Mentre tutti festeggiano per me questa è sempre una giornata ambivalente,da una parte l'ombra di un ricordo gelido all'anima e al cuore,ma anche sempre visione di un pezzo di me indipendente da me,che mi segue ovunque con il suo sorriso e la sua energia positiva,soprattutto nei momenti di percezione maggiore del Male,mi aiuta ad avere il giusto distacco e mi regala una prospettiva diversa legata al lungo periodo.Come in questa immagine,il Bene è la Luna che illumina il cammino delle persone,ed è il mio A.,io sono uno degli alberi,più o meno forte,più o meno retto,ma che cerca di trasformare sempre la mortale anidride carbonica nel vitale ossigeno,e il Male è la neve,apparentemente bianca e candida,pura,ma che cela il buio e malsano fango e si discioglie con il calore della Luce,sempre.Un abbraccio eternamente umano alla mia Luna.
lunedì 31 dicembre 2012
sabato 29 dicembre 2012
Pensieri
L'amore e l'arte non abbracciano ciò che è bello, ma ciò che proprio grazie al loro abbraccio diventa bello.
Karl Kraus, Di notte, 1918
Poesie
Addio (Prima Parte)
Dal luogo illune del tuo silenzio
mi riscuote ogni giorno I'urlo del mattino.
O notte celeste senza resurrezione
perdonami se torno ancora a queste voci.
Io premo I'orecchio sulla terra
a un'eco assurda dei battiti sepolti.
Dietro la belva in fuga irraggiungibile
mi butto sulla traccia del sangue.
Voglio salvarti dalla strage che ti ruba
e riportarti nel tuo lettuccio a dormire.
Ma tu vergognoso delle tue ferite
mascheri i cammini della tua tana.
Io fingo e rido in un ballo disperato
per distrarti dall'orrenda mestizia
ma i tuoi occhi scolorati di sotto le palpebre
non ammiccano piú ai miei trucchi d'amore.
Alla ricerca dei tuoi colori del tuo sorriso
io corro le città lungo una pista confusa.
Ogni ragazzo che passa è una morgana.
Io credo di riconoscerti, per un momento.
E mendicando rincorro lo sventolio di un ciufietto
o una maglietta rossa che scantona,,,
Ma tu rintanato nel tuo freddo nascondiglio
disprezzi la mia commedia miserabile.
Buffone inutile io deliro per le vie
dove ogni fiato vivente ti rinnega.
Poi, la sera, rovescio sulla soglia deserta
un carniere di piume insanguinate.
E chiedo una tenerezza al buio della stanza,
almeno una decadenza della memoria,
la senilità, I'equivoco del tempo volgare
che medica ogni dolore...
Ma la tua morte cresce ogni giorno.
E in questa piena che monta io iado e mi riawento
in corsa dirotta, per un segno,
un punto nella tua direzione.
Elsa Morante
Cinema
Margareth Matheson e il suo assistente Tom Buckley sono due tra i più importanti ricercatori esperti di paranormale del paese e in quanto tali i principali smascheratori di ciarlatani, guaritori e medium. La dottoressa Matheson in carriera non ha mai confermato un solo evento paranormale e il caso più clamoroso di tutti, quello del chiaroveggente cieco Simon Silver, è l'ossessione che già rischiò di esserle fatale. Chiunque cerchi di smascherare Silver fa una brutta fine e ora il sedicente medium ha intenzione di portare in scena per l'ultima volta uno dei suoi affollatissimi spettacoli psichici.
Il segreto di ogni inganno adeguatamente sofisticato è distrarre lo spettatore, portarlo a guardare o concentrarsi su un elemento in modo che non si accorga del trucco che sta avvenendo da un'altra parte. Allo stesso modo funziona la struttura di questo film congegnato come uno spettacolo di magia in cui, per tutta la sua durata, i protagonisti si concentrano e fanno concentrare lo spettatore sui possibili trucchi del loro indiziato mentre il regista, non visto, può disporre il proprio prestigio.
Dopo aver esordito con il sorprendente Buried, Rodrigo Cortés si misura con la potenza del cinema americano senza mutare atteggiamento. Red lights è un thriller sofisticato che intreccia paura e suggestioni intorno al possibile, l'impossibile e il paranormale, con l'obiettivo di confonderne i confini nella mente degli spettatori e che, come una piccola valanga, cresce in ritmo e tensione in maniera esponenziale attraverso un dosaggio preciso alla goccia di suspense e momenti di stasi. Come i grandi maestri del passato Cortés mostra di sapere che la suspense deriva dalla convinzione dello spettatore di saperne di più dei protagonisti e dall'abilità del regista di creare un mondo in cui l'implausibile è un'opzione reale.
Al suo secondo film Cortés continua a mantenere la caratteristica più interessante del suo esordio, ovvero la capacità di stimolare nello spettatore la volontà di prefigurare quel che accadrà per poi tentare di superarlo, sorprendendolo con i fatti. Red lights non ci riesce in ogni momento, spesso suona un po' scontato e in altri casi si ha la sensazione di uno svolgimento più canonico di quanto i molti artifici registici non cerchino di mascherare, simile a quello di tanto cinema americano di fine anni '90. Tuttavia il racconto imbastito intorno al medium non vedente e (forse) onnipotente ha la rara dote di essere più appasionante che sorprendente.
Con uno dei personaggi principali fatto fuori a metà film (fuori campo e senza tante celebrazioni) e una prestazione quasi all'altezza del suo nome da uno degli attori diventati tra i più svogliati e apatici di Hollywood come Robert De Niro (il suo medium non somiglia a nessun omologo villain cinematografico), Red lights stacca di netto la massa di thriller movie a buon mercato con i quali rischiava di essere confuso e diventa un piccolo gioiello di rapidità e ritmo, che non può brillare dell'originalità di Buried ma sa risplendere di una luce propria e confortante.
Scienza
STOCCOLMA -Può una cellula matura tornare bambina? E può un organismo adulto ritornare embrione? I due esperimenti che sembrano capovolgere le regole della logica oltre che della biologia sono stati portati a termine a oltre 40 anni da distanza l'uno dall'altro dallo scienziato inglese John Gurdon,79 anni, e da quello giapponese Shinya Yamanaka, 50 anni, che hanno vinto il Nobel per la medicina.
Gordon è il padre storico della clonazione, che tanto fermento ha causato sul fronte della bioetica. Yamanaka quegli stessi malcontenti ha invece contribuito a sedarli, inventando una tecnica che permette di ottenere cellule staminali senza bisogno di toccare gli embrioni. Entrambi sono riusciti a invertire le lancette del tempo della vita "riprogrammando" individui e cellule adulti per riportarli allo stato embrionale.
Con un esperimento che è diventato un classico dei manuali di biologia, Gurdon nel 1962 clonò una rana. Prese una cellula da un individuo adulto. Ne isolò il nucleo e lo inserì all'interno di una cellula uovo dopo aver rimosso il nucleo originario di quest'ultima. Ne nacque un girino in piena salute. Il nucleo di una cellula di una vecchia rana era stato in grado di guidare la cellula uovo verso la formazione di una rana giovane. "Gordon - scrive oggi l'Accademia delle Scienze di Stoccolma che assegna il Nobel - aveva scoperto che la specializzazione delle cellule è reversibile".
Dagli anni '60 a oggi la clonazione venne replicata su molte specie animali (famosi la pecora Dolly e il cane Snuppy) e divenne quasi un fenomeno da baraccone, con la setta dei raeliani intenta a clonare un essere umano e speculazioni sul modo migliore per riportare in vita un dinosauro.
Difficilmente questa tecnica avrebbe potuto dare una mano concreta alla medicina senza l'aiuto di Yamanaka, che nel 2006 prese delle cellule adulte di topo e inserendovi una manciata di geni le trasformò in staminali dalle caratteristiche del tutto simili alle cellule di un embrione. L'esperimento di Yamanaka era estremamente semplice ed elegante. Come una sorta di pietra filosofale, il suo metodo forniva ai medici staminali in quantità per tentare di curare le malattie più svariate, e senza bisogno di distruggere embrioni.
