mercoledì 24 agosto 2016

Cinema





Molti sono i film che si sviluppano all'interno di un unico ambiente,i più recenti l'ottimo Carnage,o il francese A cena con amici,per non parlare del classico Zoo di vetro.In Italia è più inusuale ambientare uno script al chiuso quasi come fosse una piece teatrale.Ricordo l'ottimo Regalo di Natale di Avati per esempio.Qui un gruppo di amici si riunisce e decide di intraprendere un gioco,mettere tutti i cellulari sul tavolo e svelare messaggi,chiamate,video,per carpire eventuali segreti dei partecipanti.All'inizio il gioco eccita gli amici che ci si dedicano di buona lena,tra risate,battute riuscite,ottimo cibo ed atmosfera conviviale.Poi però l'atmosfera cambia e cominciano a delinearsi le prime crepe,i primi tradimenti,le prime omissioni,le inclinazioni segrete,in un crescendo raveliano accompagnato da un ottimo cast che tiene bene la scena e una regia solida e mai becera.Purtroppo,a mio avviso,la bontà del film si perde nella sequenza finale,troppo inverosimile ed assolutamente di quel buonismo che avrebbe fatto inorridire Bunuel.Peccato.Poteva essere una commedia sarcastica e acidula sul malcostume dell'apparenza nel mondo di oggi e sul ruolo che la tecnologia assume all'interno delle nostre vite.Ma ci sarebbe voluto un altro script o forse più coraggio nel non scadere nel lieto fine un po' banalotto.Meritato il David di Donatello se non altro per la coralità del lavoro svolto tra regia,sceneggiatura e recitazione.

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