domenica 6 marzo 2016
Cinema
Nel 2013, un muro insormontabile separa il centro di Parigi dai quartieri periferici - le "banlieues" - diventati regno incontrastato della criminalità. Quando una gang della "banlieue 13" si impadronisce di un ordigno nucleare trasportato da un furgone blindato, le autorità assegnano all'agente speciale Damien il compito di recuperarlo prima che la delinquenza organizzata metta in pericolo l'intera città. Damien, maestro di arti marziali ed esperto nell'infiltrarsi tra le file dei criminali, sa che potrà contare soltanto sull'astuzia e sulla forza per assolvere la missione: nella zona proibita, non esistono leggi né onore e soltanto la crudeltà e la violenza possono garantire la sopravvivenza. Leito, un piccolo delinquente della zona, accetta di collaborare con il poliziotto se questi in cambio lo aiuterà a liberare la sorella Lola, prigioniera del narcotrafficante Taha.
Non tragga in inganno l'ambientazione futuribile del film: Banlieue 13 è essenzialmente un action-movie che ripropone vagamente l'intreccio di Escape From New York prendendo spunto - con scelta di dubbio gusto - dalla recente cronaca dell'emarginazione sociale nei quartieri sottoproletari di Parigi. Impostato secondo i modelli dello spettacolo hollywoodiano, è un susseguirsi di rocamboleschi inseguimenti e pirotecniche sparatorie sviluppate a ritmo di videogames, con personaggi convenzionali ed esiti prevedibili. Gli stuntmen rubano la scena ai caricaturali protagonisti e le spericolate inquadrature studiate dal regista Pierre Morel - fotografo di The Transporter e Danny the Dog - correggono in parte l'insufficiente tensione del racconto.
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