domenica 27 luglio 2014

Poesie





                                                                                              Il cielo in me 



                                                               Io non devo scordare
                                                                che il cielo fu in me.

Tu
eri il cielo in me,
che non parlavi mai del mio volto,
ma solo quand' io parlavo di Dio
mi toccavi la fronte
con lievi dita e dicevi:
«Sei più bella così, quando pensi
le cose buone.»
Tu eri il cielo in me,
che non mi amavi per la mia persona
ma per quel seme di bene
che dormiva in me.
E se l'angoscia delle cose a un lungo
pianto mi costringeva,
tu con forti dita
mi asciugavi le lacrime e dicevi:
«Come potrai domani esser la mamma
del nostro bimbo, se ora piangi così?»
Tu
eri il cielo in me,
che non mi amavi per la mia vita
ma per l'altra vita
che poteva destarsi in me.
Tu
eri il cielo in me
il gran sole che muta
in foglie trasparenti le zolle
e chi volle colpirti
vide uscirsi di mano uccelli
anzi che pietre - uccelli
e le lor piume scrivevano nel cielo
vivo il tuo nome
come nei miracoli antichi.
Io non devo scordare
che il cielo fu in me.
E quando per le strade - avanti
che sia sera - m'aggiro ancora
voglio essere una finestra che cammina,
aperta, col suo lembo
di azzurro che la colma.
Ancora voglio
che s'oda a stormo battere il mio cuore in alto
come un nido di campane.
E che le cose oscure della terra
non abbiano potere
altro su me,
che quello di martelli lievi
a scandere sulla nudità cerula dell'anima
solo il tuo nome.

 novembre 1933  Antonia Pozzi

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