domenica 30 ottobre 2011
Scienza
Leonardo Pisano detto Leonardo Fibonacci, perché filius del Bonacci (Pisa, settembre 1170 ca. – Pisa, 1240 ca. fu un matematico italiano.
Con altri matematici del tempo, contribuì alla rinascita delle scienze esatte dopo la decadenza dell'ultima parte dell'età classica e del primo Medioevo.
Assieme al padre Guglielmo dei Bonacci (Fibonacci sta infatti per filius Bonacci), facoltoso mercante pisano e rappresentante dei mercanti della Repubblica di Pisa (publicus scriba pro pisanis mercatoribus) nella regione di Bugia in Cabilia (Algeria), passò alcuni anni in quella città, dove studiò i procedimenti aritmetici che studiosi musulmani stavano diffondendo nelle varie regioni del mondo islamico. Qui ebbe anche precoci contatti con il mondo dei mercanti e apprese tecniche matematiche sconosciute in Occidente. Alcuni di tali procedimenti erano stati introdotti per la prima volta dagli Indiani, portatori di una cultura molto diversa da quella mediterranea. Proprio per perfezionare queste conoscenze, Fibonacci viaggiò molto, arrivando fino a Costantinopoli, alternando il commercio con gli studi matematici.
Molto dovette alle opere di Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi, Abu Kamil e ai maestri arabi, senza però essere mero diffusore della loro opera. Ritornato in Italia, la sua notorietà giunse anche alla corte dell'imperatore Federico II, soprattutto dopo che risolse alcuni problemi del matematico di corte. Per questo motivo gli fu assegnato un vitalizio che gli permise di dedicarsi completamente ai suoi studi.
A partire dal 1228 non si hanno più notizie del matematico, tranne per quanto concerne il Decreto della Repubblica di Pisa che gli conferì il titolo di "Discretus et sapiens magister Leonardo Bigollo". Fibonacci morì qualche anno dopo presumibilmente a Pisa.
A lui si devono il Liber abaci e la Practica geometriae (con l'applicazione dell'algebra alla soluzione di problemi geometrici); il Liber quadratorum; l'Epistola ad magistrum Theodorum e il Flos super solutionibus quorundam questionum ad numerosum vel ad geometriam vel ad utrumque pertinentium dedicata a Raniero Capacci, cardinale diacono.
I suoi studi furono così importanti che tutt'oggi esiste una pubblicazione periodica dedicata interamente alla sequenza aritmetica da lui elaborata, il "Fibonacci Quarterly". Al matematico è stato anche dedicato un asteroide, 6765 Fibonacci.
Una sequenza famosa: i numeri di Fibonacci
Fibonacci è noto soprattutto per la sequenza di numeri da lui individuata e conosciuta, appunto, come successione di Fibonacci:
0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89 ...
in cui ogni termine, a parte i primi due, è la somma dei due che lo precedono. Sembra che questa sequenza sia presente in diverse forme naturali (per esempio, negli sviluppi delle spirali delle conchiglie, ecc.).
Una particolarità di questa sequenza è che il rapporto tra due termini successivi diminuisce progressivamente per poi tendere molto rapidamente al numero 1,61803..., noto col nome di rapporto aureo o sezione aurea.
Nel 1202 pubblicò, e nel 1228 riscrisse (lo fece pubblicare solo dopo la sua morte però, lasciandolo nel suo testamento) il Liber abbaci, opera in quindici capitoli con la quale introdusse per la prima volta in Europa (nel capitolo I) le nove cifre, da lui chiamate indiane e il segno 0 che in latino è chiamato zephirus, adattamento dell'arabo sifr, che significa vuoto. Zephirus in veneziano divenne zevero ed infine comparve l'italiano zero.Per mostrare ad oculum l'utilità del nuovo sistema egli pose sotto gli occhi del lettore una tabella comparativa di numeri scritti nei due sistemi, romano e indiano.
Nel libro presentò inoltre criteri di divisibilità, regole di calcolo di radicali quadratici e cubici ed altro. Introdusse con poco successo anche la barretta delle frazioni, nota al mondo arabo prima di lui (capitoli II-IV). Nel libro sono anche compresi quesiti matematici che gli furono posti, con la loro soluzione (uno dei capitoli trattava aritmetica commerciale, problemi di cambi, ecc.).
All'epoca il mondo occidentale usava i numeri romani e il sistema di numerazione greco e i calcoli si facevano con l'abaco. Questo nuovo sistema stentò molto ad essere accettato, tanto che nel 1280 la città di Firenze proibì l'uso delle cifre arabe da parte dei banchieri. Si riteneva che lo "0" apportasse confusione e venisse impiegato anche per mandare messaggi segreti e poiché questo sistema di numerazione veniva chiamato "cifra", da questa denominazione deriva il termine messaggio cifrato.
L'uso delle cifre arabe era in ogni caso già conosciuto da alcuni dotti dell'epoca. Il primo caso del quale si ha notizia è stato quello del monaco Gerberto (poi diventato papa dal 999 al 1003 col nome di Silvestro II): egli propose l'uso di questo sistema in alcuni conventi in cui si scrivevano opere scientifiche, ma il metodo rimase del tutto sconosciuto nel mondo esterno. Un esempio più tardo, dell'epoca di Fibonacci, si trova nelle scritture notarili di Notar Raniero, perugino.
La prima edizione del Liber Abaci del 1202 è andata persa, ma la seconda edizione del 1228 (che aveva preparato su richiesta del filosofo scozzese Michele Scoto) si è conservata ed è stata ristampata nel 1857 a Roma dalla Tipografia delle Scienze Matematiche e Fisiche, in una edizione curata da Baldassarre Boncompagni.
Poesie
Quando quaranta inverni la tua fronte avranno assediato,
E nel terreno della tua bellezza trincee profonde avranno scavato,
La superba livrea della tua gioventù, adesso tanto ammirata,
Sarà un abito in brandelli, di scarso valore stimata.
Se ti venisse allora chiesto, dove si trova tutta la tua bellezza,
Dove si trova tutto il tesoro dei tuoi gagliardi giorni,
Sarebbe una vergogna assai mortificante, e lode sprecata,
Affermare, dentro i tuoi profondi occhi scavati.
Quanto sarebbe più degno di lode l’uso della tua bellezza,
Se tu potessi rispondere, “Questo mio bel bambino
Salderà il mio conto, e alla mia vecchiaia renderà le scuse”,
Dimostrando che la sua bellezza è tua per successione!
Questo significherebbe rinascere, quando sarai vecchio,
E vedere caldo il tuo sangue, quando sentirai che è freddo.
William Shakespeare
Comicità
Pensieri
venerdì 28 ottobre 2011
Fotografia
Comicità
Poesie
Sii paziente Rainer Maria Rilke
Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore e...
cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che non possono esserti date
poichè non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivi le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.
Pensieri
Internazionale
Buenos Aires – Dodici ergastoli. Ieri è stata una giornata storica per la giustizia argentina. Dopo quasi due anni si è conclusa una prima tranche del maxi processo Esma: quella relativa alla tortura, sequestro e omicidio di 86 persone. Sono stati condannati al carcere a vita dodici repressori, tra cui Jorge Acosta detto “Tigre”, capo del gruppo operativo dell’Esma, il principale centro di detenzione della Marina negli anni della dittatura, e l’ex capitano di corvetta Alfredo Astiz, conosciuto come l’angelo biondo o angelo della morte, diventato il simbolo del male e dell’efferatezza di quegli anni.
Il processo verteva sui casi di sparizione, tortura e morte di un gruppo di genitori di desaparecidos, conosciuto come il gruppo di Santa Cruz, tra cui anche tre delle fondatrici del movimento delle madri di plaza de Mayo e tre monache francesi che le assistevano nelle ricerche. Un sequestro reso possibile proprio da Astiz, che si infiltrò nel gruppo fingendosi fratello di uno scomparso. L’ex capitano di corvetta è stato riconosciuto colpevole assieme ad altri anche della sparizione e della morte di Rodolfo Walsh, icona del giornalismo militante di quegli anni e autore di una celebre lettera aperta alla giunta militare in cui si denunciavano i crimini della dittatura. Una lettera che gli costò la vita.