Le staminali di Yamanaka (chiamate ips, induced pluripotent stem cells) sono oggi il cuore dell'attività della maggior parte dei laboratori di medicina rigenerativa. Non sono ancora state usate in esperimenti sull'uomo perché si è notato che il loro Dna non è in ordine al 100 per cento. Ma gli scienziati giudicano questi problemi in via di risoluzione. Le cellule di un paziente malato potranno un giorno essere prelevate, trasformate in staminali grazie al metodo di Yamanaka e poi fatte specializzare nel tipo di tessuto richiesto per correggere diabete, lesioni al midollo spinale, distrofie muscolari e tutte le malattie che la medicina rigenerative promette un giorno di trattare.
Il Nobel al tandem Gurdon-Yamanaka dimostra come una scoperta di biologia fondamentale apparentemente inutile (la clonazione di un girino) possa portare un giorno a delle applicazioni reali in medicina. Anche se nel mezzo ci sono ben 40 anni di sforzi e di ricerche, un tempo infinito per chi ha una malattia da combattere oggi. Ma le prospettive future sono enormemente importanti per la cura soprattutto dei tumori e delle malattie degenerative.
venerdì 9 novembre 2012
Accadimenti
E' sempre un'emozione indicibile per un padre il compleanno del proprio figlio,e io non sfuggo a questa regola.Vedere davanti a te un ometto grande e grosso,sia pure "scrocchiazeppi"come lo chiamo io visto che è pelle ed ossa,e ritornare alla memoria a quando è nato ed era cucciolo e stava dentro un marsupio e ci andavo in giro per la città con lui che dormiva beato,è davvero choccante ma dolce allo stesso tempo lo scorrere del tempo.La trasformazione fisica e mentale,l'essere da questa parte,dalla parte del papà,dopo essere stato per tanti anni al di là,in quella di figlio,il vedere in lui me e in me mio padre,tanti specchi che riflettono immagini diverse ma sempre di NOI.E un figlio è la massima espressione della proiezione della parte forse più profonda e vera ed intima di noi stessi.Li c'è la radice di questa abissale emozione e anche se per timidezza o pudore all'esterno sembriamo solo contenti,dentro c'è un tumulto di sensazioni difficili da contenere e che riempiono il cuore indelebilmente.AUGURI INFINITI DA PAPA',E DA TUTTI NOI.
Internazionale
OBAMA HA VINTO!
Tutti quelli,come me,che hanno seguito l'ascesa e la carriera politica di Obama dalla prima elezione ad oggi,sa che il Presidente ha rivoluzionato in qualche modo certi standard di vita del suo Paese.Ha introdotto una riforma sanitaria che,per la prima volta,ha portato le cure sanitarie a 40 milioni di persone prima escluse dal servizio nazionale,e che in molti casi morivano per le mancate cure non potendo permettersi l'assicurazione obbligatoria,in maggioranza bambini,donne,e persone di colore,i più deboli nella fascia sociale.E' riuscito a bloccare l'emorragia di posti di lavoro facendo investimenti nell'industria,ha portato quell'uguaglianza tra uomini che fino a poco tempo fa era ancora una chimera tra bianchi e persone di colore.ha portato quei valori di "vera"famiglia,tanto cari ai repubblicani,a parole,ma poco praticati nella realtà,che nel Paese con più divorzi e separazioni al mondo è un esempio di sapiente costruzione di un percorso d'amore tra due persone.Insomma incarna "un uomo"inteso nel senso che dava a questa frase,assolutamente elogiativa,Oriana Fallaci,vale a dire un essere capace di portare su di sè il peso di terribili responsabilità ma rimanendo fedele alla sua natura,al suo carattere,al suo essere uomo tra gli uomini,sia pure il più potente al mondo.E vista l'arroganza,la supponenza,la disonestà,morale ed intellettuale,della media dei politici nel mondo,è davvero una sorta di bagliore nell'oscurità.
Cinema
1959. Lanny Morris e Vince Collins sono i due entertainer più famosi degli Stati Uniti. Conduttori inarrivabili riescono a gestire una Maratona Telethon che ottiene esiti che vanno al di là delle più rosee speranze. Una donna trovata morta in una cassa a loro destinata separa le loro carriere. I due hanno un alibi ma no riusciranno più a lavorare insieme. Quindici anni dopo una giornalista rampante riesce a strappare un contratto favoloso con un editore a patto di riuscire a riaprire il caso. Avvierà così un'indagine che la porterà a scoprire diverse facce della verità...anche su se stessa. Atom Egoyan, dopo il parziale 'detour' di Ararat, torna ai suoi temi preferiti: l'ambiguità della vita, la ricerca della verità sin dall'inizio votata al fallimento, il tentare di rimuovere, sapendo già di non riuscirci, le apparenze di cui gli esseri umani si rivestono per non scoprirsi (nella sua visione) desolatamente 'nudi'. Cosa di meglio allora del mondo dello spettacolo con i suoi lustrini e con i suoi doppifondi dell'anima? Intrigante sin dal titolo ('lie' sta per 'mentire' e 'giacere' quindi il titolo può essere letto sia come "Dove si trova (giace) la verità" oppure "Dove la verità mente") con questo film il regista di Exotica e di Il dolce domani riaffronta le proprie (ormai quasi ossessive) domande sull'esistenza. Lo fa con uno stile che è ormai talmente personale da affascinare anche quando, come in questo caso, una parte della 'possibile' verità diviene prevedibile attorno a metà film.Strepitose le interpretazioni di Colin Firth in primis,e Kevin Bacon.
lunedì 5 novembre 2012
Pensieri
Il cambiamento è qualcosa di salvifico,qualcosa che ti spezza per farti ricomporre,che ti uccide per farti rinascere,che ti modifica da dentro e fa si che l'adesso sia diverso e più corposo rispetto al passato.Senza il cambiamento saremmo condannati ad un'infernale staticità,all'immobilità suicida,alla falsa tranquillità che assopisce i corpi e le anime e addormenta i pensieri.Il cambiamento invece ti scuote,ti costringe a muovere,a sudare,ad osare,a provare cose mai fatte prima,ti costringe all'azione e all'intraprendere una direzione,rimette tutte le certezze acquisite in discussione.E' squassante,dirompente,spiazzante,ma alla fine ti rendi conto della nuova consapevolezza acquisita,del passo in avanti compiuto,malgrado tutto e tutti.E sono i moti dell'animo quelli che portano all'evoluzione,o almeno portano ad intraprendere nuove direzioni,giuste o sbagliate che siano,ma sono nuove,ci fanno fare indubbiamente esperienza di vita,ci fanno accumulare conoscenze e ricordi,vedere posti nuovi e ricollocare le nostre cose,dare una nuova dimensione alla nostra interiorità.
