martedì 24 novembre 2009

Poesie


Canzone del maschio e della femmina

Il frutto dei secoli

che spreme il suo succo

nelle nostre vene.

La mia anima che si diffonde nella tua carne distesa

per uscire migliorata da te,

il cuore che si disperde

stirandosi come una pantera,

e la mia vita, sbriciolata, che si annoda

a te come la luce alle stelle.

Mi ricevi

come il vento la vela.

Ti ricevo

come il solco il seme.

Addormentati sui miei dolori

se i miei dolori non ti bruciano,

legati alle mie ali,

forse le mie ali ti porteranno,

dirigi i miei desideri, forse ti duole la loro lotta.

Tu sei l'unica cosa che possiedo

da quando persi la mia tristezza.

Lacerami come una spada

o senti come un'antenna.

Baciami,

mordimi,

incendiami,

che io vengo alla terra

solo per il naufragio dei miei occhi di maschio

nell'acqua infinita dei tuoi occhi di femmina.

Pablo Neruda

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