L’“angelo della morte” era già stato condannato all’ergastolo in contumacia in Francia per l’omicidio delle monache e in Italia per la sparizione di tre cittadini del nostro Paese, ma è la prima volta che viene condannato da un tribunale argentino. Per questo la sentenza di ieri ha una forte valenza simbolica.
Nel processo erano coinvolti diciotto repressori (ma all’Esma secondo i testimoni sarebbero passati almeno 200 militari), tra cui molti nomi noti tra i familiari dei desaparecidos e i sopravvissuti ai campi di tortura, come l’ex capitano di fregata Antonio Pernias, considerato uno dei torturatori più crudeli, l’ex capitano di Corvetta Ricardo Cavallo e Jorge Radice, tutti condannati al carcere a vita.
Per quattro imputati sono state stabilite pene dai 18 ai 25 anni di carcere, mentre due sono stati assolti ma resteranno in carcere perché coinvolti in altri processi.
L’Esma, l’ex Scuola di Meccanica della Marina, è stato uno dei principali centri di detenzione e tortura all’epoca della dittatura. Al suo interno sono state imprigionate e torturate almeno cinquemila persone, gran parte delle quali sono state poi trucidate o gettate in mare con i famigerati “voli della morte”. Si sono salvati in meno di duecento. Proprio grazie alle loro testimonianze è stato possibile ricostruire l’orrore di quegli anni: la meccanica dei sequestri, la spaventosa catena delle torture, i corpi lanciati vivi dagli aerei, il destino finale nel rio della Plata.
Carlos Lordkipanidse e Miriam Lewin sono tra i sopravvissuti dell’Esma, entrambi hanno testimoniato in numerosi processi. Dopo essere stati torturati in modo selvaggio, gli ufficiali della Marina li hanno destinati alla pecera, l’acquario come lo chiamavano allora, una sorta di ufficio all’interno del centro di tortura dove venivano falsificati documenti, prodotte traduzioni, archiviati dati e giornali dell’epoca. Si sono salvati così, “lavorando” per il nemico.
Ieri erano entrambi in aula ad attendere la sentenza. “E’ un giorno di giustizia”, ha commentato commossa la Lewin, diventata una giornalista molto nota. “Vedere i miei ex torturatori seduti in manette, a oltre trent’anni dalla dittatura, è stato impagabile”.
Per Carlos Lordkipanidse è la fine di un incubo, adesso potrà liberarsi della paura che lo ha accompagnato in tutti questi anni. Anche se il ricordo delle violenze subite, spiega, non si cancella: Lordkipanidse venne torturato assieme al suo bambino di pochi mesi. I suoi aguzzini glielo poggiavano sul petto, o lo sollevavano in aria minacciando di fracassargli la testa contro il muro se Carlos non avesse rivelato nomi e indirizzi dei suoi compagni di militanza.
Con la sentenza di ieri si chiude un capitolo tragico della storia argentina, anche se restano aperti numerosi altri processi relativi agli anni della dittatura; per esempio quelli sui casi di appropriazione dei figli di detenute desaparecidas, poi dati in adozione a personale della Marina e dell’Esercito; i voli della morte; la sottrazione sistematica dei beni delle persone sequestrate.
giovedì 27 ottobre 2011
Cinema
L'ingegnere Peter Bowman viene rapito da un gruppo di guerriglieri andini. La società per cui lavora non paga il riscatto perché sta per essere assorbita da un'altra multinazionale. La moglie Alice si rivolge quindi a un negoziatore di professione. Mentre i contatti procedono con tutte le difficoltà del caso, tra i due nasce, quasi inavvertito, un sentimento. È successo anche sul set e Russell Crowe ha così fatto saltare uno dei matrimoni più collaudati di Hollywood: quello tra Meg Ryan e Dennis Quaid che durava da molti anni. Ora la storia è finita ma resta il film. Non è solo l'ennesimo thriller. Ha anche una sua tesi esplicita: i guerriglieri del Centroamerica non sono più degli idealisti utopici. Sono degli appartenenti a vere e proprie bande che organizzano sequestri per garantirsi la sopravvivenza.
Pensieri
mercoledì 26 ottobre 2011
Cinema
Hanna è un’adolescente che vive con il padre Erik, isolata dalla società, in una foresta. L’uomo l’ha addestrata a una molteplicità di tecniche di difesa e di attacco, all’uso delle armi e le ha fornito una buona conoscenza di molteplici lingue. Perché Erik è un ex agente della CIA che ha dovuto far perdere le proprie tracce e vuole che la figlia sappia come sopravvivere a un eventuale rientro nel mondo civile. Perché Hanna è ormai pronta e può scegliere di farsi trovare da Marissa Wiegler, responsabile dell’Agenzia, che ha un conto da saldare con Erik e vuole a tutti i costi catturare la ragazza.
Era difficile aspettarsi un buon esito nel cinema di azione e di spionaggio da Joe Wright, regista che sembrava ormai dedito ad omaggi letterari ben riusciti come Orgoglio e Pregiudizio. La diffidenza è stata invece ampiamente sconfitta. Wright si ancora agli stilemi del genere ma dimostra di saperli innervare con elementi che potrebbero dare luogo a un’azione di rigetto e che invece vi si adattano perfettamente. Hanna è una fiaba a pieno titolo con la fanciulla (Hanna), l’oggetto magico (il pulsante che, una volta schiacciato la può catapultare nella cosiddetta civiltà), la strega (Marissa), il lupo cattivo (il killer che la bracca), il bosco (non la foresta iniziale ma il mondo che la ragazza non conosce). Non a caso il libro che le è rimasto dall’infanzia è una vecchia copia delle favole dei fratelli Grimm e la sua meta è proprio la Casa Grimm a Berlino.
Ma Hanna è anche una truffautiana ‘ragazza selvaggia’ al rovescio. Tenuta coscientemente lontana dalla società è stata però addestrata ad usarne le tecniche di combattimento e le armi e a conoscerne gli elementi di base. L’istruzione le è stata impartita ‘prima’. La sua educazione, una volta abbandonata la foresta, invece sarà gestita in negativo. Non solo quella impostale dai ‘cattivi’ che la vogliono catturare o eliminare ma in fondo anche quella della famiglia britannica che incontra in Marocco. Un padre, una madre e due figli tenuti insieme più dalle convenzioni di una modernità che impone le proprie regole ‘alla moda’ che da un concetto di nucleo di affetti tradotto in modalità di vita.
Hanna si trova così a dover salvare la propria vita in un mondo di cui ha appreso degli elementi ma non ha conosciuto nulla e in proposito è magistrale la sequenza in cui, in una abitazione marocchina qualsiasi, scopre in contemporanea gli oggetti di base della civiltà che le invadono la mente sconvolgendola per pochi, terribili attimi. Il colpo di scena nel sottofinale è molto meno originale di questo vero e proprio squarcio di horror della conoscenza.Bella anche la sequenza all'interno dei container.Eccellente la ragazzina protagonista,e altrettanto eccellente come al solito Cate Blanchett,qui nell'insolita parte della cattiva.Un solido e ben fatto thriller moderno.
Comicità
Poesie
Armonia della sera
Già s'avvicina l'ora che trepido ogni fiore
come un vaso d'incenso svapora sullo stelo;
solcano effluvi e musiche la sera senza velo;
malinconico valzer, delirante languore!
Ogni fiore svapora trepido sullo stelo;
il violino geme come un afflitto cuore;
malinconico valzer, delirante languore!
Come un altare immenso è triste e bello il cielo.
Il violino geme come un afflitto cuore,
un mite cuore, ch'odia il nulla vasto e gelido!
Come un altare immenso è triste e bello il cielo;
nel suo sangue rappreso il sole immoto muore.
