sabato 29 gennaio 2011

Racconti


Andarsene d'estate


Andarsene d'estate quando gli alberi ti sbattono in faccia il colore della speranza.
Mentre moltiplicano al calore del sole il manto di freschezza.
Sentire il gelo avvolgere il cuore, i pensieri, i ricordi...
Vivere quando si ha il vuoto dentro...

Stai seduto davanti al muro specchiandoti nelle rughe della parete, dove la parola felicità
non arriva in superficie nemmeno in trasparenza.
L'abisso accoglie l'anima che non pulsa più, cancellata dal bianco del pennarello della vita.
Il tuo corpo è la mela che avvizzisce senza succo acerbo o zuccherino, prosciugata dal verme che si è insediato nella tua mensa senza essere invitato.
Non si tramuterà in farfalla come i suoi simili.
Le tue braccia come rami di salici piangenti ricadono sui braccioli dove lasci l'impronta di uno scricciolo.
Prendo la tua mano e la stringo forte.
L'istinto mi dice di lasciarla andare e lei cade come piuma sul corpo che riconosco vivo solo dal movimento della camicia.
Le mie parole d'amore ti investono come acqua di cascata. Dissetano l'orecchio ma l'istinto le permea nel rigetto.
- No!
Un no secco.
La voce è il filo che si spezza nel chiedere perdono per non potermi ascoltare, chiuso nell'oscurità.
Lo sguardo corre lontano, si sofferma nello spazio dove l'immagine si tramuta in essenza d'etere senza tempo né dimensione.
Sfuggi al mio sguardo, diventi serpente che striscia nell'antro nero che si allarga a macchia d'olio.
Mi offro a te senza speranza.
Il dolore senza perché penetra come il coltello nella ferita invisibile del rifiuto del domani.
È tempo di andare, di lasciarti. È il tuo desiderio.
Ti lasci annegare nel nulla dell'esistenza.
Ascolto le tue parole :
- Addio sofferenza di vivere.


Rainalda Torresini

1 commento:

  1. grazie stefano,
    Rainalda
    Nel sito "suonami una poesia" c'è la mia lettura del brano

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