Cinema
Tom è un oftalmologo di successo profondamente intriso nell'americanismo della middle class,tra studio,pazienti,partite a golf con gli amici,una bella casa,una famiglia solida.Questo equilibrio perfetto costruito in tanti anni viene sgretolato dalla notizia della morte del figlio Daniel,che aveva appena intrapreso il famoso "cammino per Santiago",viaggio spiritual-religioso che i pellegrini di ogni fede e censo fanno almeno una volta nella vita come atto di devozione e anche per ritrovare un po' sè stessi.Tom decide allora di andare a prendere le spoglie del figlio e riportarle a casa ma giunto sul luogo dove avevano riportato la salma del figlio,parlando con il capo dei poliziotti del luogo,si rende conto dell'importanza che aveva per suo figlio quell'esperienza e decide,dopo la crematura,di fare quel cammino per lui.Spezzato dal dolore che solo un genitore può provare alla perdita del proprio figlio parte deciso per ritrovare soprattutto quel dialogo con Daniel che in vita era stato sempre altalenante e burrascoso,come avviene sempre tra genitori e figli di ogni epoca e luogo.Strada facendo si imbatte in tre curiosi "compagni di viaggio"ognuno dei quali,a suo modo,ha intrapreso quel cammino per una ragione specifica.C'è l'olandese simpaticone e chiacchierone che lo fa per ritrovare la stima in sè stesso cercando di perdere peso camminando,c'è la canadese nevrotica e aggressiva che cela le sue fragilità emotive e il suo dolore di madre che ha abortito,c'è lo scrittore irlandese che ha perso l'ispirazione e che trova,parlando con Tom,la storia che inseguiva da tempo,come persona prima che come scrittore.Il cammino è soprattutto un viaggio interiore,un dialogo con sè stessi,e in questo l'abilità del regista è fenomenale,niente sbavature,nè cartoline turistiche,nè omaggi pseudo-religiosi,solo gli uomini con i loro fardelli personali da portare e la redenzione da cercare.Martin Sheen che interpreta Tom è straordinario come sempre,riesce a esternare un dolore insopportabile e la rabbia della perdita convincendo fino alle lacrime il pubblico.Sa essere solitario e scontroso,e solidale e affiatato con gli altri,sa comprendere il padre dello zingaretto che gli aveva rubato lo zaino e capire il dolore profondo della canadese.Sparge lungo il cammino le ceneri del figlio facendo con lui,insieme a lui,tutto il tragitto,e anche oltre,arrivando fino all'Oceano,con un arrivo metaforico sull'acqua che tutto lava e tutto rende limpido e gettando li le ultime ceneri del figlio che in quel modo,spiritualmente,poteva attraversare quell'immenso muro d'acqua e ritornare a casa.Un film che emoziona e sa farlo con delicatezza ed intelligenza.
Cinema
Questo film è il tentativo, fallito, di recuperare la saga di Alien. La prima parte riesce in qualche modo a creare una certa aspettativa che però viene grandemente delusa. Molte scene sono totalmente fini a se stesse e trovano una minima giustificazione solo nella necessità di propinare due ore di effetti speciali, almeno quelli ben fatti.
Lo spettatore che ha già visto Alien e spera di ritrovare almeno parte delle emozioni offerte da quel capolavoro rimarrà pesantemente deluso. Nessuno dei personaggi è ben caratterizzato e persino la protagonista è poco più che abbozzata, tanto che si stenta a capire se essa sia veramente la protagonista. I personaggi minori sono solo ridicole caricature di quelli del primo Alien. Charlize Theron interpreta con una buona espressività il proprio ruolo, peccato che il suo personaggio, come gli altri, sia solo abbozzato.
Evidentemente Prometheus è impostato come una sorta di prima puntata di un serie di cui si sa come comincia ma non si saprà mai come finisce (tipo Lost). La speranza è che l'esperimento finisca quì e non vengano prodotti altri capitoli che, comunque, non andrei a vedere.
I pur ottimi effetti visivi di Prometheus non bastano a coinvolgere lo spettatore, tanto che è quasi più emozionante il trailer del film, la cui lunghezza tende ad annoiare. Si tratta dell'ennesima prova che gli effetti speciali e il 3D non possono rimpiazzare una buona trama e una buona sceneggiatura.
domenica 16 settembre 2012
Cinema
Alex il leone, Marty la zebra, Melman la giraffa e Gloria l’ippopotamo, fuggiti dallo zoo di New York City e sbarcati prima in Madagascar e poi nell’Africa centrale, hanno nostalgia della Grande Mela e per questo nuotano fino a Monte Carlo, alla ricerca dell’aeroplano dei pinguini. Sul suolo francese, però, una poliziotta pronta a tutto li elegge a nemico numero uno. Scappare con il treno di un circo è la loro unica speranza: un impresario americano a Londra potrebbe comprare lo show e riportarli tutti a casa. L’esibizione, però, è tutta da inventare.
Che quello del circo sia un tremendo cliché lo verbalizza il film stesso, ad un certo punto, ma le invenzioni sono tali e tante che presto lo scrupolo viene messo da parte e ci si gode lo spettacolo nello spettacolo, non solo perché narrativamente non occupa una misura debordante, ma anche perché il 3D è sapientemente sfruttato a questo scopo (una per tutte: l’immagine dell’anello dentro il quale salta Vitalj, la tigre).
Nonostante gag e battute non siano numerosi come nei capitoli precedenti e l’umorismo sfrenato lasci in generale il posto ad una commedia più tenera (il che potrebbe anche essere una traccia di Noah Baumbach alla sceneggiatura), aumentano le incursioni nella comicità surreale, non più solo grazie alla squadra dei pinguini ma anche all’arcinemico di turno, la poliziotta DuBois, mossa non certo da una missione per conto della legge ma solo dal desiderio sfrenato di appendere la testa di un leone alla propria parete. Sopra tutti, come sempre, sebbene il terzo capitolo gli riservi molte meno “pose”, è il re dei lemuri Julien: personaggio straordinario, la cui partecipazione al gruppo è ingiustificata come tutto quel che fa e che dice, e la cui imprevedibilità, che è la chiave della sua bellezza, questa volta lo porta ad innamorarsi romanticamente di un orso in bicicletta col tutù.
Il film chiude il cerchio rientrando alla base, anche se ciò non basterà ad impedire che i nostri vengano spediti al Polo o su Marte, se la convenienza economica lo richiederà, ma non è per questo un capitolo minore. Certo, la conoscenza pregressa dei personaggi è probabilmente indispensabile, se non si vuole rischiare di trovare i protagonisti più insipidi dei nuovi arrivati, ma mai come a questo giro l’equilibrio nell’individuazione del target di riferimento è compiuto e il film nasce classico, buono per qualsiasi età.
Cinema
Zoe Saldana è la protagonista di questo action movie, in cui interpreta una giovane colombiana, a cui hanno ucciso la famiglia che era invischiata in rapporti malavitosi. Una volta raggiunto lo zio in America, la piccola decide che il suo destino e la sua volontà, la dovranno portare a divenire una killer implacabile. Cresciuta ed addestrata, il suo unico obiettivo sarà di rintracciare l'organizzazione colombiana che ha ammazzato suo padre e sua madre, per potersi vendicare, cercando di ridurre al minimo le possibilità di poter essere rintracciata, risultando così invisibile alla polizia. Un buon film d'azione che ha dalla sua una bravissima protagonista (a suo agio nei film d'azione e già vista alla prova in The losers!) con un incredibile somiglianza con la bambina che la interpreta nell'infanzia.
Cinema
Luke Wright è un combattente di second’ordine che lotta nel circuito delle mixed martial arts, che vive una monotona routine di incontri senza stimoli o speranze. Ma le cose cambiano quando fa saltare il risultato di un match combinato. La mafia russa, per farne un esempio, uccide tutta la sua famiglia e lo esclude da ogni circuito di combattimento, facendone un barbone che vaga per le strade di New York tormentato dal senso di colpa e dalla paranoia di essere costantemente sotto controllo, e dalla consapevolezza che chiunque diventi per lui una persona cara è destinato a morire. Quando però si trova di fronte l’assassino della moglie che tormenta una ragazzina cinese di 12 anni, Mei, Luke non esita a intervenire, prendendo così parte ad una guerra più grande di lui. Mei, infatti, non è una ragazzina qualsiasi, ma un genio della matematica che le Triadi hanno utilizzato per memorizzare dei codici numerici per cui sia loro che i loro rivali russi, e persino la polizia, sono disposti a uccidere. Rendendosi conto di essere l’unico di cui Mei si può fidare, Luke dovrà combattere duramente per salvare la vita di una giovane innocente e per riscattare la sua stessa esistenza.Ottima l'interpretazione,per me,di Jason Statham.
venerdì 14 settembre 2012
Comicità
Conosciamo l'etica dei politici: è una tacca più sotto di quella del molestatore di bambini.
Woody Allen, Io e Annie, 1977
Poesie
Notte di Sine
Donna, posa sulla mia fronte le tue mani balsamiche tue mani più morbide della pelliccia.
In alto le palme oscillano stormiscono appena nell'alta brezza
Notturna. Non s'ode neppure il canto della nutrice. Ci culli il silenzio ritmato.
