venerdì 18 settembre 2009
Libri
Libro non facile, a tratti sarcastico ed inquietante, come tutti quelli di Kundera. Qui il protagonista è il giovane poeta cecoslovacco Jaromil, al tempo in cui il comunismo era al potere. Perché per il giovane poeta Jaromil la vita è altrove ? E chissà, come per Jaromil, quante persone al mondo, a un certo punto della loro esistenza, sentono che la loro vita è altrove, non su quella scrivania, non in un’aula scolastica o dietro uno sportello. Ci si interroga, si vorrebbe cambiare, ci si vorrebbe liberare da impegni e convenzioni. C’è chi ha il coraggio, che si perde in se stesso o chi solo continua a sognare di andare lontano. Jaromil ha il coraggio, l’ingenuità, l’orgoglio della sua giovane età. il poeta vuole darsi tutto alla rivoluzione, per ciò in cui crede tradisce amori ed affetti, per ritrovarsi solo nel suo letto di morte con acconto solo sua madre. Una madre oppressiva, accentratrice che lo ha accompagnato nelle sue esperienze di poeta, ha spiato i suoi amori e ne ha sempre indirizzato le scelte. Ed alla fine del romanzo si guarda al poeta, alla madre, alla giovinezza, alla rivoluzione senza fiducia e speranza, e la delazione ed il tradimento rappresentano l’estremo compimento della vita. Per chi è ora di passaggio su questa terra, è vero che la vita può essere altrove ma è anche breve e nessuna sa dove sia la sua fermata.
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