mercoledì 6 gennaio 2010

Storia


Un personaggio storico che ho sempre ammirato molto per la sua estrema intelligenza,per la sua enorme cultura,per le sue abilità politiche e diplomatiche,e perchè già a quei tempi aveva una "visione"dello Stato moderno in anticipo di almeno due secoli su tutti.Era un uomo spietato e freddo,solitario,ma anche capace di perdonare(tanti di coloro che attentarono alla sua persona furono dal re graziati per sua intercessione).Se la Francia diventò una grande potenza a livello mondiale ed è ancora oggi un esempio di organizzazione dello Stato e di funzionamento eccellente dei servizi,il merito è soprattutto del Cardinale.Fu anche tra i primi a capire l'importanza di un servizio di "intelligence".La rete di spie che mise su fu seconda a quei tempi solo "all'Entità",vale a dire il servizio segreto del Vaticano,che lo considerava un suo acerrimo nemico e cercò,invano,di assassinarlo molteplici volte.Ho tre cose in comune con lui che me lo fanno sentire umanamente vicino.Armand-Jean du Plessis duca di Richelieu (Parigi, 9 settembre 1585 – 4 dicembre 1642) è stato un cardinale e politico francese. Fu nominato primo ministro dal re Luigi XIII di Francia.

Era figlio di François du Plessis, signore di Richelieu, militare e cortigiano che prestò servizio come Grand prévôt de France, e di Susanna de La Porte, figlia di un noto giurista.

Terzo di cinque figli, era destinato ad una carriera militare ma si trovò ad affrontare invece una carriera ecclesiastica, nel 1605, al posto del fratello Alfonso che l'aveva rifiutata.

Noto soprattutto come Cardinale Richelieu, egli aveva due obiettivi principali:
Rafforzare il potere del re in Francia
Fare della Francia la più grande potenza d'Europa

Per raggiungere il primo obiettivo, Richelieu si scontrò sia con i nobili sia con i protestanti, e cioè con i calvinisti francesi chiamati Ugonotti. I nobili infatti volevano aumentare il loro potere. Contro di essi Richelieu usò, quando necessario, la forza.
Per fare della Francia la più grande potenza d'Europa Richelieu decise di far intervenire l'esercito francese nella Guerra dei trent'anni contro la Spagna e l'Austria ottenendo numerosi successi.

Cominciò a vent'anni i suoi studi in teologia per essere nominato già l'anno successivo vescovo di Luçon da parte del re Enrico IV ed ottenere la stessa investitura anche dal Papa pochi mesi dopo, il 17 aprile 1607. Per conferirla gli venne elargita una dispensa speciale per permettere una nomina a così alta prelatura già prima dei 21 anni.

Nel 1614 iniziò anche la sua carriera politica, quando riuscì a farsi eleggere deputato, diventando anche in breve il portavoce dell'assemblea.

Nel novembre dello stesso anno venne nominato da Maria de' Medici Gran cerimoniere alla corte della regina Anna d'Austria, cosa che gli permise di entrare nel consiglio del re di Francia e assumere il compito di Segretario di Stato per l'interno e la guerra.

L'assassinio di Concino Concini (1617), il favorito di Maria de Medici, istigato dal re Luigi XIII e preparato dal suo favorito Charles de Luynes, portò ad un periodo di isolamento di Richelieu dalla vita politica, avendo egli seguito la regina madre confinata dal figlio a Blois ed essendo poi ritirato ad Avignone per dedicarsi agli studi di teologia. Richiamato a Parigi con l'incarico di negoziare un accordo tra regina-madre e figlio, riuscì a riavvicinare Luigi XIII e la madre Maria de Medici (1620), acquisendo fama di abilissimo negoziatore e ricevendo, in cambio dei servizi forniti, la nomina a cardinale.

