lunedì 7 novembre 2011

Poesie


DISATTENZIONE




Ieri ho agito male nel cosmo.
Un giorno trascorso senza fare domande,
senza stupirmi di niente.

Ho svolto attività quotidiane,
come se fosse tutto il dovuto.

Inspiravo, espiravo, un passo e poi l'altro, incombenze
senza un pensiero che andasse più in là
dell'uscire di casa e tornarvi.

Il mondo che poteva essere visto preda della follia,
io lo ho preso solo per uso ordinario.

Nessun come è perché --
ma da dove è spuntato uno così --
a cosa gli servono tanti dettagli in movimento.

Ero come un chiodo piantato in superficie nel muro
(e qui c'è un paragone che ieri è mancato).

Uno dopo l'altro c'erano cambiamenti
perfino nel giro ristretto d'un batter d'occhio

Sul tavolo più giovane, da una mano d'un giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.

le nuvole erano come non mai, come non mai era la pioggia
poiché dopo tutto cadeva con gocce diverse.

La terra girava intorno al proprio asse
ma già in uno spazio lasciato per sempre.

E' durato ventiquattr'ore buone
millequattrocentoquaranta minuti di occasioni.
Ottantaseimilaquattrocento secondi di visioni.

Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po' d'attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
giocato con regole ignote.



W.Szymborska

1 commento:

  1. Il 16 maggio 1973

    Una delle tante date
    Che non mi dicono più nulla.

    Dove sono andata quel giorno,
    che cosa ho fatto – non lo so.

    Se lì vicino fosse stato commesso un delitto
    - non avrei un alibi.

    Il sole sfolgorò e si spense
    Senza che ci facessi caso.
    La terra ruotò
    E non ne presi nota.

    Mi sarebbe più lieve pensare
    Di essere morta per poco,
    piuttosto che ammettere di non ricordare nulla
    benché sia vissuta senza interruzioni.

    Non ero un fantasma, dopotutto,
    respiravo, mangiavo,
    si sentiva
    il rumore dei miei passi,
    e le impronte delle mie dita
    dovevano restare sulle maniglie.

    Lo specchio rifletteva la mia immagine.
    Indossavo qualcosa d’un qualche colore.
    Certamente più d’uno mi vide,

    Forse quel giorno
    Trovai una cosa andata perduta.
    Forse ne persi una trovata poi.

    Ero colma di emozioni e impressioni.
    Adesso tutto questo è come
    Tanti puntini tra parentesi.

    Dove mi ero rintanata,
    dove mi ero cacciata –
    niente male come scherzetto
    perdermi di vista così.

    Scuoto la mia memoria –
    Forse tra i suoi rami qualcosa
    Addormentato da anni
    Si leverà con un frullo.

    W. Szymborska

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