domenica 31 gennaio 2010

Egittologia


Egitto - La dea gatta




Sembra che il gatto sia stato addomesticato intorno al 2000 a.C., nell'antico Egitto. Fino ad allora era vissuto allo stato selvatico. Gli Egizi amavano la sua presenza amichevole e le sue qualità di cacciatore di topi, mentre il gatto adorava essere oggetto delle loro attenzioni. A partire dal 1567 a.C., il gatto divenne un animale sacro, considerato come manifestazione della dea Bastet. Nell'antico Egitto, uccidere un gatto era un reato punibile con la morte.



Il gatto domestico dell'antico Egitto discendeva dal gatto selvatico africano, Felis sylvestris lybica. I gatti cominciarono a vivere accanto all'uomo nel 6000 a.C., ma solo dopo tremila anni diventarono domestici. Durante gli scavi archeologici, sono stati ritrovati dipinti di gatti eseguiti con grande accuratezza di particolari: il manto marrone-rossiccio, a macchie o tigrato, le orecchie larghe, il corpo dotato della stessa raffinata agilità dell'attuale Siamese.

IL GATTO SACRO

Nell'antico Egitto, i gatti non erano semplici animali da compagnia, ma i rappresentanti sulla terra della dea gatta Bastet, divinità protettrice della fertilità e delle gioie terrene (la danza, la musica e la sessualità) e dea della salute. Ogni anno milioni di persone affollavano il tempio di Bastet, situato nella città di Bubasti, per venerare la dea con canti e danze.

LA VENERAZIONE DEI GATTI

In realtà per gli antichi Egizi moltissimi animali erano sacri, ma nessuno era amato quanto il gatto. I sacerdoti tenevano sempre qualche micio nei loro templi e in ogni casa vi era un gatto, trattato con ogni cura. Per ottenere un favore dalla dea Bastet, era sufficiente offrire del pesce particolarmente prelibato ai suoi rappresentanti terreni. Alla morte i gatti venivano mummificati, esattamente come si faceva per i faraoni e per gli esseri umani, e i loro corpi venivano sepolti in una necropoli destinata a loro. Durante gli scavi archeologici, vennero rinvenuti milioni di gatti mummificati, prova inconfutabile della venerazione attribuita a questi felini nell'antico Egitto.

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