sabato 2 aprile 2011

Cinema


Uno dei film italiani sull'insensatezza della guerra più belli mai fatti.Narra la storia vera di una troupe cinematografica che si trova,suo malgrado,ad essere vittima della strage di Nassiriya,in Iraq.Il regista del film,Aureliano Amadei,che scrisse anche un bellissimo libro sul fatto,essendo stato testimone oculare della strage,scampato per miracolo all'attentato,ci mostra senza fronzoli cosa significa la normalità,i rapporti personali distesi,tra un gruppo di soldati in "missione di pace"in una zona di guerra e un giovane aiuto regista provenienti dai centri sociali con l'unica speranza ed illusione di poter filmare e fermare un attimo di realtà.Terrificante la sequenza dell'attentato,con la ripresa della sola mano insanguinata del giovane aiuto regista mentre tutto intorno a lui era odore di sangue,di corpi bruciati,di pallottole vaganti,di urla strazianti.Mano che scavava nella sabbia per raggiungere un riparo dove ormai non c'era più nulla da salvare,se non quello che restava del proprio corpo mutilato e straziato.Grandissima prova d'attore di Vinicio Marchioni che ormai ha raggiunto una grande maturità scenica,e di Carolina Crescentini davvero bravissima nel ruolo della fidanzata,specie nelle sequenze nell'ospedale militare.Ha vinto numerosi premi questo film ma secondo me dovrebbe essere mandato in onda in prima serata per mostrare a tutti cosa significa scegliere la distruttività per risolvere i problemi,vedere quanto l'Uomo sia pregno di illusioni,di manie di grandezza,di eroismi di cartapesta,e ricada sempre nello stesso errore di fare la guerra, per garantire la pace o meno.

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