venerdì 29 ottobre 2010

Cinema


Un tuffo.Il fondo marino.La testa che tocca violentemente la sabbia profonda.L'immagine iniziale e l'immagine finale chiudono il cerchio di questa storia,di questa vita,perchè il film narra una storia realmente accaduta,quella di Ramon Sampedro,il primo uomo in Spagna ad avere posto il problema dell'eutanasia come scelta personale di porre fine alla propria sofferenza,alla propria incapacità di essere di nuovo sè stessi pienamente,senza dipendere da nessuno.Ramon è costretto immobile su un letto curato dai familiari che sopportano il suo sarcasmo e le sue continue richieste di aiuto a morire.Con il nipote ha un rapporto particolare,lo vede quasi come un figlio e con lui inventa nuovi oggetti,nuovi meccanismi in una dolce complicità.A lui dedicherà la sua poesia più bella.Aggrappati al destino di Ramon ci sono la sua avvocatessa che cerca in tutti i modi di modificare la legge e permettere a Ramon di portare a termine il suo intento senza andare contro la legge,a sua volta vittima di un destino crudele e che vivrà con Ramon un legame intensissimo e tenero;La cognata che lo cura,lo lava,lo veste,lo imbocca,gli dà le medicine,come una mamma al suo figlioletto,e nella sua semplicità si scorge tutta la profondità di una donna che vive in silenzio i suoi sentimenti;La giovane che,incuriosita dalla sua storia sentita alla radio,va a trovarlo e inizia con lui un cammino che porterà all'amore e alla sua scelta definitiva d'amore.Il tutto condito dalle musiche di wagner,dal nessun dorma,dalla bellezza dei suoni,dalla bellezza dei paesaggi che sono oltre quella finestra,dalla bellezza di una corsa fuori dal letto che ti proietta oltre le valli,oltre le colline,fino a raggiungere una spiaggia assolata,abitata da una sola donna,che lo osservava,e poi il respiro profondo,la salsedine che penetra forte nelle radici e poi giù,il volo.Semplicemente straordinaria l'interpretazione di Bardem,per me un grandissimo attore,la regia stupenda,tutto è armonia e perfettamente dosato,l'emozione,la riflessione,il sorriso,l'umana pietà,la filosofia,l'amore,la disperazione,il dolore,la vita che scorre e quella che vorrebbe fermarsi per sempre.Un capolavoro.

2 commenti:

  1. Di questo film, oltre alla splendida e indiscutibile bravura dei protagonisti (Bardem è fenomenale ma nulla da eccepire anche sugli altri attori, numericamente pochi ma ben selezionati) mi ha colpito la "forza leggera" e quasi romantica con cui viene trattato un argomento che di delicatezza ne ha davvero tanto bisogno.

    Ritengo che non si arriverà mai ad un parere univoco; l'eutanasia è un'idea che parte dalla coscienza e dal concetto di vita che ognuno ha, troppo personale perchè anche un film possa risolverne il dilemma.

    Ma Amenabar indaga a fondo le motivazioni poco morali e molto pratiche di chi vive una vita effettivamente dimezzata e vuole porvi fine.
    Le accarezza nelle scene, nell'intimità del malato, nel suo travagliato rapporto con chi gli sta, per dovere o per amore, accanto ogni istante annullandosi nei suoi bisogni, nella visione del mondo che lui potrà visitare solo con la fantasia di un volo imamginario.

    Nel bene o nel male,a torno o a ragione, alla fine del film qualcuno decide che è giusto aiutare a morire chi non vuole più vivere.

    Splendida la poesia finale.
    Toccanti ed emozionanti le sue parole, al limite di un mare causa di dolore e che però riaccoglie nella sua vasta immensità una nuova dimensione di esistenza.

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