei per la sua carriera politica,tutti gli impegni di lui che questo comportava,il suo essere sempre più spesso sola.Prese l'ultimo volume.Le annotazioni di Angela sul suo desiderio di sentirsi utile,di dedicarsi a qualche associazione,e il consenso da parte di lui.Il nome di lui sempre più rado fino quasi a scomparire.La descrizione minuziosa dell'attività del comitato.E poi "Discussione sul socialismo con B.M.","B.M. ha violentemente attaccato le classi superiori".Chi era B.M.?"B.M. è venuto a pranzo.E' un uomo,ed è stato a pranzo in casa,pensò rabbuiandosi.C'era una confidenza,una intimità nell'uso delle iniziali che era molto insolita per Angela."B.M. è venuto inaspettatamente dopo pranzo,per fortuna ero sola".Per fortuna?Dove era lui quella sera?Prese la sua agenda e ricordò che era ad una cena di lavoro.Diveniva sempre più inspiegabile per lui tutta la faccenda,sua moglie che riceveva uno sconosciuto da sola."B.M. era molto agitato,ha detto che dovevamo capirci a vicenda,ha minacciato che se io non....".Il resto della pagina era stato cancellato.Gilbert capi che quel gaglioffo le aveva chiesto di divenire la sua amante.Il sangue afflui copioso sul suo viso.Girò le pagine rapidamente.Quale era stata la sua risposta?Non c'erano più le iniziali.Adesso era semplicemente "lui"."L'ho implorato di lasciarmi,gli ho scritto una lettera".Poi ancora pagine bianche."Ha fatto quello che minacciava".Girò una pagina dopo l'altra,tutte bianche.Ma ecco il giorno prima della sua morte,questa frase "Avrò il coraggio di farlo anch'io?".Gilbert lasciò scivolare il diario sul pavimento.Era come se la vedesse davanti a lui.Stava ritta sul marciapiede,a Piccadilly,gli occhi fissi,i pugni serrati,ecco che giungeva l'auto.Non poteva sopportarlo.Doveva sapere la verità.Ecco che telefonò alla Miller."Miss Miller,chi è B.M.?"."Era mio fratello"rispose lei in un sussurro.Era suo fratello,suo fratello che si era ucciso.Aveva avuto il suo lascito.Gli aveva detto la verità.Era scesa dal marciapiede per raggiungere il suo amante.Era scesa dal marciapiede per fuggire via da lui....
Virginia Woolf
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