domenica 15 luglio 2012

Cinema




Terza opera per il regista Tarsem Singh, il quale ha alle spalle due pellicole quali "The Cell" e "The Fall" e che ci presenta questo suo ultimo lavoro come disponibile anche in 3D. La storia è una rivisitazione della mitologica figura di Teseo, l'eroe reso celebre dall' aver sconfitto il Minotauro. Qui, Teseo (Henry Cavill) si trova a dover fronteggiare l'esercito di Iperione (Mickey Rourke) per difendere il popolo ellenico e il leggendario "arco di Epiro" e impedire al re invasore di liberare i Titani. Sicuramente il film perde dal punto di vista del contenuto a favore dell'esaltazione pura della forma, in perfetta linea neofigurativa, pertanto risulta un pò "forzata" la storia d'amore tra Teseo e l'oracolo sibillino, Fedra (Freida Pinto), la quale sembra voglia essere la trasposizione dell'Arianna mitologica in chiave rivisitata. A mio avviso il film perde molto dal punto di vista dei dialoghi che appiattiscono i personaggi, i quali non compiono alcun processo di maturazione psicologica durante i 110 min. e si presentano come clichè del loro ruolo nella storia, effondendo ideali universali come l'onore per la patria o la gloria di morire combattendo - concetti che si evincono, ad esempio, dal discorso che Teseo espone ai soldati prima della battaglia finale - e risultando, spesso, sin troppo banali. Anche l'elemento dell'oggetto magico, l'arco di Epiro, pare essere quasi una presenza ingiustificata in quanto "partecipa" poco della battaglia, nonostante sia rappresentato molto bene grazie anche all'effetto in digitale. Se da un punto di vista narrativo il film lascia alquanto a desiderare, visivamente è da apprezzare. Evidente la lezione di 300, sebbene Singh sia ben lungi da Snyder, sia nelle scene dei combattimenti - come la carrellata orizzontale a seguire nella scena in cui Teseo uccide uno dopo l'altro i soldati avversari che stanno assalendo la madre - sia nella resa dei colori e dei chiaroscuri per cui è notevole, tra l'altro, l'esposizione fotografica che avvicina il fim a un dipinto rinascimentale. Apprezzabili molti espedienti stilistici circa la regia in alcune inquadrature, sicuramente una regia dinamica e assolutamente non statica, fantasiosa. L'elemento più spettacolare del fim, tuttavia, sembra essere la scenografia davvero suggestiva - ad eccezione di qualche pecca "anacronistica" - che "avvolge" lo spettatore, così come è stato reso particolare il "labirinto" in cui avviene lo scontro con il Minotauro. L'impronta neofigurativa è presente per quasi tutto il film, accentuandosi maggiormente nella rappresentazione degli dei olimpici, vestiti interamente con un color oro brillante che esalta la loro condizione sovraumana conferendogli un'aura visivamente divina e nella raffigurazione alquanto "splatter" e copiosa del sangue presente nelle scene del combattimento tra gli dei e i Titani, un sangue che grazie all'uso del rallenty si offre nella sua densità tanto da renderlo simile a vernice sospesa nell'aria, un sangue dal colore rosso fragola ad esaltarne la rappresentazione formale e visiva quasi a voler dire "questo è neofigurativismo".Da non sottovalutare è l'onirica scena finale "ad affresco" che davvero rende Immortals un film che vale la pena di essere visto. Complessivamente, per gli amanti dello stile che vogliono vedere del colore e delle forme puri, il film risulta apprezzabile e gradevole e pur mantendendo dei limiti circa la parte testuale e contenutistica, "si fa vedere".

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