Frase che mi ha affascinato profondamente da sempre, dal primo momento in cui ho studiato l'autore della sua formulazione.
L'aggregazione sociale è una scelta di convenienza che impedisce agli istinti singoli di prevalere ma la forza di una simile concezione è nello stimolare l'approfondimento sulla interrelazione natura egoistica/natura solidale entrambe insite nell'animo umano.
Come si relaziona il tendere irrinunciabile, sopra ogni cosa e ad ogni costo, all'autoconservazione rispetto ad una apparente innata e, coesistente con il suo opposto, natura “gregaria” degli esseri umani? E al senso di solitudine, alias alla paura dell'abbandono che, di solito, si tende in ogni modo a rifuggere? Come riescono i sentimenti, che pure fanno parte della natura umana, a vincere il detto “mors tua vita mea”?
Per Hobbes il vantaggio del singolo a danno degli altri e la possibilità di realizzare il proprio bisogno di incremento dello spirito vitale che provoca benessere sono le motivazioni profonde che spingono gli esseri umani ad accettare l'organizzazione in gruppi ma la decisione “forzata” di assoggettamento ad una volontà esterna alla propria si stempera nel momento in cui, riprendendo il concetto biblico del Leviatano, ossia di autorità suprema e insuperabile che agisce in nome di tutti, Hobbes riconosce che l'opportunismo singolo diventa, nella formula del “contratto sociale”, certezza di bene e di protezione globale di tutti gli individui.
Credo che il punto sia in che modo siamo solitari e in che modo interagiamo con gli altri.Sul primo punto Schopenauer secondo me ha scritto le cose più profonde,e cioè che soltanto con una ccostante e profonda autoanalisi si tende alla conoscenza di sè e quindi a quel processo di crescita interiore che ci permette di definirci con un termine conclusivo "Uomini".Sul secondo aspetto sono d'accordo con Russell che diceva che l'essere umano è un animale sociale e la sua crescita e formazione dipendono molto dall'interazione con gli altri,dagli stimoli esterni,dallo scambio,dal vivere nel mondo percependo ogni cosa.La sintesi di questi due concetti secondo me,una sintesi efficace,la si trova nel Tao te ching che dichiara che ogni essere vivente deve armonizzarsi con l'ambiente che lo circonda,deve attrarre ed essere attratto,deve assorbire ed espettorare,essere come una pianta,assorbire anidride carbonica ed espettorare ossigeno puro senza che ciò danneggi lei ma con estremo beneficio per tutto ciò che la circonda.
Frase che mi ha affascinato profondamente da sempre, dal primo momento in cui ho studiato l'autore della sua formulazione.
RispondiEliminaL'aggregazione sociale è una scelta di convenienza che impedisce agli istinti singoli di prevalere ma la forza di una simile concezione è nello stimolare l'approfondimento sulla interrelazione natura egoistica/natura solidale entrambe insite nell'animo umano.
Come si relaziona il tendere irrinunciabile, sopra ogni cosa e ad ogni costo, all'autoconservazione rispetto ad una apparente innata e, coesistente con il suo opposto, natura “gregaria” degli esseri umani? E al senso di solitudine, alias alla paura dell'abbandono che, di solito, si tende in ogni modo a rifuggere?
Come riescono i sentimenti, che pure fanno parte della natura umana, a vincere il detto “mors tua vita mea”?
Per Hobbes il vantaggio del singolo a danno degli altri e la possibilità di realizzare il proprio bisogno di incremento dello spirito vitale che provoca benessere sono le motivazioni profonde che spingono gli esseri umani ad accettare l'organizzazione in gruppi ma la decisione “forzata” di assoggettamento ad una volontà esterna alla propria si stempera nel momento in cui, riprendendo il concetto biblico del Leviatano, ossia di autorità suprema e insuperabile che agisce in nome di tutti, Hobbes riconosce che l'opportunismo singolo diventa, nella formula del “contratto sociale”, certezza di bene e di protezione globale di tutti gli individui.
Credo che il punto sia in che modo siamo solitari e in che modo interagiamo con gli altri.Sul primo punto Schopenauer secondo me ha scritto le cose più profonde,e cioè che soltanto con una ccostante e profonda autoanalisi si tende alla conoscenza di sè e quindi a quel processo di crescita interiore che ci permette di definirci con un termine conclusivo "Uomini".Sul secondo aspetto sono d'accordo con Russell che diceva che l'essere umano è un animale sociale e la sua crescita e formazione dipendono molto dall'interazione con gli altri,dagli stimoli esterni,dallo scambio,dal vivere nel mondo percependo ogni cosa.La sintesi di questi due concetti secondo me,una sintesi efficace,la si trova nel Tao te ching che dichiara che ogni essere vivente deve armonizzarsi con l'ambiente che lo circonda,deve attrarre ed essere attratto,deve assorbire ed espettorare,essere come una pianta,assorbire anidride carbonica ed espettorare ossigeno puro senza che ciò danneggi lei ma con estremo beneficio per tutto ciò che la circonda.
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