Ascoltiamo il suo canto, ascoltiamo battere il nostro sangue oscuro, ascoltiamo
Battere il polso profondo dell'Africa nella bruma dei villaggi perduti.
Ecco, declina la luna stanca verso il suo letto di mare disteso
Ecco che si assopiscono gli scoppi di riso, che gli stessi narratori
- Ciondolano il capo come il bimbo sul dorso della madre
Ecco che i piedi dei danzatori si appesantiscono, si fa pesante la lingua dei cori alternati.
E' l'ora delle stelle e della Notte che sogna
Si appoggia a questa collina di nubi, drappeggiata nel suo lungo perizoma di latte.
i tetti delle case luccicano teneramente. Che dicono, così confidenziali, alle stelle?
Dentro, nel facolare si spegne nell'intimità di odori acri e dolci.
Donna, accendi la lampada dall'olio chiaro perché parlino intorno gli antenati come i genitori, i bambini nel letto.
Ascoltiamo la voce degli Antichi d'Elissa. Come noi esiliati
Non hanno voluto morire, che si perdesse nelle sabbie il loro torrente seminale.
Che io senta, nella casa fumosa visitata da un riflesso di anime amiche
La mia testa sul tuo seno caldo come un dang tratto fumante dal fuoco
Che respiri l'odore dei nostri Morti, che raccolga e ripeta la loro viva voce, che apprenda
A vivere prima di discernere, più in Ià dei tuffatore, nelle alte profondità del sonno.
Léopold Sédar Senghor
Accadimenti
Come ogni anno giunge inesorabile Messer Autunno,portandoci pioggia scrosciante,vento forte,temperature in picchiata,giornate più corte,meno luce.E' tutto un mondo invisibile che si trasforma intorno a noi e noi riusciamo a coglierne solo gli effetti più vicini a noi,perchè ormai siamo sempre più lontani dalla Natura,chiusi nelle mura delle nostre città.Là fuori invece ci sono animali che cominciano a rintanarsi in vista del freddo,foglie che cadono copiose,colori che mutano meravigliosamente,frutti che spuntano,siamo noi Umani a pensare di essere il centro di tutto,nel nostro folle egocentrismo,ma ci sono altri mondi come quello Animale e quello Vegetale,che accompagnano questa "mutazione"attrezzandosi alla loro maniera.Per noi in genere comincia la fase del "cambio di stagione",dei primi maglioni,dei primi ombrelli tirati fuori,degli odori e dei profumi che sanno di caldo e di buono,delle luci delle case smarrite nel buio,delle strade ovattate e silenziose sferzate soltanto dall'ululare del vento e dallo scrosciare della pioggia.Adoro l'Estate,ma l'Autunno è un omaggio interiore,un grazie dentro che rivolgo agli altri mondi cercando,come facevano i pellerossa,di accordare la nostra spiritualità e la nostra vita con i ritmi della Natura.
Cinema
Behmen e Felson sono due templari che hanno combattuto a lungo come Crociati divenendo famosi per il numero di nemici uccisi. Quando però comprendono che la loro guerra in nome di Dio comporta il massacro di donne e bambini inermi decidono di abbandonare il campo di battaglia. Catturati come disertori ottengono la liberazione solo a patto di scortare una presunta giovane strega a un monastero situato in un luogo distante. I monaci che vi risiedono posseggono un antico libro le cui formule consentono di smascherare la stregoneria. La ragazza è accusata di aver diffuso la peste bubbonica. I due templari, accompagnati da un sacerdote, un soldato, un giovane aspirante cavaliere e un imbroglione esperto del percorso, affrontano l'impervio tragitto.
Come spesso accade il titolo italiano è fuorviante. I templari non sono uno bensì due (accanto a Nicolas Cage troviamo Ron Perlman che avevamo cominciato ad apprezzare nei panni, sempre medioevali, del Salvatore de Il nome della rosa) e nel loro essere attivi in coppia risiede parte dell'interesse del film unito all'ambiguo ruolo della giovane strega ‘protagonista' del titolo originale. Perché il film di Dominic Sena gioca le proprie carte più che sul finale, effettistico ma abbastanza deja vu, proprio sul filo del rasoio di un anticlericalismo sempre in procinto di trasformarsi nel suo contrario. Se la parte iniziale (dopo un prologo che definisce il rapporto della società di allora con coloro che venivano definite streghe) sembra un riassunto di Le crociate di Ridley Scott con la conseguente messa in discussione del fanatismo religioso cristiano (ma con un occhio al presente e quindi facendo attenzione a non mostrare troppi arabi riconoscibili come tali) ciò che segue si muove sulle sabbie mobili della doppia morale. Da un lato, grazie al cameo di Christopher Lee nei panni dello sfigurato e morente cardinale D'Ambroise, la credenza nella stregoneria assume la valenza conclamata dalla Storia di una persecuzione contro la donna da parte di una società dominata dai maschi. Nello sviluppo del cupo on the road però il ruolo della giovane donna muta più volte fino a giungere a un finale che non sveleremo ma che non può restare privo di un giudizio da parte dello spettatore. Sena, che sembra combattuto tra il film storico e l'horror, nell'Anno Domini 2011, sembra ancora credere se non nelle streghe in qualcosa di a loro molto affine.
domenica 9 settembre 2012
Pensieri
La sconfitta non è il peggior fallimento. Non aver tentato è il peggior fallimento.
George E. Woodberry
Cinema
Lucinda è una bimba che in una scuola elementare di Boston vince un concorso per l'idea migliore dell'anno.La sua idea è quella di mettere in una capsula del tempo tutto ciò che poteva essere creato dai bambini,quindi sogni,pensieri,speranze,e poi riaprire il tutto dopo 50 anni esatti per vedere se quanto contenuto nella capsula si era avverato o meno.Ogni bambino prepara un disegno,un pensiero,un tema,un collage,Lucinda invece comincia a scrivere ininterrottamente una serie infinita e inspiegabile di numeri.La bambina sente strani bisbigli e ad un certo punto scompare e viene ritrovato nello stanzino della scuola che gratta numeri sulla porta con tutte le dita insanguinate.Caleb è un bambino della stessa scuola che,50 anni dopo,si trova a prendere proprio la busta che Lucinda aveva chiuso nella capsula del tempo.Jonathan,il padre di Caleb,vede questi numeri e si incuriosisce,anche perchè lui insegna astrofisica al MIT,il celebre istituto e quindi con i numeri ha dimestichezza.Sta tutta la notte in piedi e fa una scoperta sconcertante,quei numeri rappresentano degli avvenimenti succeduti nel corso del tempo e ad ogni data corrisponde il numero dei morti periti nell'evento,una sorta di carta del futuro.Jonathan non ci crede e cerca di approfondire ma più va avanti nello studio e più si rende conto che la sequela degli incidenti è vera e cosi la predizione sugli stessi,addirittura scopre che vengono indicate anche le latitudini e longitudini esatte degli eventi mortali con l'ora e i minuti e i morti,cosa che sconvolge lo studioso al verificarsi reale di quegli eventi e che gli stravolgerà la vita.Il film prosegue tra fantascienza e suspence psicologica,ottimamente interpretato dai due bimbi protagonisti della sceneggiatura e da Nicholas Cage,che è molto credibile come padre amoroso e come studioso che scopre l'arcano,soprattutto nella sequenza finale il suo "sacrificio"risulta molto commovente e dà un senso a tutta la pellicola.Un film che affronta appunto la diatriba scientifica tra determinismo e casualità degli eventi,tra previsione e predizione,tra suggestione e realtà,ricordandoci che ci sono infinite variabili matematiche che dimostrano che non possiamo essere soli nell'Universo e che,forse,un giorno,anche noi verremo "contattati"da una civiltà più evoluta che salverà solo alcuni umani prima della distruzione definitiva del nostro pianeta.
sabato 8 settembre 2012
Dedicato a....