Un mite cuore, ch'odia il nulla vasto e gelido,
dei bei giorni che furono raccoglie ogni bagliore;
nel suo sangue rappreso il sole immoto muore....
Il tuo ricordo in me brilla come un cimelio
Charles Baudelaire
Pensieri
Non ci accontentiamo mai del presente. Anticipiamo il futuro perché tarda a venire, come per affrettarne il corso, o richiamiamo il passato per fermarlo, come fosse troppo veloce, così, imprudentemente, ci perdiamo in tempi che non ci appartengono, e non pensiamo al solo che è nostro, e siamo tanto vani da occuparci di quelli che non sono nulla, fuggendo senza riflettere il solo che esiste.
Blaise Pascal, Pensieri, 1670 (postumo)
Cinema
Un ricco magnate del petrolio decide di passare ai carburanti ecologici e per promuovere l'affidabilità della sua nuova miscela organizza un campionato di tre gare, ognuna in un paese diverso (Inghilterra, Giappone e Italia) a cui parteciperanno le automobili più veloci del mondo con lo scopo di determinare quale sia la più potente. Saetta McQueen ovviamente è in prima linea e dovrà vedersela con Francesco Bernoulli, auto da Formula 1 arrogante e spaccona.
Le gare però sono funestate da incidenti sui quali vigilano Finn McMissile e Holly Shiftwell, agenti segreti dell'intelligence impegnati ad indagare su un intrigo internazionale che sventuratamente scambiano Carl Attrezzi per una spia sotto copertura, coinvolgendolo nella delicatissima operazione con i prevedibili esiti disastrosi.Il film è molto godibile ma meno originale rispetto al primo,meno inventivo,anche se inizialmente l'idea della spy story poteva essere ottima.Comunque visto con i miei figli,che lo hanno apprezzato moltissimo,e se lo vedono e rivedono senza fine.
martedì 25 ottobre 2011
Cinema
Un film semplicemente meraviglioso,fatto di quella meraviglia che è un mix di curiosità,attenzione,pensiero,speranza,spiritualità,misticismo.Si perchè questa pellicola è una summa della vita attraverso immagini piene di metafore,immagini bellissime e ricche di significati profondi.I dialoghi sono ridotti all'essenziale,come è nello stile di Malick,ma qui sinceramente sarebbero superflui in quanto le immagini hanno una tale potenza evocativa da portare per mano lo spettatore attraverso il dolore,la speranza,la Fede,le lacrime,il sorriso,una gamma completa di sensazioni che solo il grande cinema sa suscitare.La storia è semplicissima.Una famiglia americana degli anni 50,con un padre forte e autoritario,e una madre dolce e comprensiva,tra loro tre figli maschi,ognuno con una sua personalità,e ognuno vive la famiglia seguendo il suo carattere,ma tutti un po' schiacciati dall'autoritarismo paterno.Il più grande prova a ribellarsi ma alla fine esce fuori l'affetto che lo lega al padre.l film è costellato dal dolore,dalla morte che incombe sempre su questa ed altre famiglie,ma nel riscatto che la forza, emanata dalla famiglia e dalla Fede,il film suggerisce un modo per superare entrambi.Devo dire la verità,c'è un pezzo che per me è stato dolorosissimo vedere,perchè ha rinverdito l'eco di qualcosa mai sopito in me,ma mi sono fatto forza e affrontando le varie tematiche con quel tocco cosi delicato e pieno di spiritualità,alla fine,nella sequenza finale,stupenda,ho ritrovato quel senso di pace e serenità che il ricongiungimento ai propri cari assicura a chi crede,come me.Oltre due ore che scorrono dolcemente avvolgendo tutti i nostri sensi e arrivando a toccare la nostra sensibilità e la nostra anima,indicandoci un cammino,non solo per noi singoli individui,ma per tutta l'umanità,per fermare lo sfacelo della natura che è anche sfacelo di vita e quindi odore di morte per tutti.
lunedì 24 ottobre 2011
Cinema
Blu è un ara macao strappato in fasce alla giungla brasiliana dalla sconsideratezza e dai commerci illeciti dell'uomo. Trasferito nel freddo inverno del Minnesota in seguito a un incidente, viene soccorso e adottato da Linda, fanciulla appassionata di libri e della vita sedentaria. Addomesticato e cresciuto a cioccolata e biscotti, Blu è un pappagallo colto che sperimenta la vita tra quattro mura. Incapace di volare a causa della cattività, compensa la deficienza con l'ingegno e la fantasia. Raggiunta da Tullio, un ornitologo entusiasta, Linda scopre di essere la proprietaria dell'unico esemplare maschio della specie e di avere l'obbligo morale di concedere che il suo grazioso pennuto si accoppi con Gioiel, magnifica e sola femmina rimasta sul territorio brasiliano. Perplessi ma persuasi di fare la cosa giusta, Linda e Blu partono alla volta del Brasile per conoscere e innamorare una celeste ara. Nella giungla amazzonica e attraverso rocambolesche (dis)avventure, Blu scoprirà la propria identità, imparando ad amare e a volare.Rio ha uno stile spensierato e brillante, una comicità vivace e visiva che non ha bisogno di ammiccamenti e citazioni cinefile virate in parodia per risolversi e invitare a sorridere. Allo stesso modo l'uso giudizioso del 3D aggiunge unicamente stupore e meraviglia, profondità di campo e l'illusione che Blu e Gioiel volino lieti oltre il limite dello schermo. Perché prima della tecnologia viene sempre la storia e una schiera di interpreti frullanti che riversano nei nostri occhi la festa della vita e la pura bellezza.
Cinema
Storia del Capitano Algren del 7° cavalleggeri e del suo coinvolgimento nell'epopea che decretò l'ingresso della civiltà nipponica tra le moderne potenze militari. Il prezzo da pagare fu mettere fine alla millenaria tradizione dei samurai, guardia scelta dell'Imperatore, guidata nel suo canto del cigno da Katsumoto, grande guerriero. Algren, prigioniero dei samurai, conosce un mondo fondato su valori dimenticati che imparerà ad amare. The Last Samurai porta la firma di Tom Cruise più che del suo regista, Zwick, che si conferma un discreto mestierante: la sua è una regia senza impennate né cadute, prevedibile ma godibilissima. Nel complesso il film è molto curato e la minuziosa rappresentazione di una cultura a noi così lontana tiene alta l'attenzione fino alla fine, nonostante le due ore e mezzo di durata complessiva. Un gran bel film, molto accurato nella ricostruzione storica e nelle valenze culturali e spirituali e rituali della cultura millenaria giapponese.Ottimo Tom Cruise in una parte difficilissima,affiancato da un eccellente attore come Watanabe.
sabato 22 ottobre 2011
Comicità
Cinema
Jack è un killer privo di scrupoli. Una missione finita tragicamente in Scandinavia lo spinge a cercare un periodo di pausa. Il suo committente di origine russa gli trova un rifugio sulle montagne abruzzesi e Jack cerca di non risultare reperibile neanche per lui. Un giorno però, chiamandolo da un telefono pubblico, si sente fare la proposta di costruire e montare un fucile ad alta precisione che però non sarà lui a dover utilizzare. Jack ha bisogno della solitudine che si è andato a cercare ma, al contempo, vuole avere una donna. La trova in Clara che si prostituisce in una casa di appuntamenti. Il rapporto tra i due si trasforma pian piano in qualcosa di diverso.
Ci sono sfide che al cinema sono estremamente rischiose. Ad esempio quella di voler raccontare (ancora una volta) il desiderio di vita provato da un uomo che ha sempre procurato la morte. Per farlo, appoggiandosi a un libro pubblicato 20 anni fa (“A Very Private Gentleman” di Martin Booth). Il confronto, inevitabile, con film che sono divenuti dei classici può essere vinto solo se alla regia c'è un regista dallo sguardo particolarmente sensibile e davanti alla macchina da presa un attore capace di rendere credibile e ‘moderno' il suo personaggio. L'accoppiata vincente è data da Anton Corbijn e George Clooney a cui si aggiunge un paesaggio capace di offrire non solo sfondi suggestivi ma vicoli, pietre direi quasi ‘aria' estremamente originali. Corbijn decide di ‘violare' visivamente l'isolamento di Jack scrutandone però con meticolosità da voyeurista dell'animo ogni singolo gesto che conduce alla preparazione di uno strumento di morte sicura. Non sarà Jack a dover schiacciare quel grilletto ma sarà stato lui a garantirne la precisione mortifera.
