giovedì 28 aprile 2011

Accadimenti


Oggi alle prime luci dell’alba attivisti di Greenpeace hanno trasformato il Circo Massimo in un memoriale a cielo aperto piantando duemila croci per ricordare le vittime della tragedia nucleare di Cernobyl nel giorno del 25° anniversario dell’esplosione del reattore.

“Queste croci ricordano simbolicamente le vittime di Cernobyl – dichiara Salvatore Barbera, responsabile della campagna Nucleare di Greenpeace Italia -, ciò che abbiamo imparato dall’incidente è che l’energia nucleare è troppo pericolosa per avere un futuro. Una lezione che molti governi, compreso il nostro, si ostinano a ignorare”. L’esplosione del reattore numero 4 della centrale di Cernobyl e l’incendio che ne seguì sono passati alla storia come il più grande incidente nucleare civile di sempre, con un’emissione di radiazioni nell’atmosfera centinaia di volte superiore a quella delle bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki.

Le conseguenze del disastro interessarono tutto il continente europeo e persistono ancora oggi. Uno studio pubblicato da Greenpeace nel 2006 indica che sulla base delle statistiche oncologiche nazionali della Bielorussia, i casi di cancro dovuti alla contaminazione di Cernobyl sono stimati in 270mila di cui 93mila letali nei settant’anni successivi all’incidente.

A marzo 2011 una squadra di esperti di Greenpeace ha realizzato una serie di analisi nella regione circostante la centrale, riscontrando sia un rischio per la fragilità del sarcofago che attualmente copre il reattore, sia la presenza di alimenti contaminati nella zona. Un quarto di secolo dopo il disastro di Cernobyl, il mondo – e in particolare il popolo giapponese – vive di nuovo sulla sua pelle un incidente nucleare che, pur avendo emesso al momento meno radiazioni, potrebbe avere conseguenze ancora più drammatiche, perché la quantità totale di elementi radioattivi negli impianti di Fukushima è molte volte superiore a quella di Cernobyl. Proprio come Cernobyl, l’incidente della centrale di Fukushima è stato classificato di settimo livello, il più alto, della scala INES della IAEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) che definisce il livello di gravità degli incidenti nucleari.

Sulle croci piantate dagli attivisti di Greenpeace c’è anche la data del
12-13 Giugno 2011, quando dovrebbe tenersi il referendum sul nucleare che il governo italiano sta cercando di affossare. Secondo Greenpeace il governo, che è responsabile di aver cercato di riportare il nucleare in Italia, cerca solo di prendere tempo e di confondere i cittadini.

“È paradossale che a meno di due mesi dal referendum gli italiani non sappiano ancora con sicurezza se verranno chiamati a decidere su un tema tanto importante come quello del nucleare. Il governo, invece di sabotare il referendum cercando di truffare gli italiani, deve dichiarare una volta e per sempre la fine del nucleare in Italia, prendendo impegni solenni per promuovere le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica” – commenta Barbera.

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