Ci sono giornate che nascono già segnate dalla routine quotidiana,ed altre che ti sorprendono per la loro imprevedibilità.Nel mezzo ci sono quelle che tu immagini già nella tua mente come svolgimento,ma che ti sorprendono perchè vengono segnate nel profondo dalla linea blu della riflessione e da quella rossa del legame spirituale.Oggi per me è stata una di queste.Iniziata come "debito"per una promessa fatta,si è rivelata poco a poco un viaggio a ritroso alla riscoperta di pezzi della mia famiglia ormai sepolti nella memoria di bambino,frammenti di ricordi frammisti a sentimenti di perdita lancinanti.Come sarebbe stato avere oggi una sorella più piccola magari accanto?Sarebbe stata accanto a me?Accanto a noi?Oppure avrebbe seguito la sua strada nella vita?L'avrei persa affettivamente come quella che ancora ho oppure con lei ci sarebbe stato quel legame profondo che và al di là di quello di sangue?La risposta è sepolta sotto una lapide di marmo bianco con un angioletto sopra e io bambino che non riesco a capire come mai la sorellina che fino a poco tempo prima avevo in braccio adesso non piange più nella culletta e non c'è più in casa.Cosi mi vedo sempre bambino tenuto per mano dai miei zii che in questo Settembre cosi meravigliosamente fresco ed assolato,vado a trovare con mia madre.C'è una scatola colorata interiore con quasi mezzo secolo di ricordi,difficile ordinarli tutti,ma questi si srotolano da soli durante il viaggio in macchina con naturalezza e felicità,e mi rendo conto di quanto importanti siano i legami con chi ami e ti ama veramente,chi ti ha sempre seguito nel corso della tua vita,incoraggiandoti e stimolandoti sempre,aiutandoti moralmente e materialmente,come due secondi genitori.Io ho avuto questa immensa fortuna ed oggi dentro è giusto che renda un grazie lungo quanto i giorni consumati fino ad ora a Zio Rolando e Zia Lia.Vederli in quella foto sulla loro lapide,felici ed abbracciati,cosi come erano anche nella vita,(anche se baruffavano sempre bonariamente tra loro, ed erano le risate di noi parenti a sottolineare quanto quegli scambi in realtà sottintendessero uno di quei legami inviolabili ed indistruttibili,che loro hanno avuto la fortuna di costruire e mantenere per tutta la vita),mi ha trasmesso gioia e serenità,puri come acqua di montagna,e li ho sentiti vicini a me cosi come lo erano anche in vita.Stare li,in quel piccolo cimitero,assolato e silenzioso,con i fiori sapientemente e gentilmente preparati dalla signora che ha aperto il negozio chiuso per noi,uguali a quelli della foto messa qui,belli,colorati,profumati,un inno alla vita perchè i miei zii erano persone vitalissime ed hanno "succhiato il midollo della vita"come scriveva Thoreau,fino all'ultimo.Ci sono viaggi che iniziano con te che sei e stai in un modo e finiscono con te che sei trasformato interiormente,il regalo che ancora oggi i miei zii sono in grado di trasmettermi con il loro sorriso e il loro profondo affetto per me.
venerdì 7 settembre 2012
Pensieri
Il contrario del gioco non è ciò che è serio, bensì ciò che è reale.
Sigmund Freud, Il poeta e la fantasia, 1907
Leggende
Lago della vecchia (Sagliano Micca, BL)
A 1.858 metri di altitudine si trova questo piccolo lago lacustre di origine glaciale. Secondo una antica leggenda diffusa nella vallata, un giovane guerriero si sarebbe innamorato di una giovane fanciulla del posto e avrebbe deciso di sposarla proprio sulle rive del lago, dove tutto venne preparato per le nozze. Nozze che però non vennero mai celebrate, perché quello stesso giorno alla ragazza che aspettava il futuro sposo venne annunciato che egli era stato ucciso. La ragazza decise di coltivare sola il suo sogno d'amore, ritirandosi fino alla sua morte proprio sulle rive del lago con l'unica compagnia di un orso fino alla morte. Ancora oggi pare che, nelle notti di luna piena, il fantasma della donna si aggiri nei pressi del lago, salvando i viaggiatori smarriti e aiutando gli innamorati.
Nei pressi del bacino si trova un incisione rupestre, realizzata alla fine dell'Ottocento da due dei migliori scalpellini della zona, rappresentante proprio la donna dopo una vita di solitudine ancora in compagnia del suo orso.
Il Lago della Vecchia è raggiungibile a piedi dal comune di Piedicavallo in circa 2 ore e mezza di cammino, tramite una comoda mulattiera scavata alla fine del XIX secolo per unire la Val Cervo alla Valle del Lys (o Valle di Gressoney) in Valle d'Aosta. A 10 minuti di cammino dal lago si trova il "Rifugio della Vecchia" che offre possibilità di ristorazione e pernottamento. Sulla strada per Piedicavallo, inoltre, si incontra anche Rosazza, considerato un vero e proprio borgo massonico, tanto da essere considerato la Rennes Le Chateau d'Italia. Ma questa è tutta un'altra storia....
giovedì 6 settembre 2012
Poesie
SCRITTO SULLA SABBIA
Che il bello e l'incantevole
Siano solo un soffio e un brivido,
che il magnifico entusiasmante
amabile non duri:
nube, fiore, bolla di sapone,
fuoco d'artificio e riso di bambino,
sguardo di donna nel vetro di uno specchio,
e tante altre fantastiche cose,
che esse appena scoperte svaniscano,
solo il tempo di un momento
solo un aroma, un respiro di vento,
ahimè lo sappiamo con tristezza.
E ciò che dura e resta fisso
non ci è così intimamente caro:
pietra preziosa con gelido fuoco,
barra d'oro di pesante splendore;
le stelle stesse, innumerabili,
se ne stanno lontane e straniere, non somigliano a noi
- effimeri-, non raggiungono il fondo dell'anima.
No, il bello più profondo e degno dell'amore
pare incline a corrompersi,
è sempre vicino a morire,
e la cosa più bella, le note musicali,
che nel nascere già fuggono e trascorrono,
sono solo soffi, correnti, fughe
circondate d'aliti sommessi di tristezza
perché nemmeno quanto dura un battito del cuore
si lasciano costringere, tenere;
nota dopo nota, appena battuta
già svanisce e se ne va.
Così il nostro cuore è consacrato
con fraterna fedeltà
a tutto ciò che fugge
e scorre,
alla vita,
non a ciò che è saldo e capace di durare.
Presto ci stanca ciò che permane,
rocce di un mondo di stelle e gioielli,
noi anime-bolle-di-vento-e-sapone
sospinte in eterno mutare.
Spose di un tempo, senza durata,
per cui la rugiada su un petalo di rosa,
per cui un battito d'ali d'uccello
il morire di un gioco di nuvole,
scintillio di neve, arcobaleno,
farfalla, già volati via,
per cui lo squillare di una risata,
che nel passare ci sfiora appena,
può voler dire festa o portare dolore.
Amiamo ciò che ci somiglia,
e comprendiamo
ciò che il vento ha scritto
sulla sabbia.
Hermann Hesse da La felicità, versi e pensieri
Pensieri
La guerra e la malattia, questi due infiniti dell'incubo.
Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte, 1932
Internazionale
Roma, 5 set. Save the Children Italia ha lanciato oggi
un appello per "fermare l'eccidio dei bambini siriani".
"L'assurda morte di tanti bambini ad Aleppo è orrenda e
totalmente inaccettabile - ha affermato Valerio Neri, Direttore
Generale di Save the Children Italia - questo massacro
indiscriminato deve finire immediatamente. Il mondo non può
restare a guardare che tutto questo continui ad accadere. I
bambini sono i più vulnerabili in questo tremendo conflitto e
stanno soffrendo molto. Occorre consentire immediatamente
l'accesso umanitario in Siria in modo da raggiungere le migliaia
di bambini che vivono nel terrore e hanno urgente bisogno di
aiuto, cure mediche e protezione".
