giovedì 1 settembre 2011

Cinema


Sulla scia dei suoi film che hanno come tema la "diversità",il rapporto uomo/carne,le metamorfosi corporee e mentali,il senso di estraneità,le storie di persone poste ai margini,ai confini del senso comune,anche questo film narra una storia fatta di tutti questi elementi messi insieme.Liberamente tratto dall'omonimo libro di Burroughs,mescola brani tratti dal romanzo a tratti biografici della vita dell'autore,come l'omicidio dell'amata moglie,la sua vita a Tangeri,tra loschi figuri,omosessuali giovani compiacenti,altri scrittori che cercano l'ispirazione nella dissolutezza del loro vivere.Ma il denominatore comune di questa storia è l'effetto allucinatorio delle droghe che assume lo scrittore,infatti il film è costellato da mostri orripilanti e repellenti che la mente obnubilata del protagonista vede di continuo e con i quali dialoga trattandoli da compagni di viaggio.In tutto questo ci sono le pagine di un vero scrittore,racconti sublimi che denotano la sua grandezza artistica,ma sono sprazzi in mezzo a tutto quello splatter mostruoso.La pellicola comunque rende bene lo spaesamento dello scrittore e forse ci fa entrare proprio nella sua mente allucinata,percepire i suoi stati d'animo,le sue paure,le sue debolezze.Un film spiazzante come tutti quelli di Cronenberg,ma indispensabile per completare il percorso artistico di questo grandissimo cineasta.Straordinaria l'interpretazione di Paul Weller nelle parti dello scrittore,cosi come di quella di Judi Davis nella doppia parte della moglie e della nuova ragazza incontrata a Tangeri.Ian Holm sempre misurato ed impeccabile,e Roy Scheider qui anche lui in una doppia parte che sorprende un po' lo spettatore.

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