mercoledì 14 luglio 2010

Poesie


AMORE A PRIMA VISTA Wislawa Szymborska

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla all'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
in cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

1 commento:

  1. Caso...coincidenze... sincronicità...
    bellissima questa poesia, è una di quelle che preferisco di questa poetessa.

    Te ne regalo una ...

    Notorietà

    Eccoci qui distesi, amanti nudi,
    belli per noi - ed è quanto basta -
    solo con foglie di palpebre vestiti,
    siamo immersi nella notte vasta.
    Ma già sanno di noi, già sanno
    queste quattro mura, la stufa spenta,
    ombre sagaci sulle sedie stanno
    e il tacere del tavolo è eloquente.
    E sanno i bicchieri perché sul fondo
    il tè non bevuto si raffredda.
    Swift ormai non può certo fare conto
    che questa notte ci sia chi lo legga.
    E gli uccelli? Non illuderti per niente:
    ieri li ho visti scrivere volando
    con ardire e apertamente
    quel nome con cui ti sto chiamando.
    E gli alberi? Qual è il significato
    del loro incessante bisbigliare?
    Dici: solo il vento forse è informato.
    Ma di noi come ha potuto sapere?
    Dalla finestra è entrata una falena,
    e con le sue piccole ali pelose
    atterra e decolla di gran lena,
    fruscia sul nostro capo senza posa.
    Forse quell’insetto, più di noi dotato
    d’una vista acuta, vede meglio?
    Io non ho intuito, né tu indovinato
    che i nostri cuori splendono nel buio.

    Wislawa Szymborska

    Ciao, a presto.

    Clely

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