Save the Children sta lavorando in Giordania e in Libano, dove è
presente con la distribuzione di aiuti e interventi di protezione
e assistenza ai bambini e alle loro famiglie. Nel suo appello ha
sottolineato la necessità e l'urgenza di "moltiplicare gli sforzi
per poter intensificare ed estendere subito l'intervento
umanitario, in previsione di un afflusso ancora più intenso di
rifugiati nei paesi confinanti, e prima che l'arrivo dell'inverno
porti in poche settimane temperature rigide e gelo in tutta
l'area, con enormi rischi per la salute e la sopravvivenza dei
bambini e delle loro famiglie presenti nei campi".
Cinema
Lino Ventura interpreta ottimamente il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa! Il film è fedele al titolo, tratta solo di quei cento giorni in cui il generale Dalla Chiesa è stato prefetto di Palermo. Nella lotta alle brigate rosse aveva avuto l'appoggio dello Stato e ne è uscito splendidamente vincitore! Nella lotta alla mafia?! Perchè tanti misteri? Perche non ha avuto i poteri speciali che chiedeva? Perchè viaggiava sulla macchina della moglie che non aveva nulla di antiproiettile? Chi lo ha mandato a Palermo ha veramente pensato "E' riuscito a sconfiggere le brigate rosse, mandiamolo a Palermo che forse è l'unico uomo capace di sconfiggere la mafia!"? O forse dava ormai troppo fastidio a qualcuno e l'hanno mandato a Palermo per farlo ammazzare?! Il film lascia allo spettatore questi interrogativi, oltre alla tristezza che purtroppo in Italia vengono uccisi coloro dai quali ci sentiamo maggiormente protetti! Bella anche la situazione di disagio fra gli uomini alla prefettura di Palermo di fronte ai nuovi metodi precisi e sbrigativi di Dalla Chiesa! Un film tenuto troppo in disparte che dovrebbe essere di più riproposto! Lo sceneggiato televisivo interpretato da Giancarlo Giannini, anche se abbracciava un arco di vita del generale ben più ampio non dava questi particolari nel periodo palermitano. Chi non lo ha visto, se ne ha la possibilità, provi a guardarlo!
lunedì 3 settembre 2012
Dedicato a....
Non poteva mancare in questa casetta l'Augurio di Buon Compleanno ad Antonella,perchè questa casetta l'ha aiutata a nascere e crescere,perchè la aiuta a svilupparsi sempre tecnicamente,perchè offre un contributo determinante con i suoi commenti,ma soprattutto perchè c'è nella vita reale,seppure a distanza,sempre e comunque.Perchè la sua esperienza di vita sa trasmetterla con gioia e divertimento,perchè è sempre sincera e ti dice sempre quello che pensa,perchè è sempre vera e limpida e mai ambigua,perchè sa essere sempre presente ma in punta di piedi,con eleganza e delicatezza,perchè è un uragano di vita e di interessi e passioni,perchè sa apprezzare sia le parole che il silenzio,perchè c'è non solo quando sorridi ma soprattutto quando piangi,perchè è un infinito e inesauribile catalizzatore di energia positiva che spande dovunque come una doccia di stelle argentee........
domenica 2 settembre 2012
Poesie
Io sono verticale
Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
cosi' da poter brillare di foglie a ogni marzo,
ne' sono la belta' di un'aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovro' perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero e' immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma piu' clamorosa:
dell'uno la lunga vita, dell'altra mi manca l'audacia.
Stasera, all'infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo piu' perfetto -
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata e' per me piu' naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e saro' utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.
Silvia Plath
Cinema
Wall Street. Eric Dale, uno dei capi settore di una grossa banca di credito finanziario, viene licenziato in tronco. Ha solo pochissimo tempo per prendere i suoi effetti personali ed andarsene. Fa in tempo però a consegnare una chiavetta di computer al giovane analista Peter Sullivan dicendogli di fare attenzione. Peter, dopo che i suoi compagni di lavoro sono usciti, scopre che i dati che emergono dai file di Eric dicono che la banca, appoggiandosi su azioni virtuali, ha le ore contate. Sullivan mette in allarme le alte sfere e si convoca nella notte una riunione di emergenza. Bisogna decidere in tempi rapidissimi il da farsi o il crollo dell'Istituto sarà verticale. Le scelte da compiere dovranno fare (o non fare) i conti con l'etica.
È una storia nota quella che il film dell'esordiente J.C. Chandor ci racconta. Una storia di cui paghiamo e pagheremo a lungo le conseguenze. Lo fa con i mezzi che il cinema ha a disposizione e con un cast di alto livello capace di trasformare la fiction in una efficace rilettura del vero. Ci aveva già provato (riuscendoci) Oliver Stone con Wall Street - Il denaro non dorme mai. Ci riesce con ancora maggiore efficacia questo film perchè non ha nel proprio bagaglio un precedente successo planetario a cui fare riferimento come invece Stone aveva.
Chandor sceglie la via della didattica grazie a dialoghi efficaci tra cui risultano particolarmente illuminanti quelli che si intrecciano con il boss dei boss John Tuld interpretato da un Jeremy Irons in piena forma luciferina. C'è un mondo là fuori che sta per essere travolto da uno tsunami finanziario senza precedenti per la forma e le modalità. Quegli uomini debbono decidere della sorte dell'umanità dovendo valutare se anteporvi o meno la propria.
Con la fluidità del cinema di denuncia di alto livello a cui il cinema americano riesce periodicamente a fare ritorno Margin Call riesce a farci comprendere come il destino di miliardi di persone finisca con il concentrarsi nelle mani di pochi nonostante tutte le discettazioni sulla democrazia. È nello stupore del giovane Peter come nell'amarezza di segno diverso dei veterani Sam ed Eric che leggiamo l'amara verità dei nostri tempi. Chandor riesce a spiegarcelo (come gli chiede in riunione Tuld) come se lo dovesse far capire a un bambino o a un Golden Retriever. Gli va riconosciuto questo merito non secondario.Straordinarie le interpretazioni di Irons,Spacey e Tucci,soprattutto i confronti tra Irons e Spacey sono cinema di altissimo talento.
sabato 1 settembre 2012
Archeologia
Il mistero di quei mille scheletri scoperti nelle catacombe di Roma
di LUIGI BIGNAMI
Ritrovati con vestiti eleganti, sistemati con ordine l'uno sull'altro. Sono tutti nobili romani. Un'uccisione di massa o un'epidemia?
In genere gli aristocratici venivano venivano cremati
OLTRE 1.000 scheletri vestiti in eleganti toghe deposti ordinatamente gli uni vicino agli altri nella catacombe romane. La scoperta, inattesa e misteriosa, verrà presentata ufficialmente solo il prossimo mese dal Vaticano attraverso l'Università di Bordeaux che ha seguito gli scavi ancora in corso. Ma dalle indiscrezioni si è saputo che il ritrovamento è avvenuto nelle catacombe di Santi Pietro e Marcellino, sull'antica Via Labicana a sud-est di Roma, durante uno dei regolari sopralluoghi che si spingono in aree delle catacombe non ancora esplorate, tra le più antiche tra quelle scavate.
Secondo i ricercatori che hanno portato alla luce queste spoglie, la sepoltura risale al primo secolo dopo Cristo e risulterebbe essere il primo esempio di una "sepoltura di massa" mai portata alla luce. Al momento gli archeologi non sanno ancora spiegare che cosa abbia causato la morte e la sepoltura di così tante persone dell'alta aristocrazia romana - che grazie al loro ceto venivano cremate - e perché vennero sepolte nello stesso luogo apparentemente nello stesso momento.
In queste settimane sono in corso le analisi per capire se i resti di quei romani vennero uccisi violentemente oppure se furono vittime di qualche epidemia o di un disastro naturale. La ricerca è condotta dalla Pontificia Commissione Vaticana di Archeologia Sacra. Raffaella Giuliani, che è la responsabile di questo studio, ha spiegato al quotidiano inglese Telegraph: "Ciò che è venuto alla luce è senza dubbio il primo esempio di sepoltura di massa. Di solito infatti, in una fossa scavata all'interno delle catacombe venivano deposte due o tre persone al massimo, in questo caso invece, siamo di fronte a parecchie stanze riempiti di scheletri. I corpi sono stati posti gli uni sopra gli altri con un ordine ben preciso. E' evidente che le persone furono sepolte con grande attenzione e dignità. Ma la domanda che ci facciamo è: perché così tante nello stesso momento?".
