domenica 11 aprile 2010

Accadimenti


Dopo la sua scomparsa, indagini 
approssimative e diciassette anni 
di silenzi
PIERANGELO SAPEGNO
POTENZA
Come nell’incubo di Twin Peaks, «Chi ha ucciso Laura Palmer?», Potenza gira intorno alla sua normalità dissacrata e al suo mistero da un tempo quasi indefinito, che lascia invecchiare le persone, quando non le perde per sempre. Questa è la storia incredibile di Elisa Claps, una ragazza di 16 anni sparita il 12 settembre del 1993 e ricomparsa 17 anni dopo come uno scheletro, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità, con il suo volto da adolescente, un po’ paffuto, ormai mummificato, il braccio destro steso lungo il corpo e i brandelli luridi della sua maglietta bianca che la mamma le aveva fatto coi ferri, coperta dal fango e dalla polvere e dagli escrementi dei piccioni. 

L’hanno ritrovata sul lato che guarda via Pretoria, dove passeggia chi ha soldi e successo a Potenza, e le due donne delle pulizie, Margherita Santarsiero e Annalisa, madre e figlia, e poi il viceparroco brasiliano don Vagno Silva hanno raccontato che quel corpo l’avevano già visto lì tre mesi prima, ma nessuno aveva mai fatto niente. In molti non hanno fatto niente in questa storia, rendendola per questo ancora più incredibile, dalla Chiesa che chiede scusa per la sua noncuranza, a tutti quelli che dovevano cercare Elisa e non l’hanno saputo fare. 

C’è una folla muta che gioca un ruolo decisivo in questa vicenda. Se Elisa Claps è come Laura Palmer di Twin Peaks, Potenza diventa come una tragedia greca, dove il coro è più importante dei protagonisti. Forse non per niente Cosimo Damiano Fonseca, l’ex rettore dell’Università, ha descritto questa città «come un ambiente untuoso, nel quale contano i favori, gli amici degli amici e la ricerca delle protezioni». Potenza «è sobria, rigida, burocratica», non ci sono clochard, e il benessere è abbastanza diffuso. E’ solo per questo che questa storia viene da 17 anni di silenzio? 

Comincia l’11 settembre 1993 con due protagonisti, Elisa Claps e Danilo Restivo. Elisa è una ragazza serena, va al liceo classico, frequenta la Chiesa con i suoi amici e ha da poco lasciato il fidanzato. Danilo ha 20 anni, ed è un tipo un po’ strano: 6 anni prima era stato denunciato per aver legato e seviziato nel cortile della Biblioteca nazionale (diretta da suo padre) due ragazzini, ferendoli con un coltello. A Potenza lo chiamano «il parrucchiere», perché ha il vizio di tagliare ciocche di capelli alle ragazze incontrate sull’autobus. E’ timido e introverso, e sembra avere molta paura delle donne. Però, quella sera chiama Elisa e le chiede di incontrarla il giorno dopo, la domenica, all’ora della messa. Lei prova quasi pietà per quel ragazzo, e gli dice di sì. Il giorno dopo esce con la sua amica Eliana per andare in chiesa, ma le confida di dover vedere Danilo e le dà un appuntamento per le 12 e 15. Eliana attende Elisa fino alle 12 e 50. Poi va a casa Claps e si mettono tutti insieme a cercarla. Telefonano a Danilo. Lui conferma di essersi visto con Elisa in chiesa, ma dice pure che dopo averle parlato lei è uscita dalla chiesa da sola, mentre lui è rimasto a pregare un po’. Quando lo incontrano, i fratelli dicono che gronda di sudore e che è ferito a una mano. «Mi sono ferito vicino al cantiere delle scale mobili ritornando a casa», risponde lui. 

Da questo momento Elisa è sparita. Ma nessuno interroga Danilo. Suo padre è una persona importante a Potenza, direttore della Biblioteca Nazionale, studioso appassionato del superuomo di Nietzsche. In quei giorni spuntano un mucchio di testimoni che raccontano d’aver visto Elisa viva, dal vicino di casa dei Claps, Giuseppe Carlone, a Massimiliano Carlucci, un tipo che spiega nei dettagli come e con chi l’ha vista fuori dalla chiesa. Anche un’amica di Elisa, Adelaide Masella, sostiene d’averla incontrata dopo le 12 e 50 di domenica. Si sbagliano tutti, ma perché? E’ un caso? E quando qualche giorno dopo la polizia aspetta il pullman con Danilo sopra per poterlo finalmente interrogare, lui è sceso prima: è venuto a prenderlo il padre con un avvocato. Come faceva a saperlo? In ogni caso, manca il cadavere (che nessuno cerca) per accusare Danilo. Per adesso, di lui si lamentano solo dei poveri testimoni, come l’operaio Nicola, che lavorava in una ditta di disinfestazione ambientale e che va dalla polizia per spiegare che quel tipo è proprio un po’ strano: la notte si sveglia in preda al panico e urla «aiuto! aiuto!» tutto inzuppato di sudore. E una volta che erano sul raccordo anulare, appena vista una pattuglia della polizia da lontano, s’è messo a sbraitare spostando lui, che era alla guida, per poter sterzare. 

Mentre tutta la famiglia Claps lo accusa, lui se ne va in Inghilterra e si sposa con una donna molto più anziana di lui. Vicino a casa sua, a Bournemouth, nel Dorset, la sarta Heather Barnett, di 42 anni, viene trovata uccisa con i semi mutilati e due ciocche di capelli in mano. E’ il 2002. La polizia sospetta fortemente di lui, ma mancano le prove, dice. Dopo altri 8 anni, il tempo passa e ritorna da dov’era cominciato tutto, nel sottotetto della Chiesa di Potenza, dove viene ritrovato il cadavere di Elisa Claps, che nessuno aveva mai cercato, e dove si poteva accedere soltanto attraverso due porte chiuse a chiave. 

Anche adesso che recuperano quel corpo, vanno via tre mesi prima che qualcuno avvisi la polizia. il viceparroco, don Vagno, dice che aveva pensato a dei riti satanici, non certo alla povera Claps, e che poi non aveva trovato il suo vescovo, Agostino Superbo. «Dopo mi sono ammalato e l’ho dimenticato», dice. Monsignore, invece, in una nota chiede «perdono al Signore per quanto non abbiamo fatto per la famiglia Claps». 

Ma davvero è tutta e solo noncuranza? O la Twin Peaks italiana, la tranquilla e sobria Potenza, senza clochard per strada, ma così chiusa e untuosa come l’ha descritta il suo ex rettore dell’Università, ha voluto proteggere qualcuno o qualcosa che il tempo ormai ha lasciato perdere?

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