lunedì 21 maggio 2012

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L'uccisione di Giulio Cesare scatena a Roma il più totale disordine. Bruto, tornato a casa, riceve i complimenti di sua madre per aver svolto il suo dovere di difensore della Repubblica (malgrado la decisione di uccidere Cesare sia stata chiaramente dettata in larga misura dal desiderio del dittatore di troncare la loro relazione), ma Bruto è visibilmente combattuto, e conscio che ciò che ha fatto rischia di avere delle conseguenze imprevedibili.
Voreno intanto, dopo che Niobe si è suicidata quando il marito ha scoperto il tradimento maturato anni addietro quando lui era impegnato in Gallia, è disperato e furibondo, e dopo aver maledetto tutti i suoi parenti per essere stati complici nel mentirgli vaga senza meta per le strade di una città dove regna l'assoluta anarchia.
Marco Antonio, dopo essere sfuggito al tentativo di omicidio dei sicari di Quinto Pompeo, che successivamente ucciderà di persona, riesce ad arrivare a casa di Azia; i due pianificano la fuga, ma si scontrano con la decisione di Calpurnia di voler restare a Roma per officiare il funerale del marito. Intanto viene letto il testamento di Cesare, nel quale il dittatore libera il fedele Posca dalla schiavitù, devolve 300 sesterzi della propria eredità ad ogni cittadino romano e, soprattutto, nomina suo nipote Ottaviano suo erede legittimo. Marco Antonio, sorprendentemente estromesso da qualsiasi lascito, è costretto ad ingoiare il boccone amaro, e accoglie la notizia con evidente disappunto. Quindi, su consiglio dello stesso Ottaviano e con la mediazione di Cicerone, negozia un incontro con Bruto e Cassio, a cui promette l'immunità in cambio della promessa di non bollare Cesare come un tiranno, cosa che di fatto delegittimerebbe tutte le delibere del dittatore e quindi anche i loro attuali incarichi: i due, pur riluttanti, accettano.
Pullo intanto, dopo aver sposato formalmente Irene e aver saputo della morte di Cesare, torna a Roma e ritrova Voreno, con cui celebra il funerale di Niobe. Nello stesso momento, al foro romano, vengono celebrati anche i funerali di Cesare, a cui partecipa una folla immensa e disperata, ma soprattutto infuriata con i suoi assassini. A quel punto, Bruto e Cassio capiscono il piano di Marco Antonio, che in un solo colpo è riuscito a mettere loro contro l'intera popolazione, contro la quale i nobili e i senatori di cui hanno l'appoggio sono ben poca cosa. Entrambi sono costretti a fuggire, tranne Servilia che rimane a Roma come ostaggio.
Voreno e Pullo, tornati a casa dopo il funerale, scoprono che i figli e il nipote di Voreno sono stati rapiti da Herastes Fulvan e si precipitano al suo bordello per cercare di salvarli, ma ormai è già troppo tardi: al loro arrivo il criminale, in risposta alle antiche offese ricevute, li ha già bastonati, uccisi e gettati nel fiume. Voreno lo decapita.Da Cesare ad Ottaviano passando per Marc'Antonio il fascino della storia di Roma resta intatto al di là del tempo.

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