venerdì 27 luglio 2012

Cinema





Alle volte capita cercando a caso,per pura fortuna,di setacciare da un cumulo di sabbia una venuzza d'oro rilucente.E' accaduto a me con questo film,attirato solo dal regista,da me altamente stimato e dal battage pubblicitario su questa pellicola,abbastanza inusuale per un regista schivo e solitario come Weir.Vedendolo ho capito il perchè del passaparola.Come in moltissimi,anzi in quasi tutti i suoi film Weir è affascinato dalla lotta dell'uomo con la natura,basti pensare a Picnic ad hanging rock,a Master & Commander,ma più che dalla lotta con gli elementi,il regista è affascinato dal cosa e dal perchè spinge un essere umano ad andare "al di là"di quello che sarebbe un comportamento razionale.Ed è questo secondo me l'aspetto più affascinante del suo cinema,che a mio modesto avviso combacia spesso con il cinema di un altro folle solitario come Herzog,ma quest'ultimo esalta più l'aspetto "animalesco"dell'essere umano mostrandoci impietosamente da chi discendiamo e che apparteniamo alla stessa realtà,l'artista australiano invece non è tanto interessato a discorsi "evoluzionistici"ma proprio all'interiorità dei suoi personaggi,al loro modo di superare i propri conflitti interiori e riuscire dove altri esseri si erano già arresi.Qui tutto parte da un gruppo di disperati finiti per diverse storie nei terrificanti gulag russi in Siberia.Sanno che se non scappano al più presto la loro sorte è già scritta e quindi decidono di sfidare tutto ma morire da liberi.Approfittano della notte per fuggire dal capo e con l'aiuto di una tremenda tempesta di neve riescono a far perdere le loro tracce agli inseguitori inferociti per quella disobbedienza.Il loro unico piano è raggiungere il lago Baikal e da li arrivare,attraversando il confine,in Cina,dove loro credono di essere al ripario dallo spietato regime staliniano.Attraverseranno difficoltà inenarrabili,alcuni di loro moriranno lungo il cammino e sulla loro strada incrocerann anche quello di una ragazza giovanissima,anche lei scappata alle persecuzioni comuniste.La solidarietà tra queste "anime"e il loro obiettivo comune li porteranno ad attraversare 4000 km a piedi in una impresa che sembra impossibile ma che pare sia stata effettivamente compiuta da uno dei partecipanti.Arriveranno a superare il confine cinese,entrare in Tibet e attraverso l'Himalaya raggiungere l'India.I paesaggi immortalati dalla stupenda fotografia rendono ferocemente l'idea della piccolezza dell'Uomo rispetto alla Natura,la battaglia mortale per la sopravvivenza è una mossa continua tra questi due elementi,e quando uno sembra dare Scacco ecco che appare quell'evento che rimette tutto in gioco.Degli otto partiti più la ragazza arriveranno solo in quattro e solo uno riuscirà,attraverso il tempo,a coronare il suo sogno,vale a dire riabbracciare in Polonia la moglie torturata dai russi.Il film ci mostra come la determinazione porti l'essere umano a superare l'insuperabile,freddo,fatica,fame,sete,dolore,malattia,tutto diventa passeggero avendo dentro quell'incrollabile  "energia" che non è la mera sopravvivenza per sè,ma il desiderio incancellabile di ricongiungersi all'amata.Cosi come è stato per Primo Levi il desiderio di riabbracciare i suoi cari e rivedere la sua amata stanza,quella è la luce che nessuna violenza brutale,nessun regime,nessun male,potranno mai spegnere.Straordinaria l'interpretazione di Ed Harris e Jim Sturgess davvero encomiabile nel rappresentare quella "luce".

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