Per un ruolo del genere occorre un attore che sappia dare ai dettagli dei gesti, alle inflessioni dei non frequenti dialoghi, all'aggrottarsi di un sopracciglio l'intensità necessaria senza forzature. Clooney ci riesce ed anche se va incontro ad un finale ad alto tasso di retorica (l'unica di tutto il film) lo fa con la classe che gli è usuale. Paolo Bonacelli e Violante Placido si cuciono addosso due personaggi che consentono loro di sfruttare doti già mostrate in passato contribuendo all'esito finale. Che superficialmente può essere classificato come un ‘deja vu'. Quello che invece non è.
Poesie
Stasi nel buio. Poi
l'insostanziale azzurro
versarsi di vette e distanze.
Leonessa di Dio,
come in una ci evolviamo,
perno di calcagni e ginocchi! - La ruga
s'incide e si cancella, sorella
al bruno arco
del collo che non posso serrare,
bacche
occhiodimoro oscuri
lanciano ami -
Boccate di un nero dolce sangue,
ombre.
Qualcos'altro
mi tira su nell'aria -
cosce, capelli;
dai miei calcagni si squama.
Bianca
godiva, mi spoglio -
morte mani, morte stringenze.
E adesso io
spumeggio al grano, scintillio di mari.
Il pianto del bambino
nel muro si liquefà.
E io
sono la freccia,
la rugiada che vola
suicida, in una con la spinta
dentro il rosso
occhio cratere del mattino.
Sylvia Plath
Libri
Questo libro,seppur smilzo,è densissimo di informazioni interessanti sulla Magia,argomento di per sè che si interseca con una miriade di materie,dall'antropologia alla scienza,dalla chimica alla matematica,dalla letteratura alla medicina,insomma un filo rosso che per millenni ha destato l'interesse dell'uomo comune e non.La parte più interessante del libro,per me,è la prima parte,quella sulla storia della magia,fa un excursus partendo dai primordi fino ad arrivare ai giorni nostri veramente entusiasmante,partendo da Zoroastro e citando autori quali Virgilio,Apuleio con le sue Metamorfosi,Orazio con la mirabile descrizione della strega Canidia,e mettendo in risalto libri quali "L'Introductiorum"di Albumasar,la "Tetrabiblos"di Tolomeo,il famosissimo nel medioevo "Picatrix"e l'ancora più famoso ed inquietante "Libro degli esperimenti"di Platone,"L'Orazione sulla dignità dell'uomo"di Pico della Mirandola,descritto come esempio di summa del sapere rinascimentale e come tale dedito anche a pratiche magiche che,in quel periodo,erano considerate come "forma di approfondimento di conoscenza".E Pico è anche colui che intreccia la mistica neoplatonica con la Cabala ebraica.Per lui la Torah,cioè l'Antico Testamento ebraico,altro non è che l'espressione simbolica e vivente del mistero di Dio,ogni parola,ogni lettera della Torah corrisponde ad un numero,ed ogni numero racchiude un segreto potente(tema per inciso del complessissimo film da me già recensito nel blog "Pi greco,il teorema del delirio,a testimonianza di come tutto sia legato).Figure come Paracelso,Giordano Bruno,per arrivare in una galoppata attraverso i secoli a Robert Fludd che intrecciava la magia naturale al neoplatonismo e alle pratiche occultistiche.Feroce avversario di Fludd fu Francesco Bacone che considerava il connubio magia-alchemia solo frutto di superstizioni ed ignoranza.Non tralasciando tutto il complesso di studi che derivarono dal famosissimo libro "Malleus Maleficarum",che fu la base,nel Cinquecento,per intavolare i processi per stregoneria e giustificare i processi sommari e le atroci torture dell'Inquisizione(anche qui piccolo inciso,il bellissimo film "L'ultimo Inquisitore"tratteggia bene i meccanismi di quella terribile macchina di morte che fu l'Inquisizione).Un piccolo grande libro.
Cinema
Frank Moses è un ex agente della CIA in pensione, che vive in una villetta uguale alle altre cercando di fare una vita uguale alle altre. Purtroppo per lui e per Sarah, la ragazza ingenua e sognatrice che ha conosciuto al telefono, i segreti di stato in possesso di Frank lo hanno trasformato da strumento di morte a bersaglio dell'Intelligence: qualcuno da eliminare e in fretta.
Inizia così quella che può apparire come la fuga di Frank Moses ma altro non è che il giro di reclutamento dei vecchi compagni: il vecchio Joe, il folle Marvin, il russo Ivan, lady Victoria, dopo di che la canna della pistola compie un giro di 180 gradi e la fuga si fa vendetta, la diaspora riunione, la pensione una nuova missione.
Tratto dal breve fumetto DC Comics scritto da Warren Ellis e illustrato da Cully Hammer, Red è stato completamente reinventato nella sceneggiatura dei fratelli Hoeber, responsabili dell'inserimento dei compagni di ventura del protagonista e del tono divertito e alleggerito del film. Non è, infatti, come uno dei più significativi adattamenti da un fumetto che si fa apprezzare e ricordare questo film, ma piuttosto come una riuscita composizione di quadri, personaggi e situazioni provenienti da spezzoni di pellicole diverse e originalmente e gradevolmente assemblati. I film come materiali di partenza e il racconto come risultato, dunque, anziché viceversa.
Ecco allora che nel bel prologo con Bruce Willis, ex supereroe in vestaglia, che prende a pugni il sacco dopo colazione, non c'è solo l'eco del suo Butch in Pulp Fiction (il pugile, la colazione, il mitra) ma c'è anche mister Incredibile e Léon (la piantina), mentre arrivati alla scena del ricevimento di gala, vien da chiedersi quando ci siamo già stati, se in un episodio cinematografico della saga di Danny Ocean o in uno televisivo di Alias. Eppure non sono citazioni soffocanti, forse non sono neppure citazioni, e c'è spazio per molto altro, compreso il sublime personaggio di John Malkovich, un panzone paranoico con un maialino di peluche sotto braccio dal quale estrarrà l'arma con cui umiliare una signorotta col bazooka, in una sequenza emblematica dell'operazione nel suo insieme, quanto a connubio tra ironia e spettacolarità.
Ma Willis e Malkovich non sono i soli a portare un valore aggiunto al proprio ruolo: a loro modo lo fanno anche “la regina” Helen Mirren, con il richiamo sornione alla passione tutta inglese per il giardinaggio, e Brian Cox, con la trilogia di Bourne nel curriculum. In assoluto, oltre a qualche buona battuta e a qualche ambientazione più originale del solito, è essenzialmente a quest'alchimia tra attore e personaggio che si deve il piacere della visione.
Da segnalare, in coda, un motivo di interesse anche nella figura di Sarah che, nel campionario dei caratteri femminili cinematografici, si può ascrivere come appartenente alla categoria della “palla al piede”. Con i romanzetti rosa in testa e le manette alle mani (quando non la pistola alla tempia), pretende ed ottiene di essere portata in prima linea e salvata ogni volta, contribuendo a fare del consenziente Bruce Willis un gentleman come pochi altri.
Pensieri
Uno dei malintesi che dominano la nozione di biblioteca è che si vada in biblioteca per cercare un libro di cui si conosce il titolo. In verità accade sovente di andare in biblioteca perché si vuole un libro di cui si conosce il titolo, ma la principale funzione della biblioteca, almeno la funzione della biblioteca di casa mia e di qualsiasi amico che possiamo andare a visitare, è di scoprire dei libri di cui non si sospettava l'esistenza, e che tuttavia si scoprono essere di estrema importanza per noi.
