sabato 6 novembre 2021

Cinema


 


Aggredita e stuprata in casa sua, Michelle, proprietaria di una società che produce videogiochi aggressivi e violenti, non denuncia la cosa e prosegue da subito come se nulla fosse accaduto, fino a quando lo stupratore riappare. Ispirato al racconto Oh... (2012) di Philippe Djian, e (mal) sceneggiato da David Birke, sul fronte suspense è prevedibile, prolisso e sfiora spesso il ridicolo involontario. Lo tiene in piedi solo la algida Huppert che, osannata da tutti, si cimenta di film in film con personaggi sempre più contorti e psicologicamente disturbati: Michelle - con la sua freddezza e l'assenza assoluta di sentimenti - è il simbolo di una società ipocrita, arida, amorale, violenta. O per lo meno questo era nelle intenzioni dell'autore.

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