Un riuscitissimo sequel che ha completato il tema mostrando l'altra faccia del dualismo nazionale. Si ride di gusto e si riflette anche. Citando Platone, "Benvenuti al Nord" è l'altra parte della mela che combacia perfettamente con "Benvenuti al Sud". Dopo il grande successo del primo capitolo può essere anche definita un'abile operazione commerciale ma il film ha una sua anima e alcuni spunti più forti, riflessivi e comici. Bravo il regista Luca Maniero che mescola abilmente tic, vizi, stereotipi e nuovi simpatici siparietti della realtà milanese. La sceneggiatura, totalmente nuova e libera, è forse superiore ai livelli del primo e il regista crea anche una Milano notturna deserta che dorme (ricorda le rilassanti atmosfere notturne milanesi di "Chiedimi se sono felice" aggiugendo anche la Milano quasi vuota di domenica priva di milanesi che vanno al mare, al lago o in montagna) e ci mette un pizzico di autentica poesia con i napoletani che vedono la neve a Milano. Gli unici nei negativi: i personaggi "deboli" dei tre colleghi milanesi di Siani e una scena copiata da "Cado dalle nubi" (l'abbraccio tra due uomini e il passante in motorino che grida). Per il resto, una commedia perfetta come ritmo, come cast (rispetto al primo film è più corposo tra Bisio, in grande forma, e la Finocchiaro dove si sdoppia in due, interprentando anche la suocera di Colombo), come fotografia e come musica.
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