sabato 28 agosto 2010
Poesie
The night you slept
Anche la notte ti somiglia,
la notte remota che piange
muta, dentro il cuore profondo,
e le stelle passano stanche.
Una guancia tocca una guancia &endash;
è un brivido freddo, qualcuno
si dibatte e t'implora, solo,
sperduto in te, nella tua febbre.
La notte soffre e anela l'alba,
povero cuore che sussulti.
O viso chiuso, buia angoscia,
febbre che rattristi le stelle,
c'è chi come te attende l'alba
scrutando il tuo viso in silenzio.
Sei distesa sotto la notte
come un chiuso orizzonte morto.
Povero cuore che sussulti,
un giorno lontano eri l'alba.
4 aprile 1950
Cesare Pavese
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Due
RispondiEliminaUomo e donna si guardano supini sul letto:
i due corpi si stendono grandi e spossati.
L'uomo è immobile, solo la donna respira più a lungo
e ne palpita il molle costato. Le gambe distese
sono scarne e nodose, nell'uomo. Il bisbiglio
della strada coperta di sole è alle imposte.
L'aria pesa impalpabile nella grave penombra
e raggela le gocciole di vivo sudore
sulle labbra.
Gli sguardi delle teste accostate
sono uguali, ma più non ritrovano i corpi
come prima abbracciati. Si sfiorano appena.
Muove un poco le labbra la donna, che tace.
Il respiro che gonfia il costato si ferma
a uno sguardo più lungo dell'uomo. La donna
volge il viso accostandogli la bocca alla bocca.
Ma lo sguardo dell'uomo non muta nell'ombra.
Gravi e immobili pesano gli occhi negli occhi
al tepore dell'alito che ravviva il sudore,
desolati. La donna non muove il suo corpo
molle e vivo.
La bocca dell'uomo s'accosta.
Ma l'immobile sguardo non muta nell'ombra.
Cesare Pavese
L'ho letta almeno tre volte per quanto è bella,e la conoscevo ma l'avevo dimenticata in qualche recesso della memoria.....
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