venerdì 15 gennaio 2010

Poesie


Io non posso darti di più 
Non sono più di quello che sono. 
Ah come vorrei essere 
sabbia, sole in estate!
Che ti sdraiassi 
rilassata a rilassarti.
Che mi lasciassi 
il tuo corpo quando te ne vai, orma,
tenera, tiepida, indimenticabile.
E che con te se ne andasse
su di te, il mio bacio lento:
colore,
dalla testa ai piedi 
bruno. 
Ah come vorrei essere 
vetro, o stoffa o legno 
che conserva il suo colore 
qui, il suo profumo qui,
e nacque a tremila chilometri!
Essere 
la materia che ti piace, 
che tocchi tutti i giorni 
e che vedi già senza guardare
vicino a te, le cose 
-collana, boccetta, seta antica - 
di cui, quando senti la mancanza 
chiedi: "Ah! dov'è?" 
A come vorrei essere 
un'allegria fra tutte, 
una sola, l'allegria 
di cui ti rallegri tu!
Un amore, un amore solo:
l'amore di cui tu ti innamoreresti.

Però non sono più di quello che sono.


Pedro Salinas

1 commento:

  1. Il mio poeta preferito :)Poesie intense.

    ETERNA PRESENZA
    Non importa che non ti abbia,
    non importa che non ti veda.
    Prima ti abbracciavo,
    prima ti guardavo,
    ti cercavo tutta,
    ti desideravo intera.
    Oggi non chiedo più
    né alle mani, né agli occhi,
    le ultime prove.
    Di starmi accanto
    ti chiedevo prima,
    sì, vicino a me, sì,
    sì, però lì fuori.
    E mi accontentavo
    di sentire che le tue mani
    mi davano le tue mani,
    che ai miei occhi
    assicuravano presenza.
    Quello che ti chiedo adesso
    è di più, molto di più,
    che bacio o sguardo:
    è che tu stia più vicina
    a me, dentro.
    Come il vento è invisibile, pur dando
    la sua vita alla candela.
    Come la luce è
    quieta, fissa, immobile,
    fungendo da centro
    che non vacilla mai
    al tremulo corpo
    di fiamma che trema.
    Come è la stella,
    presente e sicura,
    senza voce e senza tatto,
    nel cuore aperto,
    sereno, del lago.
    Quello che ti chiedo
    è solo che tu sia
    anima della mia anima,
    sangue del mio sangue
    dentro le vene.
    » che tu stia in me
    come il cuore
    mio che mai
    vedrò, toccherò
    e i cui battiti
    non si stancano mai
    di darmi la mia vita
    fino a quando morirò.
    Come lo scheletro,
    il segreto profondo
    del mio essere, che solo
    mi vedrà la terra,
    però che in vita
    è quello che si incarica
    di sostenere il mio peso,
    di carne e di sogno,
    di gioia e di dolore
    misteriosamente
    senza che ci siano occhi
    che mai lo vedano.
    Quello che ti chiedo
    è che la corporea
    passeggera assenza,
    non sia per noi dimenticanza,
    né fuga, né mancanza:
    ma che sia per me
    possessione totale
    dell'anima lontana,
    eterna presenza.

    Pedro Salinas


    Un bacio.

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