lunedì 21 settembre 2009

Poesie


Brano dal mio testamento 

Non voglio che tu sia lo zimbello del mondo. 
Ti lascio il sole che lasciò mio padre 
a me. Le stelle brilleranno uguali, e uguali 
t’indurranno le notti a dolce sonno, 
il mare t’empirà di sogni. Ti lascio 
il mio sorriso amareggiato: fanne scialo, 
ma non tradirmi. Il mondo è povero 
oggi. S’è tanto insanguinato questo mondo 
ed è rimasto povero. Diventa ricco tu 
guadagnando l’amore del mondo. 
Ti lascio la mia lotta incompiuta 
e l’arma con la canna arroventata. 
Non l’appendere al muro. Il mondo ne ha bisogno. 
Ti lascio il mio cordoglio. Tanta pena 
vinta nelle battaglie del mio tempo. 
E ricorda. Quest’ordine ti lascio. 
Ricordare vuol dire non morire. 
Non dire mai che sono stato indegno, che 
disperazione m’ha portato avanti e son rimasto 
indietro, al di qua della trincea. 
Ho gridato, gridato mille e mille volte no, 
ma soffiava un gran vento, e pioggia, e grandine: 
hanno sepolto la mia voce. Ti lascio 
la mia storia vergata con la mano 
d’una qualche speranza. A te finirla. 
Ti lascio i simulacri degli eroi 
con le mani mozzate, ragazzi che non fecero a tempo 
ad assumere austera forma d’uomo, 
madri vestite di bruno, fanciulle violentate. 
Ti lascio la memoria di Belsen e di Auschwitz. 
Fa’ presto a farti grande. Nutri bene 
il tuo gracile cuore con la carne 
della pace del mondo, ragazzo, ragazzo. 
Impara che milioni di fratelli innocenti 
svanirono d’un tratto nelle nevi gelate 
in una tomba comune e spregiata. 
Si chiamano nemici: già! i nemici dell’odio. 
Ti lascio l’indirizzo della tomba 
perché tu vada a leggere l’epigrafe. 
Ti lascio accampamenti 
d’una città con tanti prigionieri: 
dicono sempre sì, ma dentro loro mugghia 
l’imprigionato no dell’uomo libero. 
Anch’io sono di quelli che dicono, di fuori, 
il sì della necessità, ma nutro, dentro, il no. 
Così è stato il mio tempo. Gira l’occhio 
dolce al nostro crepuscolo amaro. 
Il pane è fatto pietra, l’acqua fango, 
la verità un uccello che non canta. 
È questo che ti lascio. Io conquistai il coraggio 
d’essere fiero. Sfòrzati di vivere. 
Salta il fosso da solo e fatti libero. 
Attendo nuove. È questo che ti lascio. 


Traduzione di Filippo Maria Pontani 


Kriton Athanasulis (poeta greco, 1916-1979) 


Antologia della poesia greca contemporanea 
a cura di Filippomaria Pontani 
introduzione di Maurizio De Rosa

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