martedì 6 marzo 2012
Internazionale
Wikilieaks è tornato a rivelare segreti di stato e di giochi di potere assai delicati. Si è parlato molto in questi giorni delle oltre 5mila di mail recuperate dai server della Stratfor, società privata americana di analisi geopolitica e intelligence, e rese pubbliche dal sito di Assange. Come già fatto in precedenza, il sito si avvarrà della collaborazione di 25 testate giornalistiche mondiali per diffondere ed analizzare il contenuto dei documenti. Per l'Italia farà riferimento a La Repubblica e L'Espresso. Rimangono per ora misteriosi i mezzi con cui Wikileaks è entrata in possesso di questi dati.
Della corrispondenza della Statfor è stato immediatamente divulgato uno scambio di mail tra i due numeri uno della società, che mette in dubbio la morte di Osama Bin Laden, o meglio, la fine che ha fatto il suo cadavere. Fred Burton, considerato uno dei più grandi esperti internazionali in tema di sicurezza, scrive queste righe a Geroge Fredman, fondatore e amministratore delegato della società: "Se il corpo è stato buttato a mare, cosa di cui io dubito, è simile al caso di Adolf Eichmann. La tribù ha fatto la stessa cosa con le ceneri dei nazisti. Vorremmo fotografie, campioni di DNA, impronte digitali. Il suo corpo è una scena del crimine e non credo che né l'FBI né il DOJ (il Dipartimento di Giustizia, Nda) permetteranno che ciò accada".
La risposta di Fredman: "Eichmann è stato visto vivo per molti mesi durante il processo prima che venisse condannato a morte e giustiziato. Nessuno avrebbe voluto per lui una tomba. Per questo venne cremato. Ma non mi pare che qualcuno abbia detto che non si trattasse di Eichmann. Non si può paragonare con questa sepoltura in mare senza che ci sia stata qualche possibilità di vederlo. Dubito che questo sia accaduto". Lo scambio di mail è datato 2 maggio 2011, poco dopo la morte di Bin Laden e la diffusione della versione ufficiale degli Stati Uniti secondo cui il cadavere del terrorista sarebbe stato buttato nell'Oceano Indiano. In sostanza, entrambi dubitano che il corpo del fondamentalista islamico sia stato gettato in mare e il paragone cui fa riferimento Burton, quello con Eichmann, dà bene l'idea di come secondo lui fosse necessaria una verifica sulla morte dell'uomo più pericoloso e ricercato degli ultimi dieci anni. La morte di Bin Laden è quindi da mettere in discussione?
Sarebbe certo un'ipotesi allarmante, che arriva come una doccia gelata nel bel mezzo delle presidenziali americane. In tutta risposta, la Stratford si solleva da ogni responsabilità, denunciando l'accaduto e il fatto che le mail potrebbero essere state "manipolate, contraffatte, e contenere imprecisioni". E conclude dicendo: "Siamo stati derubati, doverne rispondere significherebbe essere due volte vittime".
Intanto in Pakistan è stato demolito il compound dove, secondo la versione ufficiale, morì Osama bin Laden
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