sabato 16 gennaio 2010

Psicologia


La proiezione è un meccanismo di difesa arcaico e primitivo che consiste nello spostare sentimenti o caratteristiche propri o parti di sé su altri oggetti o persone. Insieme alla rimozione e all'inconscio, la proiezione è uno dei concetti-cardine del pensiero e della pratica psicoanalitica.

Benché per la psicoanalisi la proiezione quale processo psichico venga considerata come una modalità universale dello psichismo, Freud si appoggia soprattutto a questo meccanismo della psiche per rendere conto di alcune fenomenologie psicopatologiche, in particolare la paranoia.

È proprio nella paranoia che Freud scopre questo meccanismo di difesa, che di per sé non dovrebbe far titolo in materia di psicopatologia in quanto è di fatto nella norma. Il neurologo viennese, infatti, più di una volta è ritornato nel sottolineare il carattere normale del meccanismo della proiezione che sta alla base non solo di alcune manifestazioni psicologiche, ma anche per esempio delle costruzioni mitologiche che hanno fatto e fanno la civiltà.

Questa impostazione è propria di Freud fin dal suo articolo "Nuove osservazioni sulle neuropsicosi da difesa", che risale al 1896 ovvero ai primordi di questa nuova via di conoscenza alla quale il proprio fondatore diede il nome di psicoanalisi.


Il meccanismo della proiezione è il trasferimento di un contenuto soggettivo in un oggetto o in una persona. Come tale esso è pertanto una dissimulazione di un contenuto positivo o negativo che l'individuo dovrebbe riconoscere ma che rifiuta per una determinata ragione, ad esempio per la sottovalutazione di sé o perché il contenuto è immorale o inaccettabile. Nel momento in cui l'identità con l'oggetto viene considerata dall'invidiuo pericolosa per il proprio adattamento, proietta il contenuto. La pericolosità è direttamente collegata alla critica esterna o interna ed è indice, coerentemente all'individuazione del soggetto, di una mancata assimilazione. La critica viene riconosciuta e il contenuto proiettato. Se il contenuto fosse assimilato il soggetto non avvertirebbe nessuna critica. Il meccanismo della proiezione di basa su quello primitivo dell'identificazione. Come atto introvertivo, a differenza dell'introiezione, non avviene un'assimilazione del contenuto ma una separazione del soggetto dall'oggetto.

Sotto questa luce Carl Gustav Jung propose l'idea, stando alla sua teoria dei simboli, della trasformazione energetica della libido e dell' individuazione, del reputare gli alchimisti individui che proiettavano i loro contenuti archetipici inconsci nei loro studi sulla pietra filosofale. Per Carl Gustav Jung infatti la pietra filosofale assunse il significato del Sé, fine ultimo dell'individuazione. La proiezione e i relativi contenuti inconsci si possono ritrovare anche nei miti e nelle leggende.

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