giovedì 14 gennaio 2010

Storia


Una Donna.Rigoberta Menchú Tum (Chimel, 9 gennaio 1959) è una pacifista guatemalteca, che ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la Pace, datole "in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene". Il premio le è stato conferito in parte per la sua biografia del 1987, Mi chiamo Rigoberta Menchú, raccolta dall'antropologa Elisabeth Burgos. I suoi detrattori sostengono che il libro contiene molti fatti inventati. I suoi difensori sostengono che qualsiasi eventuale invenzione passa in secondo piano rispetto all'estrema importanza del suo racconto della soppressione guatemalteca del popolo indio.


La Menchú sostiene che iniziò a lavorare come bracciante agricola migrante all'età di 5 anni, in condizioni che causarono la morte dei suoi fratelli ed amici. Da adulta, si unì a membri della sua famiglia in azioni contro i militari per i loro abusi dei diritti umani. La violenza la costrinse all'esilio nel 1981. La Menchú appartiene al gruppo etnico indigeno dei Maya Quiché.

Nel 1991 prese parte alla stesura da parte delle Nazioni Unite di una dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni. Rigoberta Menchú è ambasciatrice per l'ONU ed è tornata in Guatemala per lavorare al cambiamento del paese.

Ella ha inoltre cercato, nel 1999, di far processare in un tribunale spagnolo l'ex dittatore militare Efraín Ríos Montt, per crimini commessi contro cittadini spagnoli; tali tentativi sono stati comunque senza esito. In aggiunta alla morte di cittadini spagnoli, le accuse più gravi comprendono il genocidio contro la popolazione Maya del Guatemala.

Nel 2002 Rigoberta Menchú Tum è stata insignita della cittadinanza onoraria di Caorle Venezia.

Rigoberta ha avuto una vita incredibile.Ha avuto la famiglia sterminata,torturata,violentata,evirata,accecata,tutte le più orribili azioni che un uomo può fare su un altro uomo sono narrate nella sua biografia.E' scampata per miracolo a diversi tentativi di uccisione da parte dei militari della giunta che allora insanguinava il Guatemala.Più volte violentata e torturata ha sempre resistito e non si è mai arresa.Riusci a scappare dal suo paese e con l'aiuto di Elisabeth Burgos narrò la sua vicenda umana che servi per portare i riflettori internazionali su quel piccolo paese dimenticato da tutti,dove un vero e proprio genocidio era stato compiuto nel silenzio più totale delle organizzazioni internazionali.Solo Amnesty International denunciava a più riprese i massacri nei villaggi degli indios da parte dei militari e le torture sistematiche alla popolazione che viveva nel terrore di rappresaglie.Un piccolo omaggio ad una grande donna che pochi conoscono e che ha dimostrato che la volontà e la tenacia quando sono guidati dalla verità,portano spesso a ribaltamenti di situazioni che appaiono li per li disperate.

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