sabato 12 ottobre 2013

Libri










Quando ci si imbatte per caso,ammesso che esista il caso, in un libro affascinante come questo, lo stupore dell'incontro recita un ruolo importantissimo. Immagini di trovare un libro di riflessioni filosofiche,oppure delle meditazioni più o meno sagge di un eccellente scrittore,e invece ti imbatti in un testo che è tutt'altro,un testo che originariamente serviva a portare a conoscenza di chi cominciava ad esercitare la professione di avvocato,o di chi lo era già,le tecniche di interrogatorio dei testimoni durante i processi.tecniche che ovviamente avevano avuto largo sviluppo ed impiego soprattutto nei paesi anglosassoni.Ed infatti il testo è pieno di inglesismi,termini tecnici che però hanno la meravigliosa sintesi di quella lingua.Cross examination per esempio,che non è altro che la tecnica per controinterrogare un testimone.Viene spiegato cosa fare e non fare,cosa dire e non dire,come avere una strategia per cercare di portare il testimone dalla propria parte o come,nel caso opposto,cercare di limitare i danni, quando il testimone è troppo attendibile,limitando l'interrogatorio a sfiorare solo alcuni aspetti.Un lavoro fortemente tecnico ma soprattutto psicologico,e il suo fascino è proprio li,con la spiegazione effettiva della teoria riportata a stralci di processi veri,ovviamente omettendo i nomi degli imputati e dei testimoni.Cosi l'esempio non rientra più nella scialba e noiosa teoria,ma prende vivida forma perchè visibili sono gli errori,visibili sono i punti a favore,come visibilissimi sono i risultati finali.Ne viene fuori un quadro non solo interessantissimo di un pezzo del processo,cioè la fase dibattimentale, e quindi anche un modo di applicare la giustizia,la deontologia di un professionista,le scelte che fa,il suo livello di informazione e preparazione al processo,all'escussione dei testi,al saper maneggiare la "materia"diritto con cura e responsabilità, ma soprattutto un'indagine sui meccanismi mentali sia di chi interroga che di chi è interrogato,viene analizzata con fine arguzia la diversità dei ruoli,la pressione esercitata ed esercitabile,tutte quelle sfumature che fanno la differenza tra un avvocaticchio e un professionista esperto e collaudato.Non è un libro per addetti ai lavori,anzi,lo stile è quello inconfondibile dello scrittore,chiaro e lineare,mai noioso o prolisso.E' indicato a tutti coloro che sono affascinati dal mondo giuridico e dal processo in particolare,o anche dalle tecniche per riuscire a giungere ad uno sprazzo di verità.Difatti il libro inizia con uno splendido esempio,porta il film Rashomon,capolavoro di Kurosawa,dove una vicenda viene mostrata nel racconto di quattro persone diverse,ognuna con il suo punto di vista e la sua verità inconfutabile,ma la verità può sopportare tante angolazioni? La verità non è mai oggettiva ma sempre soggettiva,ci dice l'autore,e soprattutto bisogna avere l'umiltà per sapere che non è mai univoca ma ha più lati di un diamante,ed è proprio per questo motivo che le tecniche di interrogatorio servono per scavare,per cesellare,per sottrarre materia grezza e giungere ad un manufatto,proprio come uno scultore davanti al suo blocco di marmo.






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