Umberto Eco
Cinema
Chris Wilton è un tennista che ha rinunciato alla sua carriera e ora fa il maestro di tennis a Londra in un club di alto livello. Qui conosce il ricco Tom Hewett e sua sorella Chloe che si innamora subito di lui e del suo apparente interesse per la cultura. Il ricco padre dei due lo inserisce nella sua attività finanziaria e il matrimonio tra Chris e Chloe si avvicina. Ma Chris, che ha conosciuto la fidanzata di Tom (l'aspirante attrice americana Nola) e ne è rimasto irrimediabilmente attratto, quando la reincontra libera dal legame con il quasi cognato inizia con lei una relazione basata sulla passione. Il matrimonio avviene e Chloe desidera a tutti costi la maternità. A rimanere incinta è invece Nola che vuole che Chris lasci la moglie. Incapace di resistere alla pressione Chris escogita una via di fuga.Un vero gioiello questo film di Allen che offre tantissimi spunti di riflessione innanzitutto(dalla prima sequenza),sulla fortuna e sul caso nella vita di un essere umano,di quanto incidano,di come possano cambiare gli eventi in maniera straordinariamente positiva o tragicamente negativa.E poi la descrizione della upper class inglese,che è metafora di tutte le upper class del mondo,dove brillano modi di vivere leggeri e inconsapevoli,dove la tragedia è sempre in agguato malgrado lo scudo del benessere,dove l'arrivismo sociale,freddo e determinato,incarnato dal protagonista,alla fine viene premiato a discapito della verità,anche se poi a trionfare sarà sempre la verità interiore,soprattutto quando di mezzo c'è un duplice omicidio.Anche qui,come in Crimini e misfatti,il senso di colpa alla fine diventa una morsa ineludibile ed è forse il vero spartiacque tra chi spera e chi è dannato.
giovedì 20 ottobre 2011
Pensieri
Poesie
Non vi è respiro che non conosca la via del ritorno
Si perde solo ciò che si ha avuto
E sapendo che Esiste – ciò che hai posseduto –
Niente può andare mai perduto.
la Speranza – la Forza – un Gesto lento – un Sorriso stampato nell’anima
un Pianto – la Voglia di ricerca – la Grinta – l’Ardore.
Così ritorna l’idea…
Un odore un errore un sapore
Un orrore un balocco un bagliore
Un’ombra un colore…
..Tutto è a passeggio tra il tempo e lo spazio..
L'Essenza non è carne
non è pelle
non è ossa
E’ in Potenza il Pensiero in un teatro di Immagini e Mistero.
Il Paradiso Perduto è da ritrovare
A cavalcioni tra il Sogno ed il Reale…
Il Sogno è nell’Anima
Il Reale gli dà forma e colore.
(Francesca Conti)
Internazionale
Nuova denuncia di Greenpeace: “Salvati la pelle!”. Questa l’esortazione dall’associazione ambientalista internazionale, che in occasione della Fiera internazionale LineaPelle, il più importante salone espositivo del settore conciario in corso questi giorni a Bologna, lancia l’allarme: “se ci tenete all’Amazzonia, salvatevi la pelle”. La kermesse è la piattaforma di lancio ideale per il nuovo rapporto Promesse infrante, in cui l’associazione denuncia i crimini e le illegalità commesse dalle aziende conciarie brasiliane sul terreno della foresta pluviale.
Nel mirino dell’inchiesta, la brasiliana Jbs, una delle più grandi aziende rivenditrici di pelli e carni bovine per i crimini e le illegalità che “il gigante della carne e della pelle” continua a commettere. Per avere pelli e carne a buon mercato, le aziende del settore zootecnico non si fanno scrupolo di utilizzare mezzi illegali, come l’impiego di lavoro schiavile, l’occupazione di terre indigene, la distruzione di ampi tratti di foresta. Gli allevamenti bovini sono infatti la principale causa della deforestazione in Amazzonia – ogni 18 secondi ne viene distrutto un ettaro. Risultato: ce ne resta il 20%.
Non solo: le modalità adottate per la riconversione di vaste zone delle foreste millenarie in allevamenti industriali, sono a dire poco inquinanti. La sbrigativa combustione di vaste aree boschive, genera il rilasciano enormi quantitativi di CO2 e altri gas contenuti nel terreno, “producendo ogni anno più inquinamento di tutti i trasporti mondiali messi insieme”, come spiega Chiara Campione, la responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace.
Per questo motivo, l’azione spettacolare che ha avuto luogo davanti a Palazzo Re Enzo, è diretta alle aziende del settore presenti in fiera, nonché all’intero mercato dell’Alta Moda, esortandoli a controllare la provenienza delle pelli utilizzate per divani e abiti. Un set di 4 modelle a rappresentare la bellezza dell’Amazzonia, con abiti realizzati appositamente dalla stilista Mariangela Grillo con materiali sostenibile, vengono fotografate da un vero fotografo di moda, attirando l’attenzione dei passanti sui pannelli che recitano lo slogan tenuti dagli attivisti.
Come è solito fare, Greenpeace ammonisce sulle implicazioni riguardanti l’acquisto di prodotti di cui non si conosce la filiera, e dunque sulla parte di responsabilità che ne può derivare, da parte di aziende italiane che da questi rivenditori si riforniscono, e non da ultimo, su chi compra il prodotto finale, contribuendo a mantenere vivo un mercato che sta distruggendo il nostro ultimo polmone verde:l’Amazzonia.
“Il messaggio che vogliamo lanciare, è che i vostri prodotti potrebbero essere contaminati con azioni a dir poco criminali – spiega la campainer – “se avete JBS fra i vostri fornitori, fatevi qualche domanda in più”. Greenpeace non è ancora riuscita a risalire alle aziende italiane, come fece già con i quattro anni di ricerca che portarono alla denuncia, nel 2009 con la campagna “Fai respirare l’Amazzonia” (la campagna portò aziende come Nike, Geox a rivedere l’intera filiera di produzione). Ma fatto è che l’azienda in Italia vende, e ha appena aperto una conceria nel nostro Paese.
Non esagerazioni da fanatici ambientalisti (bassezza qualunquista con cui spesso si liquidano questioni comuni), ma una questione di salute pubblica – se proprio non la si vuole considerare dal lato del rispetto del pianeta. Questione per ciascuno di noi, dall’industria fino all’utilizzatore finale, può essere responsabile, nel bene e nel male. Realizzato in due giorni dallo staff di Greenpeace, il sito www.salvatilapelle.org contiene tutti i documenti, nonché il video della protesta di oggi.
Accadimenti
Gheddafi è morto.Con lui finisce un'epoca in quel martoriato continente che è l'Africa.Arrivato al potere come liberatore in realtà Gheddafi teneva il popolo sotto un pugno di ferro dittatoriale,finendo per diventare quello che lui aveva sempre accusato negli altri,vale a dire un tiranno.La sua morte cambia molti scenari in quella fetta di Africa che si affaccia sul Mediterranneo.Soprattutto ci fa capire che è finita l'èra dei dittatori e che un po' in tutto il continente nero il popolo si avvierà ad un processo di democratizzazione dei vari stati,in maniera democratica o meno.La fame,la miseria,le malattie,il bassissimo livello di vita,le carestie,ormai non sono più tollerabili.Lo sfruttamento di quei Paesi fa e farà sempre più parte della Storia.L'unico pericolo è che il processo di democratizzazione venga interrotto con la sostituzione dei dittatori con i nuovi capi del fondamentalismo islamico,e allora da un abisso dittatoriale finirebbero in un gorgo teocratico che li riporterebbe indietro di secoli.
