domenica 24 maggio 2015

Cinema








Durante una visita all'ospedale per confortare l'amica Oonagh Shalney-Toffolo, nel 1995, la Principessa di Galles, Lady Diana, s'imbatte nel cardiochirurgo pakistano Hasnat Khan, con il quale avvia una relazione sentimentale segreta di due anni, fino a quando l'uomo non pone fine alla frequentazione per il veto della famiglia di origine e l'invadenza della stampa. Definito da alcuni amici della principessa come "l'amore della sua vita", Khan rappresenta un capitolo poco noto e insolitamente felice della favola tragica di Lady D., nonché il materiale drammaturgicamente ideale per raccontare gli ultimi anni della sua esistenza, quando la speranza di un futuro d'amore e libertà si scontra per sempre contro il tredicesimo pilastro del tunnel parigino di Pont de l'Alma.
Il regista tedesco Oliver Hirschbiegel, già misuratosi con niente meno che la biografia di Adolf Hitler in La Caduta, e lo sceneggiatore di The Libertine, di cui ricordiamo il frasario accattivante ma anche spesso decontestualizzato e lasciato a navigare nel vuoto strutturale, devono essere sembrati chissà come il giusto team per questa impresa cinematografica che arriva in coda a una nutrita schiera di film per la tv sul personaggio di Diana Spencer e rimane saldamente incollato a un'estetica e a una narrazione tipicamente televisive, nonostante i differenti presupposti. Bravissima qui Naomi Watts nel dare vita ad una donna cosi controversa.Il film batte molto sull'umanità e sulla semplicità di Diana,contro il conformismo della vita di corte alla quale era stata relegata dal suo matrimonio con Carlo.Quando forse aveva incontrato il vero amore,il chirurgo pakistano,ecco che il destino,o forse un complotto,come è più probabile(aveva deciso di abbracciare la religione islamica per stare sempre con il suo amato chirurgo),pone fine alla sua vita e a quella dell'incosapevole e sfortunato Dodi Al Fayed.

Nessun commento:

Posta un commento