mercoledì 19 ottobre 2011

Poesie


Quando sono diventata un frutto




Maschio e femmina mia madre mi ha messa all'ombra della luna

Ma Adamo fui sacrificato alla mia nascita

Immolato ai mercenari della notte

E per consolarmi

Mi lav? con acqua torbida

E mi port? sul pendio di ogni montagna

Per lo spettro del silenzio e il rumore delle domande mi rese docile

Mi consacr? a Eva dello stupore e della trasformazione

E mi impast? con il buio e la luce

Un tempio ai diavoli del paradiso.





Straniera crebbi e nessuno si preoccup? del mio grano

Ho preferito disegnare la mia vita su una pagina bianca

Mela que nessun albero partor?

Poi ritagliarla e uscirne

Una parte di me vestita di rosso, un'altra parte di me in bianco

Non ero solo dentro e fuori del tempo

Perché ho avuto origine nei meandri celati

Prima di nascere pensavo

Di essere una massa abbondante

Di avere dormito a lungo

Di avere vissuto a lungo

E quando sono diventata un frutto

Ho saputo quel che mi attendeva.





Ho detto ai maghi di prendersi cura di me

Allora mi hanno presa.

Era

La mia risata

Bella e imbarazzata

Volavo sulle piume di un uccello e di notte diventavo un guanciale

Hanno gettato il mio corpo nei talismani

e hanno cosparso il mio cuore con il nettare della follia

Mi hanno recato un silenzio e dei racconti

E fatto in modo che io vivessi senza radici.





E da quel momento vago da un luogo all'altro

Indosso una nuvola ogni notte e parto

Solo io mi dico addio solo io mi do il benvenuto

Volo per sentirmi libera non perché ho paura

Torno dal desiderio non dal fallimento

la mia costanza è il mare e la mia bussola è la tempesta

nell'amore non getto l'ancora in nessun porto

il mio corpo è il viaggio e la mia morte è nel fermarmi

di notte lascio gran parte di me stessa

per abbandonarmi a un forte abbraccio quando ritorno

i miei fratelli gemelli sono la distanza e le isole

l'onda e la sabbia della spiaggia

il rifiuto e il desiderio voluttuoso della luna

l'amore e la morte dell'amore

chi comprende il mio ritmo mi conosce

mi segue

pero non mi raggiunge mai.



Joumana Haddad

1 commento:

  1. Una poesia che amo, che sento "Mia", della stessa bravissima, bellissima poetessa e giornalista libanese.

    Barca

    La donna che aspetta, intuisce
    che quello che c’è
    non è quello che avrebbe potuto
    essere,
    ma nemmeno quello che sarà.
    …La donna che aspetta
    vede il segreto oltre il buio
    il viaggio oltre il passo
    il bacio oltre le labbra.
    Vede se stessa
    oltre la loro immagine
    di lei.
    La donna che aspetta
    tocca quello che non possono vedere
    canta quello che non possono sentire
    e ogni giorno incide un sorriso nuovo
    nella carne dell’alba.
    La donna che aspetta
    Ha il cuore nel palmo della mano
    offerto come una fontana di sangue.
    Goccia dopo goccia,
    battito dopo battito,
    sfida il tic tac del tempo e
    avanza.
    La donna che aspetta
    non si guarda dietro
    non si guarda davanti.
    Si guarda dentro
    e cresce.
    La donna che aspetta
    invoca il vento, le stelle, i mari,
    e culla nei suoi occhi
    i sogni che fanno girare la terra.
    La donna che aspetta
    sa che non è la barca,
    quel che lei aspetta;
    ma che è la barca
    che sta aspettando lei.

    Joumana Haddad

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