domenica 9 gennaio 2011
Cinema
E' uno di quei film da assaporare piano piano.Innanzitutto vi deve piacere la neve e le immense distese di ghiaccio,perchè qui di neve e di ghiaccio è pieno il film.Jamar è un campione di sci che in seguito ad una depressione viene ricoverato in un istituto psichiatrico.Dice addio alla sua promettente carriera e viene pure lasciato dalla sua compagna che se ne va portandosi dietro il loro figlio.Solo Jamar si sente perso e lavora occupandosi dello ski lift di un impianto ma la solitudine lo attanaglia cosi convinto anche da colui con il quale sua moglie ebbe una storia decide di intraprendere un lungo viaggio per riabbracciare suo figlio.Comincia una odissea fatta di incontri fugaci ma che lasciano in Jamar un grande senso di conforto,non si sente più solo.prima lo aiuta una bambina,poi lo aiuta un giovane,poi un vecchio in una tenda,sono tutte persone che rappresentano metaforicamente ognuno una qualità dell'animo umano che si può ritrovare in Jamar e che gli danno la forza di proseguire questo cammino che sembra disperato,ma in realtà è un ritrovare sè stesso.Bellissima la fotografia e intenso l'attore che interpreta questo personaggio che sembra uscito da una fiaba,tanto è "puro".
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