Cinema
In un piccolo appartamento di Chinatown (New York), occupato da un enorme computer, Max Cohen si dedica alla matematica, convinto che sia un linguaggio della natura e che tutto può essere capito attraverso i numeri, dall'andamento della Borsa, al vero nome di Dio, nascosto tra le lettere/numeri dei primi libri della Bibbia (Torah). Agenti di Borsa, rabbini, vecchi matematici si interessano alla sua scoperta. Esordiente nella regia (che gli è valsa un premio al Sundance 1998) come lo è il protagonista S. Gullette con cui ha scritto la sceneggiatura, D. Aronofsky ha fatto un film di fantascienza che tende all'infinito e al trascendente come il simbolo/numero ? (pi greco = 3,1415926536...) che gli dà il titolo. Esige spettatori non pigri, meglio se conoscono i frattali, e lo (ri)vedono in DVD: “Si avvicina molto, come complesso di elementi visivi, tematici e musicali, a quei sistemi complessi che vengono descritti durante il film. Tutto è connesso, collegato come in un enorme sistema nervoso.Un film disturbato e disturbante,tutto girato in un bianco e nero allucinato,movimenti di macchina fulminei come in una candid camera,attori stranianti in una storia che sfiora sempre il confine della follia.Ma il suo fascino è proprio li,nella diversità,nell'originalità,nel talento indiscusso di Aronofsky che verrà meglio fuori nei suoi film successivi.
mercoledì 19 ottobre 2011
Comicità
Pensieri
Poesie
Quando sono diventata un frutto
Maschio e femmina mia madre mi ha messa all'ombra della luna
Ma Adamo fui sacrificato alla mia nascita
Immolato ai mercenari della notte
E per consolarmi
Mi lav? con acqua torbida
E mi port? sul pendio di ogni montagna
Per lo spettro del silenzio e il rumore delle domande mi rese docile
Mi consacr? a Eva dello stupore e della trasformazione
E mi impast? con il buio e la luce
Un tempio ai diavoli del paradiso.
Straniera crebbi e nessuno si preoccup? del mio grano
Ho preferito disegnare la mia vita su una pagina bianca
Mela que nessun albero partor?
Poi ritagliarla e uscirne
Una parte di me vestita di rosso, un'altra parte di me in bianco
Non ero solo dentro e fuori del tempo
Perché ho avuto origine nei meandri celati
Prima di nascere pensavo
Di essere una massa abbondante
Di avere dormito a lungo
Di avere vissuto a lungo
E quando sono diventata un frutto
Ho saputo quel che mi attendeva.
Ho detto ai maghi di prendersi cura di me
Allora mi hanno presa.
Era
La mia risata
Bella e imbarazzata
Volavo sulle piume di un uccello e di notte diventavo un guanciale
Hanno gettato il mio corpo nei talismani
e hanno cosparso il mio cuore con il nettare della follia
Mi hanno recato un silenzio e dei racconti
E fatto in modo che io vivessi senza radici.
E da quel momento vago da un luogo all'altro
Indosso una nuvola ogni notte e parto
Solo io mi dico addio solo io mi do il benvenuto
Volo per sentirmi libera non perché ho paura
Torno dal desiderio non dal fallimento
la mia costanza è il mare e la mia bussola è la tempesta
nell'amore non getto l'ancora in nessun porto
il mio corpo è il viaggio e la mia morte è nel fermarmi
di notte lascio gran parte di me stessa
per abbandonarmi a un forte abbraccio quando ritorno
i miei fratelli gemelli sono la distanza e le isole
l'onda e la sabbia della spiaggia
il rifiuto e il desiderio voluttuoso della luna
l'amore e la morte dell'amore
chi comprende il mio ritmo mi conosce
mi segue
pero non mi raggiunge mai.
Joumana Haddad
martedì 18 ottobre 2011
Libri
«Dashiell Hammett - scriveva il suo discepolo Chandler nella Semplice arte del delitto - restituì l'assassinio alle persone che lo commettono per delle ragioni, non per fornire un cadavere, e con i mezzi a portata di mano, non con pistole intarsiate, curaro e veleni tropicali. Egli mise sulla carta queste persone come sono». In realtà è difficile dire che Hammett il fondatore dell'Hard boiled school, seguisse un preciso realismo: i suoi criminali sono gangster che battono le metropoli e non geni solitari che abitano magioni brumose: i suoi detective percorrono labirinti di strade e non dedali mentali tratti da testi di filosofia; ma non per questo è più probabile incontrarli nelle pagine della cronaca nera. Semmai Hammett immette nel genere poliziesco una pedagogia che mancava alla letteratura d'evasione: l'occhio critico, un inappagato desiderio di giustizia e di purezza, e ne sigla con questo il passaggio dalla separatezza alla letteratura maggiore. La ragazza dagli occhi d'argento è bella, maliosa, astuta, capace di doppie esistenze; se dietro di sé lascia una scia di cadaveri è per volgare sete di denaro, non perché appartenga al male metafisico, per l'ambizione inestinguibile di chi è stato povero. È un'anti-dark lady. E il detective che la stringe e infine la cattura è abbastanza sciatto e privo di immaginazione da non cadere innamorato di lei. Dopo tornerà al suo whisky e alla sua stanza fumosa, perché questo mondo è tutto indifferentemente brutto.
Dashiell Hammett (1894-1961) ex detective dell'Agenzia Americana Pinkerton, iniziò scrivendo racconti gialli, in cui era trasfigurata la sua esperienza, per la popolare rivista «Black Mask» . È stato l'innovatore in senso realistico del genere poliziesco di scuola americana. I suoi romanzi più famosi: Il falcone maltese (1930), La chiave di vetro (1931), L'uomo ombra (1932). Un matrimonio d'amore.
Cinema
La felice vita di Karen è sconvolta quando qualcuno violenta e uccide la figlia diciassettenne mentre lei sente per telefono, impotente, quel che sta succedendo. Il colpevole è arrestato, processato, prosciolto per un vizio di forma. Karen decide di farsi giustizia da sé. Accurato, corretto e scontato, è un film stanco, nonostante le finezze nella descrizione dei rapporti familiari. K. Sutherland, come cattivo, gigioneggia in modo imperdonabile.Bravi come sempre Sally Field ed Ed Harris.Peccato per il regista,Schlesinger,che ci aveva abituato a ben altri livelli di film.
Libri
Un racconto stupefacente che dà il titolo al volume che lo ospita,il "Dramma Stregato"è una sorta di Faust,dove la lotta tra il bene e il male alberga nell'animo dei protagonisti.Lui,uno scrittore teatrale,innamorato della sua amante,decide di far fuori la moglie che ormai considera come un impedimento alla propria felicità.Giorno dopo giorno matura questa decisione e a nulla valgono le lacrime della moglie che,saputo del tradimento del marito,decide lo stesso di continuare ad amarlo e servirlo e gli chiede soltanto qualche piccola attenzione.Il ritratto della moglie,incarnazione del bene assoluto e della virtù è semplicemente meraviglioso,e il modo come il marito,impersonificazione del male,la circuisce,la sfrutta,la inganna,decide di sopprimerla,la tratta con freddezza estrema e senza il minimo impulso umano verso la di lei sorte,è a livello delle migliori opere di Shakespeare.Un dramma potentissimo che in un gioco di specchi tra vita e arte illumina questa eterna lotta che riguarda ogni essere umano.
Accadimenti
Profumi inebrianti nelle boutique di abbigliamento, fragranze accattivanti nei negozi per la casa, odore di campi nei supermercati. Se entrate in un negozio che non sia una profumeria e avvertite un odore particolarmente piacevole, non è soltanto perché il commerciante vuole rendere l'ambiente confortevole: quei profumi nell'aria sono delle raffinatissime tecniche di vendita per convincervi a restare più a lungo nel negozio e a fare più acquisti. Puntare sugli odori per incrementare gli affari è una delle strategie principali adottate dai venditori che applicano i principi del cosiddetto marketing sensoriale. Di cosa si tratta? E' l'insieme delle tecniche che mirano a coinvolgere tutti e cinque i sensi dell'acquirente per spingerlo, spesso inconsciamente, a collegare il prodotto con percezioni positive e indurlo all'acquisto.