Secondo la Giuliani i primi rilievi escluderebbero la morte violenta, ma è ancora troppo presto per una qualsiasi conclusione. La prima ipotesi vuole che queste persone siano state perseguitate e uccise per la loro fede in Gesù Cristo, ma è ancora tutta da verificare. Dai rilievi fatti finora risulta che le persone furono vestite con abiti di ottima fattura, tant'è che alcuni contengono anche filamenti d'oro. Vennero deposti con lenzuola coperte da calce, come era comune nelle sepolture cristiane iniziali.
L'accesso al cimitero sotterraneo delle Catacombe dei Santi Pietro e Marcellino si trova presso l'omonima parrocchia, che, insieme al Mausoleo di Elena, ad una Basilica, oggi interrata, e ai resti di un cimitero degli Equites Singulares, forma un complesso denominato Ad duas lauros ("ai due allori"), probabilmente per la presenza di due alberi di alloro rinvenuti in questo sito. La zona faceva parte di un fondo imperiale di proprietà della Augusta Elena, madre di Costantino che si estendono per una superficie di 18.000 metri quadrati.
Poesie
I tuoi occhi m’interrogano tristi.
Vorrebbero sapere i miei pensieri
come la luna che scandaglia il mare.
Dal principio alla fine ho denudato
la mia vita davanti ai tuoi occhi,
senza nulla celarti o trattenere.
Ed è per questo che non mi conosci.
Se fosse soltanto una gemma,
la romperei in cento pezzi
e con essi farei una catena
da mettere attorno al tuo collo.
Se fosse soltanto un fiore,
rotondo e piccolo e dolce,
lo coglierei dallo stelo
per metterlo nei tuoi capelli.
Ma è il mio cuore, mia diletta.
Dove sono le sue spiagge e il suo fondo?
Di questo regno tu ignori i confini
e tuttavia sei la sua regina.
Se fosse solo un momento di gioia
fiorirebbe in un facile sorriso,
lo potresti capire in un momento.
Se fosse soltanto un dolore
si scioglierebbe in limpide lacrime,
rivelando il suo più intimo segreto
senza dire una sola parola.
Ma è il mio cuore, amore mio.
Le sue gioie e i suoi dolori
sono sconfinati, e infiniti i suoi
desideri e le sue ricchezze.
Ti è vicino come la tua stessa vita,
ma non puoi conoscerlo interamente.
Tagore
Cinema
Adrienne Willis vive con i due figli in un'agiata condizione economica. Ciò che la turba è il comportamento del marito il quale, dopo averla lasciata, ora implora di poter ritornare. La donna decide allora di allontanarsi per un weekend per tenere in attività il bed & breakfast di un'amica sulle spiagge del Rodanthe. Ci sarà un unico ospite, il medico Paul Flanner. Mentre a casa il coniuge cerca di convincere i figli della 'cattiveria' della madre che rifiuta di perdonarlo, Adrienne si trova di fronte a un altro problema. Flanner, chirurgo estetico fagocitato dal suo lavoro, ha visto morire sul tavolo operatorio una paziente e ora vuole poter parlare con il marito e con il figlio. Adrienne e Paul avranno modo di conoscersi e di scoprire che c'è sempre una seconda possibilità nella vita.
Diane Lane e Richard Gere si ritrovano per la terza volta sullo schermo. Si incontrarono da giovani per Cotton Club si sono rivisti nel 2002 per Unfaithful. L'amore infedele e ora finiscono nuovamente l'una nelle braccia dell'altro grazie a un romanzo dell'esperto in love stories Nicholas Sparks. Che ci sia chimica tra i due lo si nota sin dalle prime battute di questo loro nuovo incontro cinematografico. Che questo sia un film old style fatto per andare incontro a un pubblico femminile desideroso di commuoversi al cinema e poi in televisione è poi altrettanto chiaro così come è chiaro che si tratta di una storia destinata a stroncature clamorose sul piano critico.
Non siamo però dello stesso avviso e proviamo a spiegare perché. Che ci sia un pubblico che desidera assistere all'incontro tra due persone che pensano di aver chiuso con i sentimenti e che vedono invece riaprirsi una speranza non ci sembra sia un peccato capitale da punire con il rogo delle pellicole (che, tra l'altro, non sono più infiammabili). Che tutte le retoriche del genere (musica al punto giusto, ritrosie e slanci, uragano alla Stephen King compreso) vengano applicate con professionismo non è un demerito. Manca, questo è vero, quel tocco alla Douglas Sirk che faceva sì che anche la storia più melodrammatica riuscisse a sottendere una tematica sociale (fosse il rapporto tra i sessi o quello tra le razze). Ma non siamo più negli Anni Cinquanta e i tabù che Sirk con talento scalfiva oggi sembrano essere tutti crollati. Alcuni però restano in piedi e giusto di uno di questi si prende cura Come un uragano: il sentimento dopo una certa età. Mentre il cinema nostrano si affanna a cercare nuove storie che compiacciano un pubblico adolescente sembra quasi una colpa raccontare una storia d'amore adulta che non sia fatta solo di sesso. Il sentimento può tradursi facilmente in sentimentalismo e in retorica ma non è questo il caso perché Lane e Gere riescono abilmente a superare anche quei passaggi di sceneggiatura che metterebbero altri in difficoltà. Lo fanno con la consapevolezza di chi sta portando sullo schermo, trasfigurandoli romanticamente, minuscoli frammenti di vita reale.
Pensieri
Preoccupati più della tua coscienza che della reputazione.
Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è problema loro.
-- Charlie Chaplin
Cinema
Liberamente tratto dal romanzo di Valerio Massimo Manfredi.
Roma, 476 d.C. L'Impero romano è in pericolo. Alla vigilia della cerimonia che deve incoronare imperatore il dodicenne Romolo Augusto, arriva a Roma il generale barbaro Odoacre per trattare con Oreste. Odoacre chiede l'Impero romano come equa ricompensa per il suo decennale sostegno alle legioni romane in Oriente. Ma Oreste rifiuta. Nella notte, dopo l'incoronazione di Romolo, Odoacre torna a Roma con il suo esercito. Oreste viene massacrato e Romolo è catturato insieme ad Ambrosino, suo tutore, e chiuso nella fortezza di Capri. Aurelio, comandante della quarta legione e sopravvissuto alla battaglia, parte alla ricerca di Romolo, accompagnato da un piccolo gruppo di uomini e da un misterioso guerriero bizantino, che si rivelerà essere una bellissima e giovane donna, Mira.Un film che si lascia vedere soprattutto per la bellissima fotografia e per l'interpretazione di solidi attori come Colin Firth e Ben Kingsley.
lunedì 27 agosto 2012
lunedì 6 agosto 2012
Scienza
Pasadena, 6 agosto 2012 - C'è vita su Marte? Ce lo dirà la sonda Curiosity, atterrata sul Pianeta Rosso in perfetto orario, alle 7,30 italiane, circa sette minuti dopo essere entrata nell’atmosfera marziana. Un atterraggio accolto dal tripudio della folla, riunita davanti al maxi-schemro di Times Square a New York per assistere all'evento. Che lo spazio stia tornando di moda?
UN ROBOT NELLO SPAZIO - Poco prima da Pasadena, in California, il centro di controllo della missione spaziale destinata a durare due anni, forse la più complessa mai tentata con un robot, aveva annunciato di aver ricevuto i primi segnali dalla ‘Curiosity’, rilanciati da un satellite orbitante, indizio che la sonda era riuscita a superare la difficilissima fase dell’approccio a Marte. Subito dopo l’atterraggio la ‘Curiosity’ ha inviato sulla Terra le prime due immagini della superficie del pianeta.
