mercoledì 7 settembre 2011
Libri
Questo libro scritto da Mishima nel 1954,all'indomani del disastroso,per il Giappone,conflitto mondiale,è un'analisi spietata e lucida dello stato psicologico,economico,morale,spirituale,in cui si trovava la sua nazione in quel momento.La storia è una perfetta metafora di quello che lo scrittore percepiva riguardo al presente ma soprattutto al futuro in cui sarebbe caduto il Giappone.Una nazione lacerata,assoggettata,distrutta moralmente ed economicamente,dove l'imperativo era sopravvivere e non vivere,dove la speranza aveva lasciato il posto alla rassegnazione.E' un libro cupissimo,che non lascia sprazzi di luce sull'avvenire,scritto in maniera divina con il suo solito stile descrittivo che non ha eguali.Lascia spiazzati,disorientati ma come pochi riesce a farci percepire l'anima del suo popolo,i veri pensieri,al di là dei conformismi di facciata.La storia è quasi ininfluente rispetto al vero significato del libro,è solo un pretesto per entrare in questo mondo fatto di morte,di vani tentativi di spensieratezza,di incontri con bambine che rappresentano metaforicamente il Giappone,e in quanto tali vengono private del loro diritto di essere bambine,di crescere vivaci ed allegre,ma devono già essere delle piccole donne responsabili per poter affrontare un futuro di durezze e privazioni.
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