La teoria: coinvolgere i cinque sensi
Il concetto alla base di questa strategia, al momento una delle più utilizzate nell'ambito del marketing, è che il consumatore non fa le proprie scelte in modo totalmente razionale. Gli esperti riconoscono ormai quasi unanimemente che il processo di acquisto è prevalentemente irrazionale e, in molti casi, risponde a necessità psicologiche piuttosto che a bisogni concreti. Alcuni studi hanno dimostrato che più dei due terzi delle scelte di consumo sono fatte in base a sensazioni soggettive non riconducibili alla razionalità e attivate da stimoli sensoriali ricevuti con la comunicazione pubblicitaria o direttamente al momento dell'acquisto. Fino a pochi anni fa, i due sensi stimolati per promuovere i prodotti e diffondere la popolarità dei brand erano sostanzialmente la vista e l'udito: nei messaggi pubblicitari si puntava sempre di più a migliorare il potere evocativo delle immagini e delle musiche e nei negozi si poneva ancora più attenzione nella cura dell'estetica e del design. Negli ultimi periodi, invece, le aziende hanno cominciato a mettere in gioco anche le enormi potenzialità degli altri tre sensi, e in particolare dell'olfatto.
Il potere dell'olfatto
Gli odori vengono sfruttati con sempre maggior frequenza soprattutto per la loro straordinaria capacità di imprimersi nella memoria a lungo termine, che è in grado di immagazzinare e ricordare più di 10mila profumi diversi. Il cervello umano elabora gli odori sotto forma di emozioni e li collega ai ricordi e alle situazioni in cui sono stati percepiti per la prima volta. E' per questo che hanno un effetto molto più forte rispetto agli altri stimoli sensoriali. Perciò, se in un negozio viene diffuso un aroma che riesce per esempio a sollecitare un ricordo d'infanzia del consumatore, la possibilità che quest'ultimo associ uno o più prodotti a sensazioni positive è molto più alta. Lavorando sugli odori, quindi, si agisce sulle percezioni che i consumatori hanno della merce in vendita: il prodotto non è più solo un oggetto materiale ma diventa un'esperienza a tutto tondo. Così, un semplice profumo può diventare una forma sottile di manipolazione della mente per spingere i clienti a fare certi tipi di acquisti.
Un vantaggio ulteriore, almeno per le aziende che utilizzano questi meccanismi, è che il consumatore difficilmente può opporre resistenza, dal momento che la parte del cervello coinvolta in questo processo è quella irrazionale, "governata" dall'emisfero destro. In più, associare un odore a un prodotto riesce a dargli un'identità più marcata, e questo fa ricordare meglio l'oggetto e rafforza la "brand loyalty", ovvero la fedeltà dell'acquirente a un marchio. Ma non è tutto. Diffondere in un negozio dei profumi gradevoli contribuisce naturalmente a creare un'atmosfera più piacevole che invoglia i clienti a trattenersi di più. E numerose statistiche hanno dimostrato che più un cliente rimane in un negozio, più alta è la probabilità che faccia degli acquisti.
Gli esempi pratici
Le applicazioni concrete di queste teorie sono numerose. Per esempio, in alcuni supermercati si fa in modo di diffondere nell'aria fragranze che rimandano agli odori dei campi in modo da spingere i clienti a rallentare l'andatura, muoversi senza fretta e quindi dedicare più tempo agli acquisti. Nel settore immobiliare, non sono pochi gli agenti di vendita che, quando portano i potenziali acquirenti a visitare un appartamento fanno trovare in casa un gradevole aroma di caffé o di dolci appena sfornati: è un meccanismo che attiva sensazioni positive e familiari legate all'infanzia, al rapporto con la propria madre. Negli Stati Uniti, dove il marketing sensoriale è ancora più utilizzato, capita spesso di trovare boutique di abbigliamento e negozi di scarpe in cui vengono spruzzati profumi "attraenti". Per esempio, pare che i punti vendita della catena Abercrombie & Fitch diffondano nell'aria e anche sui prodotti un'acqua di colonia particolare aromatizzata ai feromoni. La tattica è rivolta soprattutto alla clientela di sesso femminile: il profumo, preparato sapientemente, indurrebbe le donne a entrare nei negozi, avvicinarsi agli uomini e stimolare, in via indiretta, la voglia verso il possesso. In questo modo, le clienti tendono a comprare di più. Secondo alcune testimonianze, la medesima tecnica sarebbe utilizzata dal brand di vestiario anche in Italia.
Per rendere più agevole la diffusione degli odori, molti gestori acquistano degli apparecchi tecnologici per la nebulizzazione che consentono di trasformare liquidi e alimenti profumati in vapore secco per poi spargerli nell'aria. Per alcuni tipi di profumi è un'operazione indispensabile. NetCost Market, una catena di supermercati americana, ha fissato in alcuni dei suoi principali punti vendita delle macchinette che nebulizzano l'odore del cioccolato e del pane fresco. L'obiettivo? Far aumentare l'appetito dei clienti, in modo che comprino più prodotti alimentari possibile. Non a caso, nei luoghi in cui è stata fatta la sperimentazione, si è verificato un significativo aumento delle vendite di quasi tutti i prodotti, compresi carne, frutta e verdura.
Il gusto e il tatto
Le tecniche di vendita ispirate al marketing sensoriale mirano a coinvolgere anche gli altri due sensi: il tatto e il gusto. Per quanto riguarda il primo, le aziende puntano sempre di più a realizzare prodotti con materiali che danno sensazioni tattili più forti e a orientare il design di negozi e locali anche in base a ciò che i clienti possono toccare e sfiorare con le loro mani. Nell'arredo di caffetterie e ristoranti, per esempio, molto spesso è scelto il legno perché a contatto con le dita provoca sensazioni più piacevoli e familiari. Va da sé che se un cliente si sente quasi "a casa" in un locale, tende a restarci più tempo e quindi a consumare di più.
Quanto al gusto, non fanno testo le imprese che operano nel "food & beverage" perché è nel loro dna l'obbligo di migliorare costantemente questo aspetto per stimolare i consumatori a fare più acquisti. Le aziende attive in altri settori, invece, associano con sempre maggior frequenza i loro prodotti e servizi agli alimentari. Non è raro infatti assistere a degustazioni di vini, formaggi o altri alimenti in negozi di abbigliamento, librerie, cinema e così via. Il cliente percepisce inconsapevolmente che il "sapore" degli oggetti in vendita, dai vestiti ai libri, è quello dei cibi associati. Quindi, se la qualità dei cibi e dei drink offerti è apprezzata dal consumatore, la probabilità che metta mano al portafogli cresce.
giovedì 13 ottobre 2011
Cinema
Marito, padre, affermato pubblicitario: una vita apparentemente perfetta, quella di Charles. Ma l'essere umano è debole, e l'insoddisfazione latente farà deragliare l'uomo dal proprio binario prefissato di fronte all'incontro fortuito con Lucinda, sul treno delle 8. Tra i due, entrambi sposati, scoccherà la fatidica scintilla, che li condurrà inesorabilmente in una stanza di motel. Gli amanti verranno però presto interrotti da un malvivente, il quale, dopo averli rapinati e pestato a sangue Charles, stuprerà la donna. Tra senso di colpa e impossibilità di denunciare l'accaduto alla polizia per evitare lo scandalo, l'uomo continuerà ad essere perseguitato dal criminale. Charles si troverà così messo alle corde dal ricatto, fino alla scoperta di un'incongruenza che lo porterà a intuire verità insospettabili.Un buon thriller supportato soprattutto dalle ottime interpretazioni di ottimi attori,Clive Owen su tutti,ma anche Vincent Cassel nel ruolo del criminale cattivo,e Jennifer Aniston,nella duplice parte di donna innamorata e di fredda e cinica manipolatrice di uomini.