Il 29 aprile 1624 rientrò a far parte ufficialmente del consiglio del re e quindi primo ministro, iniziando da subito ad operare per il perseguimento dei suoi obiettivi politici. La sua abilità gli consentì di mantenere un certo equilibrio fra i filo-spagnoli, guidati da Maria de' Medici ed il cui nucleo era detto Partie devot (il partito dei devoti), e gli anti-spagnoli come lo stesso re, guidati da Langlois de Fancan, operando così in modo da ridurre lo strapotere delle famiglie dell'alta nobiltà francese, sempre gelose della loro indipendenza dalla corona e del corrispondente potere.

Affrontò il problema della Valtellina, intimando al papa lo sgombero delle truppe dai relativi castelli, ma per non urtarsi troppo con i filo-spagnoli, finì con lasciare che la valle diventasse autonoma e le truppe spagnole alleate del papa continuassero a presidiarle. Per eliminare il problema dell'autonomia degli ugonotti che, resi forti dalla disponibilità delle piazzeforti concesse loro ancora dall'Editto di Nantes, costituivano una specie di stato nello stato, seguì gli indirizzi del partito dei devoti e pose l'assedio alla piazzaforte più munita, quella di La Rochelle, associata ad un porto sull'atlantico, che venne conquistata nel 1628 dopo un assedio durato 14 mesi.Nel marzo del 1629, d'accordo con il re Luigi XIII, intervenne militarmente in Italia per sostenere i diritti di Carlo di Nevers e Rethel sul Ducato di Mantova, andando così contro il volere di Maria de' Medici. Nello stesso anno tuttavia affrontò la ribellione ugonotta in Linguadoca, sottomettendo i ribelli ma facendo loro concedere dal re la grazia con la pace di Alais, che sanciva la supremazia della corona e toglieva definitivamente le ultime piazzeforti, ed i relativi privilegi politici, agli ugonotti. Costrinse quindi il duca di Savoia a lasciare l'alleanza con la Spagna ed a schierarsi con i francesi.

Nel 1631 concluse un'alleanza con il re di Svezia Gustavo Adolfo II in funzione antimperiale, costringendo l'imperatore a concedere Mantova ed il Monferrato a Carlo I di Gonzaga-Nevers ed alcuni territori al duca di Savoia.

Quest'ultimo aspetto della politica del cardinale si rivelò contrario alla politica di Maria de' Medici, poiché rovesciava l'alleanza spagnola fino ad allora consolidata e Maria cercò di opporsi in ogni modo, ricorrendo anche ad un complotto, che non riuscì, contro il Richelieu.

Anche nel campo della politica interna Richelieu non fu affatto tenero: per ottenere l'ubbidienza della nobiltà, riottosa ad assoggettarsi agli editti reali, non esitò a far eseguire condanne capitali ai danni di molti nobili. Fece anche distruggere più di 2.000 castelli che non riteneva fondamentali per la difesa del territorio francese, sostituì molti coronati presenti nel consiglio del re con personaggi di più umile estrazione, ed infine vietò i duelli, molto frequenti in quel periodo. In definitiva il carattere assolutista della monarchia venne molto accentuato sotto la direzione del cardinale.

Oltre che della direzione politica del regno si occupò anche della parte economica ristabilendo l'ordine nelle finanze reali, aumentando la pressione fiscale soprattutto della "taglia", imposta che gravava quasi unicamente sulle campagne. Accelerò inoltre l'espansione coloniale, spingendo la Francia ad proseguire l'occupazione del Canada meridionale (Nouvelle France), varie isole nelle Antille (Martinica, la Guadalupa, Saint-Domingue), la Guyana ed il Senegal. Durante la sua direzione nacque anche una forte marina militare e, dal punto di vista della cultura, bisogna ricordare la fondazione dell'Accademia francese delle scienze nel 1635, la creazione di una preziosa biblioteca nel suo palazzo di Place Royale in Parigi (assorbita poi dalla Biblioteca nazionale francese) e ricche collezioni d'arte, andate successivamente disperse fra diversi proprietari ed in parte perdute.

