giovedì 20 ottobre 2011

Cinema



In un piccolo appartamento di Chinatown (New York), occupato da un enorme computer, Max Cohen si dedica alla matematica, convinto che sia un linguaggio della natura e che tutto può essere capito attraverso i numeri, dall'andamento della Borsa, al vero nome di Dio, nascosto tra le lettere/numeri dei primi libri della Bibbia (Torah). Agenti di Borsa, rabbini, vecchi matematici si interessano alla sua scoperta. Esordiente nella regia (che gli è valsa un premio al Sundance 1998) come lo è il protagonista S. Gullette con cui ha scritto la sceneggiatura, D. Aronofsky ha fatto un film di fantascienza che tende all'infinito e al trascendente come il simbolo/numero ? (pi greco = 3,1415926536...) che gli dà il titolo. Esige spettatori non pigri, meglio se conoscono i frattali, e lo (ri)vedono in DVD: “Si avvicina molto, come complesso di elementi visivi, tematici e musicali, a quei sistemi complessi che vengono descritti durante il film. Tutto è connesso, collegato come in un enorme sistema nervoso.Un film disturbato e disturbante,tutto girato in un bianco e nero allucinato,movimenti di macchina fulminei come in una candid camera,attori stranianti in una storia che sfiora sempre il confine della follia.Ma il suo fascino è proprio li,nella diversità,nell'originalità,nel talento indiscusso di Aronofsky che verrà meglio fuori nei suoi film successivi.

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