lunedì 19 luglio 2010

Accadimenti


Capita a tutti,quando accadono eventi traumatici che poi coinvolgono tante persone,una intera nazione,o addirittura tutto il mondo,di ricordare esattamente dove si era e cosa si faceva in quell'esatto momento.Diciotto anni fa ero in Abruzzo,in una casa vicino al mare e ricevetti una telefonata da Milano "Ste guarda la tv" e un clic.Accesi di corsa la tv e c'era uno speciale del tg1 che mostrava delle immagini che sembravano uscite da Beirut,invece era palermo e non potevo credere a quello che diceva la voce del cronista.L'avevano fatto,l'avevano fatto,mi ripetevo.Dopo Falcone avevano voluto azzerare anche l'altro pericolo mortale per la mafia,Borsellino.Su quella strada ad imbuto,Via d'Amelio,pezzi di corpi sparsi e bruciacchiati ovunque,i resti del povero giudice e delle persone della scorta,che neanche ebbero il tempo di accorgersi di morire tanto devastante fu quell'esplosione.auto volate a decine di metri,i vetri dei palazzi scagliati via come fossero coriandoli colorati impazziti nell'aria,ovunque odore di polvere da sparo,di sangue,di morte.Credo che li sia stata la fine di una certa mafia,quella dei corleonesi,quella degli spietati killer che tagliava via vite umane come fossero canne al vento pur di perseguire i loro sporchi affari.Lo Stato reagi.La gente reagi.Le forze dell'ordine reagirono.Catturarono tutti,esecutori e parte dei mandanti,anche se certi misteri rimangono ancora.Ma tutto il sapere accumulato da Borsellino sulla mafia era già stato riversato tutto nel maxiprocesso,per cui pur indagando ancora sugli esplosivi intrecci tra mafia e politica,il suo capolavoro era già stato depositato alla storia e serve ancora oggi da esempio per tutti coloro che non hanno paura e vogliono estirparlo questo cancro che rende una isola bellissima e una intera nazione schiavi di esseri dediti solo alla distruzione e alla morte,vite inutili.

1 commento:

  1. Un uomo raro, umanamente e professionalmente.

    Io ho una piccola opinione personale ma non so se la condividi.

    Falcone era il poliziotto, la parte attiva della lotta, l'ingenuità e la competenza di chi si impunta come un ariete e si concentra esclusivamente sul proprio lavoro, sulle indagini, sui fatti reali, obiettivi, senza congetture, senza distrazioni,senza eccessivi voli mentali.
    Ucciso dalla mafia.


    Borsellino era il tormento interiore, la riflessione, lo studio, l'intelligenza acuta che deriva dall'intuito e dalla profonda osservazione, dalla percezione di intrecci invisibili ai ciechi della corruzione, ai ciechi di chi non vuol vedere.
    Aveva perfettamente compreso i legami deviati tra lo stato delle istituzioni, la politica e le mafie, era consapevole di meccanismi che non avrebbero mai potuto essere cambiati, pur conservando la speranza di redenzione nella vittoria delle nuove generazioni e malgrado la tristezza sconfortata delle parole di sua sorella pronunciate durante il corteo di commemorazione.
    Ucciso dalla politica.

    Onore a entrambi e a chi, come loro, non ha smesso di credere.

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