Pensieri
Accadimenti
Accade a volte di imbattersi in qualcosa che ci rituffa nelle nostre radici ed allora ecco che riemergono dagli abissi del tempo vascelli di ricordi di trent'anni vissuti in un posto,che è Roma,onore ed orrore di città,passato glorioso e presente incerto.Su quei ciottoli ci sono nato,cresciuto,caduto nei miei primi passi,ci ho corso,riso,ballato,fatto l'amore,vissuto attimi di gioia intensa e dolori atroci.Ma quelle sono le radici che ognuno si porta dietro,i profumi,le strade,il dialetto,l'ironia,lo sdrammatizzare sempre tutto,l'enorme pazienza,i miracoli d'arte che ad ogni angolo ti fanno capire il senso del tempo e ridimensionano te come essere umano,l'amore per una squadra di calcio che,come recita una canzone,ha i colori del sole e del cuore,i quartieri sempre affollati di persone,e poi i posti dove magari stai in silenzio in perfetta solitudine in mezzo a due milioni di persone.La tua libreria preferita dove per trent'anni andavi non solo per acquistare libri ma dove ti venivano regalati racconti di vita e di una Roma che non c'èra già allora più, da parte del titolare.L'Università con il viavai chiassoso di studenti di ogni posto,razza,lingua,colore,la palestra dove fatica e sudore si mischiavano agli odori dei tatami e al profumo dell'incenso,al sentirsi addosso la ruvidezza del judogi e nell'anima una cultura sorella.Il lavoro con lo scorrere veloce del tempo,gli incontri importanti e quelli miserrimi,con l'abbracciare il mondo ma ritornare sempre a casa.E malgrado ormai viva,felice,in un'altra città da tanto tempo,Roma è e sarà sempre per me casa,sarà sempre un tutt'uno con Stefano perchè anche se non ci fossi nato l'avrei sempre scelta,anche se non ci avessi mai vissuto l'avrei sempre adorata per il profumo del Tempo e della Storia che qui si respira come raramente in altri posti.E' li che è partita la storia della mia famiglia,qualche secolo fa ed è li che c'è l'albero sotto il quale so di potermi sempre rifugiare.
Cinema
Yuri Orlov è un trentenne ucraino immigrato con la famiglia negli Stati Uniti con tanta voglia di emergere, ma pochi mezzo per farlo. Un giorno Yuri - uno straordinario Nicolas Cage - intuisce che il traffico d'armi può diventare il suo passaporto verso la vita agiata che ha sempre sognato e infatti, in breve tempo, conquista tutto ciò che desidera: soldi, potere e la donna dei suoi sogni. Alla sua rapida ascesa si oppone però Jack Valentine, un giovane agente idealista dell'Interpool, interpretato da Ethan Hawke.
La storia che Andrew Niccol porta sullo schermo è inventata, ma si ispira a fatti e persone reali, mostrando i retroscena del traffico d'armi e degli intrighi politici che lo rendono possibile. Lord of war è un film che alterna con maestria momenti drammatici e ironici, scene d'amore e d'azione, ma è soprattutto un atto di denuncia. Guardandolo si capisce perché il regista abbia incontrato tante difficoltà a reperire i fondi per il progetto, presentato nel 2004 a ridosso dell'inizio del conflitto in Iraq, sebbene Niccol non sia Michael Moore e la sua denuncia non sia rivolta solo agli Stati Uniti, ma a tutti i paesi membri permanenti del consiglio di sicurezza dell'Onu, tutt'oggi i maggiori produttori di armi al mondo.
martedì 11 ottobre 2011
Psicologia
L'Anima delle Donne
L'aspetto più sorprendente della relazionalità, è dato dal fatto che possiamo vivere alcuni aspetti del nostro mondo interno con una certa persona, ed altri aspetti con una persona diversa. E' il nostro assetto psicologico che ci impone di ricercare il nutrimento da più fonti, ma in genere la società non perdona questo tipo di scelte. Il collettivo giudica molto male coloro i quali, nello stesso momento, traggono il proprio nutrimento psicologico da più persone. [...] Persefone non è simbolo di indipendenza nè di forza - come invece Afrodite - ma essa rappresenta la possibilità di crescere e trasformarsi. Però, diversamente da Afrodite che non aveva alcun bisogno di un compagno per sentirsi viva, Persefone non può emergere dal suo bozzolo, esprimersi e conqjuistare la consapevolezza, se non grazie all'intervento dell'elemento maschile.
Secondo la versione maggiormente diffusa, Persefone - la dea degli inferi - era figlia di Zeus e Demetra. Le notizie più interessanti su Persefone le ritroviamo nel celebre "Inno a Demetra" ove il tema portante della vicenda appare essere quello del rapimento di Persefone da parte di Ade, fratello di Zeus. [...] Il celebre mito di Demetra e Persefone si è poi trasformato nel principio primo dei Misteri Eleusini, ossia dei più importanti rituali religiosi diffusi nell'antica Grecia.[...]
Nel momento in cui Ade distrugge la sua ingenuità e tutte le sue illusioni, Persefone cessa di essere una fanciulla spensierata e diventa donna. Diventare uomini o donne non è semplicemente il risultato di un processo biologico, ma di una trasformazione psicologica. La vera trasformazione psicologica si realizza solo nel momento in cui noi ci confrontiamo con altre realtà e viviamo esperienze psicologiche sempre differenti. Se non accettiamo di aprirci a questo tipo di esperienze, noi ci rifiutiamo di vivere. Per quanto il discorso possa apparire semplice, in realtà è molto diverso, nel senso che "vivere" non è mai facile, implica dei rischi, incute timore. Tuttavia non dovremmo mai dimenticare che occorre accettare questo tipo di rischio, trovare il coraggio di affrontare la vita. Ma poichè nulla può esserci regalato e ogni grande meta implica sempre un prezzo elevato da pagare, occorre accettare il prima possiblle l'idea che anche la nostra trasformazione psicologica richiede un grosso impegno. [...] Lo sviluppo psicologico dunque, dovrebbe essere letto come il risultato di una lunga ed estenuante lotta contro le difficoltà del vivere e la deleteria tendenza a trarci indietro dinanzi a esse. Una buona "performance" psicologica è raggiungibile solo attraverso la dimensione delle esperienze.
"L'anima delle donne" Aldo Carotenuto
Pensieri
Cinema
Il film dipinge uno squarcio della middle class americana.Famiglie dove il marito si dedica esclusivamente alla carriera,trascurando la moglie e la figlioletta,moglie che trascura il marito dedicandosi solo al lavoro e pretendendo da lui una carriera legale che detesta,un pedofilo messo in libertà vigilata che terrorizza tutti gli abitanti della zona bene che hanno bambini.In questo mix di umori,sentimenti espressi e sfumati,infelicità palesi e conformismo provinciale,si snodano le vite dei personaggi che vivono le loro piccole grandi tragedie.Sarah(Kate Winslet),moglie trascurata si innamora del papà bello e dolce che ogni giorno porta nel giardinetto suo figlio e tra loro due scoppia una passione irrefrenabile che fa toccare loro una felicità pura e densa.Todd,che si innamora di Sarah,è sposato con Kathie che pensa solo alla sua carriera e pretende da lui studio e carriera nell'ambito legale,senza neanche capire le sue aspettative e negandogli l'affettuosità e la passionalità che una moglie più attenta avrebbe dovuto avere.Ronnie è il pedofilo che vive con sua madre circondato da cittadini che ogni giorno tappezzano di manifestini la sua dimora invitandolo ad andarsene e dovunque vada è seguito dalla polizia e vive come barricato sorretto solo dall'amore indomabile di sua madre.Tutto alla fine si sgretolerà e si ribalterà,tutti apriranno gli occhi e dove c'era amore ritorna la consuetudine,dove c'era indifferenza ritornerà l'amore,dove c'era odio ci sarà comprensione.Un bel film sorretto dalle solide interpretazioni della sempre eccellente Winslet,della ottima Jennifer Connelly,del belloccio e bravino Patrick Wilson.I bambini a cui si riferisce il titolo non sono solo i motivi per cui tutti gli avvenimenti si scatenano ma sono anche gli adulti che in certi sprazzi ritrovano quella loro parte di adolescenziale infantilismo che,seppur per un attimo,li toglie dalla polvere dell'oscura mediocrità quotidiana.
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