domenica 13 novembre 2011

Libri


Un romanzo in cui compaiono soltanto personaggi realmente esistiti, ai quali Eco attribuisce frasi, azioni e pensieri documentati dalle fonti dell’epoca. L’unico personaggio inventato è il protagonista, Simone Simonini, di professione notaio, falsario, ma soprattutto spia. Cresciuto nella Torino oscura di metà Ottocento, Simonini, figlio di un carbonaro, viene educato da suo nonno, capitano della guardia regia e da un prete gesuita. Nei suoi incubi da bambino il terribile Mordechai, il leggendario ebreo errante, lo insegue per ucciderlo e impastare il pane azzimo con il suo sangue cristiano. È così che nasce in lui l’odio, anzi, la repulsione verso gli ebrei del ghetto di Torino e verso le donne, portatori entrambi di corruzione e peccato.
Ma Simonini non si limita a odiare gli ebrei e non ha un solo nemico da affrontare. Il suo astio e la sua stizza si rivolgono verso tutti: carbonari, repubblicani, francesi, piemontesi, massoni, gesuiti, satanisti, tedeschi, poveri e ricchi, senza distinzione di sorta. Un rancore covato lungo i settant’anni della sua vita, trascorsa tra Torino, Palermo e Parigi, un odio meditato sullo scranno del suo studio notarile mentre falsifica documenti, oppure nelle bettole di mezza Europa dove ingaggia ingenui bombaroli. Simonini è uno dei migliori falsari dell’epoca, una laurea in giurisprudenza gli ha fornito la perizia tecnica, ma l’arte di imitare le grafie altrui è una sorprendente dote naturale. Se ne avvantaggerà di volta in volta, e dietro lauti compensi, ognuno dei suoi acerrimi nemici, ai quali non esita a vendersi. È così che nella sua avventurosa vita, il notaio Simonini si ritroverà sulla nave di Alexandre Dumas che approda in Sicilia al seguito dei Mille garibaldini.
La sua missione, foraggiata dai servizi segreti sabaudi, è quella di falsificare i documenti contabili che tiene il giovane attendente Ippolito Nievo, per nascondere il complotto massone che sta dietro all’unificazione dell’Italia; mentre sono gli attentati dinamitardi degli anarchici contro Napoleone III a condurlo nelle vie malfamate di Parigi. Una vita fatta di brevi alleanze e tradimenti, di travestimenti, così come si addice alla classica spia dell’epoca, di messe nere, di propaganda e poi, naturalmente, di complotti. C’è una grande opera a cui Simonini dedica tutta la vita e che interessa i servizi segreti di mezza Europa - russi, prussiani, francesi, ma anche cattolici e gesuiti - sono i Protocolli dei Savi di Sion, una serie di documenti - falsi e scritti di suo pugno - che attestano l’avvenuto incontro di dodici Rabbini a capo di tutte le comunità ebraiche nel cimitero di Praga. Una riunione segreta che avviene ogni cento anni e in cui gli ebrei complottano per rovesciare tutti i governi del mondo e conquistare il potere assoluto a spese dei popoli. In realtà il vero complotto è quello di Simonini, che mette insieme tutti gli scritti pubblicati nel corso dei secoli contro gli ebrei, insieme a un misto di paure infantili e leggende popolari, inventando uno dei falsi documenti più diffusi e pericolosi del mondo.Un romanzo sulla “paranoia del complotto”, secondo la definizione dello stesso autore, sulla convinzione più o meno giustificata di molti storici e intellettuali, che le grandi avventure dell’umanità, le rivoluzioni come le guerre, le crisi e le epidemie, siano sempre state dirette da un oscuro manipolo di menti superiori e forze occulte. Una suggestione affascinante che ha attecchito in ogni secolo e che Umberto Eco prova a scardinare scrivendo un romanzo epico supportato da una mole grandiosa di prove documentali.Complesso ma grandioso affresco storico,emozionante nella lettura e nelle informazioni che dona al lettore.

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