La gigantesca sonda robotica ha seguito una procedura mai sperimentata prima: è entrata nell’atmosfera marziana decelerando velocemente e aprendo il paracadute, che poi è stato espulso andandosi a schiantare a circa 150 metri dalla Curiosity.
COME UNA SMART - Grosso e pesante come un’auto ‘Smart’, il robot ha un reattore nucleare che alimenta, oltre ai laboratori di analisi a bordo, anche un laser capace di vaporizzare la roccia fino a 7 metri di distanza per analizzarne la composizione.
Dispone in tutto di dieci strumenti, per un peso complessivo pari a una tonnellata, che avranno lo scopo di perlustrare fino al 2014 uno dei luoghi più interessanti di Marte: l’inesplorato cratere Gale, una formazione da impatto vecchia almeno 3,5 miliardi di anni abbastanza per poter aver assistito all’eventuale presenza della vita sul Pianeta Rosso. Mostrano un orizzonte piano le immagini già ricevute dalla Nasa.
C'E' VITA SU MARTE? - L’intento consiste appunto nello scoprire se Marte abbia mai offerto un ambiente favorevole allo sviluppo microbico. Il costo della ‘Curiosity’ è di 2,5 miliardi di dollari, equivalenti a oltre 2 miliardi di euro. Delle precedenti diciannove missioni americane su Marte, sei sono fallite.
Cinema
Ravenna è una bambina strappata precocemente all'abbraccio della madre da un re malvagio e affamato di bellezza. Battezzata da un incantesimo e determinata a vendicarsi degli uomini, Ravenna cresce in potere, magia (nera) e beltà, disponendo eserciti di ombre, innamorando sovrani e rovinando regni. Incantato il padre di Biancaneve, vedovo dolente e sconsolato, ne diventa regina e padrona. Assassinato nel talamo nella prima notte d'amore, spegne il suo reame e rinchiude la sua bambina nella torre più fredda del castello. Gli anni passano e Biancaneve matura una bellezza che specchio e regina non possono davvero ignorare. Minaccia e insieme soluzione, il cuore di Biancaneve è una promessa di immortalità per Ravenna che ordina di condurla al suo cospetto. Ma la principessa trova la fuga e infila la via del bosco, vendendosi care pelle e cuore. Assoldato un cacciatore ebbro e impulsivo, la perfida Ravenna lo lancerà all'inseguimento della fuggitiva, perduta in una foresta ostile, dove la soccorreranno nani, fatine, principi pallidi e cervi radiosi.
Un film (Biancaneve), un c'era una volta e una mela avvelenata dopo, arriva in sala la Biancaneve di Rupert Sanders ed è subito sfida tra ‘belle del reame'. Se la bellezza rossa e svettante di Julia Roberts è minacciata da quella minuta e lunare di Lily Collins, quella bionda e folgorante di Charlize Theron è provocata da quella pallida e introversa di Kristen Stewart, di nuovo contesa in un triangolo, di nuovo condivisa nel talamo.
Ieri erano un vampiro e un licantropo (Twilight), domani saranno uno scrittore e un fedifrago (On the Road), oggi sono un principe e un cacciatore, che ha smesso l'abito di Thor ma ha conservato l'appeal degli dei. Lasciando allo specchio magico e al Paride mitologico giudizio e conferimento di ‘mela' e titolo, sfuggiamo la tentazione di eleggere ‘la più bella' evidenziando l'implacabile sistema competitivo che muove Biancaneve e il cacciatore, film indeciso tra fiaba e fantasy, tra fedeltà e tradimento. Come nelle pagine dei fratelli Grimm, Biancaneve si ‘raccomanda' a Dio ma al contrario dell'originale cade in tentazione una volta sola mordendo la mela, si lascia baciare da due ‘principi', combatte dentro un'armatura e alla maniera di Giovanna d'Arco contro una regina ‘posseduta' e liberata come un nosferatu con una stilettata al cuore.
Seguendo la tendenza di tanto cinema contemporaneo a rinnovare il repertorio dei classici, Sanders pesca nel pozzo fiabesco dei Grimm e realizza un film in costume contraddistinto da modifiche sostanziali nella caratterizzazione dei personaggi e nella struttura stessa dello sviluppo narrativo. Più interessanti degli esiti sono i ‘ritocchi' che nelle recenti riedizioni ‘riformano' l'eroina ‘bianca come la neve e bruna come l'ebano'. Sopravvissuta all'immancabile mela, grazie a un bacio o a un rigetto miracolistico, Biancaneve è una guerriera, laica per Tarsem Singh, cristiana per Rupert Sanders, una fanciulla in fiore che s'inventa una nuova identità, rivolgendosi con determinazione a un pubblico femminile a cui nega (quasi) ogni gratificazione consueta. Perché, che siano nani ‘trampolati' o un cacciatore potente come un ‘tuono', Biancaneve viene addestrata all'arte della guerra, compiendo la sua ascesa sociale a colpi di spada e di (buona) volontà. Nessun principe azzurro canonico spalleggia la principessa di Kristen Stewart, piuttosto un team di natural born losers (sette nani minatori convertiti al furto e un cacciatore vedovo e sbronzo) lanciati contro le ingiustizie e i tempi correnti, quando i ‘cattivi' non basta più sgominarli ma bisogna anche ‘capirli'. Si costruiscono allora psicologie ben definite e background fantasiosi a figure trascurate (ma non trascurabili), attribuendo loro un nome, un passato e un trauma che ne giustifichi la monomania (Ravenna), la cialtroneria (Eric), la furfanteria (i sette nani).
Se convince la final girl forte delle sue debolezze, votata alle scelte estreme, ‘do or die', e proiettata verso lo scontro uno a uno con la strega nera, una ‘superba' Charlize Theron, barbara massacratrice di ‘figlie', l'illustrazione del trascorso traumatico della matrigna, del cacciatore e dei nani (cavatori ripudiati dalla società civile), priva lo spettatore della possibilità di interpretare, producendo ridicolo involontario e profondità dove non se ne sentiva il bisogno. La voglia di piacere troppo spesso rovina la favola e la bella della favola.
Poesie
Guarda le stelle: molte ardono
Nel silenzio della notte
E splendono attorno alla luna
Nell'azzurro del cielo.
Guarda le stelle: tra esse ce n'è una
A me più cara di ogni altra.
Per quale ragione? Si alza per prima
O brilla più vivida?
No! Il suo lume conforta cuori amici
Costretti a separarsi,
e i loro occhi si incontrano in lei,
lassù in alto nell'azzurrità.
Appena la vedi apparire nel cielo,
ti guarda pensosa anch'essa,
e il suo sguardo risponde al tuo
e teneramente riarde.
Nel turchino della notte non stacchiamo
I nostri occhi da lei:
la seguiamo dalla terra al cielo
e dal cielo alla terra.
E tu, hai già scelto la tua stella?
Nel silenzio della notte
Molte splendono e ardono
Nell'azzurro del cielo.
Non affidare il tuo cuore alla prima
Che vedi a te davanti,
non dir tua, futile in amore,
la più fulgida di tutte,
ma chiama invece tua solo la stella
che guarda pensierosa,
e il cui sguardo risponde al tuo
e teneramente riarde.
Evgenij Baratynskij
sabato 4 agosto 2012
Libri
Nel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza. Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento" è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín. Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista...Un libro entusiasmante primo per la scrittura spumeggiante di Zafòn che sa essere esilarante anche nei momenti topici del romanzo dimostrando una padronanza felice della scrittura e della materia trattata;Secondo per la trama avvincente che non lascia tregua al lettore,bisogna continuare pagina dopo pagina e la storia è talmente scorrevole che vi ritroverete a leggere oltre 300 pagine in due giorni,ma pagine dense come la nebbia d'inverno e profumate o puzzolenti a seconda dell'impressione che l'autore vuole trasmettere.Capisco perchè questo autore abbia cosi tanto successo,perchè pur riprendendo la tradizione del romanzo di lingua spagnola sa aggiungere a questa spezie odorose provenienti dalla letteratura latino-americana,che traspare come fonte ispiratrice dell'autore in ogni pagina.
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