Nel 1631, all'apice della sua carriera politica, riuscì ad ottenere dal re anche l'autorizzazione a costruire un castello ed un borgo con il suo nome, considerato ancor oggi come un capolavoro dell'urbanistica europea del XVII secolo.

Prima di morire, non molto amato dal suo popolo, nel 1642 riuscì anche a raccomandare al re il suo successore il cardinale Mazarino. Risulta anche che fosse riuscito ad accumulare negli anni una immensa fortuna, forse la più grande di Francia, superiore anche a quella del re.


Durante il lungo periodo di esercizio del potere il Richelieu fu oggetto di numerosi tentativi di venir esautorato od addirittura fisicamente eliminato.
Nell'agosto 1626 fu ordita una cospirazione ai suoi danni dal fratello del re, Gastone d'Orleans, da sua figlia Mademoiselle di Montpensier, dal conte di Chalais, Henri de Talleyrand-Perigord, e da altri detta Cospirazione di Chalais, che terminò con il perdono del re al fratello e la esecuzione capitale del conte di Chalais.
A novembre del 1630 Maria de' Medici insieme al figlio Gastone d'Orleans e ad altri membri della nobiltà (il cosiddetto Parti dévot, cioè Partito devoto), contrariata dalla politica anti-spagnola del cardinale, ordì un complotto che consisteva nel far disapprovare al re il piano di alleanze con i paesi protestanti contro gli Asburgo, per far cadere l'autore in disgrazia di fronte al re stesso. La congiura parve riuscire in un primo momento ma successivamente il Richelieu, venutone a conoscenza, riuscì in un colloquio con Luigi XIII a convincere il re a ritornare sulle sue decisioni ed a punire i congiurati. L'epilogo si ebbe l'11 novembre 1630, quando la posizione dei nemici del cardinale fu rovesciata, Richelieu fu confermato nella sua carica di primo ministro e la regina madre mandata in esilio. Quel giorno passò alla storia con il nome di giornata degl'ingannati (journée des dupes).
Subito dopo Gastone d'Orleans ordì un'altra congiura contro di lui ed il fratello, cercando di sollevare contro il potere centrale la provincia di Linguadoca ed utilizzando come suo esecutore il Governatore duca di Montmorency, che il 22 luglio 1632 proclamò la secessione della Linguadoca dal regno di Francia. Anche questa congiura, chiusasi dopo un breve scontro militare fra le truppe realiste ed i ribelli,finì a favore del cardinale: Gastone d'Orleans dovette andare in esilio a Nancy ed il duca di Montmorency fu processato e giustiziato per lesa maestà.
Nel 1636 ebbe luogo un'altra congiura, organizzata dal duca di Montrésor, da Luigi di Borbone-Soissons e dal duca di Guisa, ancora con Gastone d'Orleans come comprimario. La congiura fallì: il Borbone-Soissons ed il duca di Guisa si rifugiarono a Sedan, principato di cui era signore Federico Maurizio de La Tour d'Auvergne, duca di Bouillon. Questi aveva ottenuto dall'imperatore un esercito di mercenari contro i quali si mosse un'armata francese inviata da Luigi XIII. I francesi furono sconfitti alla piana di Marfée (6 luglio 1641) presso Sedan, ma il duca di Bouillon dovette scendere a patti con il re e gli si sottomise. Il Soissons perse la vita in battaglia ed il duca di Guisa riuscì a rifugiarsi nelle Fiandre.
Nel 1642 vi fu ancora una congiura, che vedeva dietro le quinte sempre il fratello del re, Gastone. Lo scopo era quello di ripristinare i rapporti con la Spagna sbarazzandosi del Richelieu. Il principale attore fu il marchese di Cinq-Mars e la Spagna ne era informata, tanto da ammassare un esercito per intervenire a sostegno dei congiurati. Intercettata una lettera del Cinq-Mars dalla polizia del Richelieu, il complotto fu sventato ed il Cinq-Mars fu processato e decapitato a Lione il 12 settembre di quell'anno.

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