domenica 26 giugno 2011
Dedicato a....
Oggi è uno di quei giorni che vorrei cancellare dal calendario,rimuovere,fare una sorta di salto nel tempo per fermarlo e cambiare gli eventi della vita.Ma purtroppo questo a noi umani non è possibile,e allora non ci resta altro che trasformare le gocce di sangue che sgorgano dal cuore in tanti semini che andranno a nutrire la terra,là dove c'è stata morte ritrovare la vita,là dove c'è stato e c'è ancora dolore abbracciare il ricordo.Sedici anni fa un banale incidente e una serie incredibile di incapacità mediche hanno sottratto a me e a tutta la mia famiglia mio padre,in maniera inaspettata,improvvisa,non eravamo preparati,non si è mai preparati alla perdita di una persona cara.Io poi ero quello più vulnerabile di tutti,mi ero allontanato dalla mia famiglia,certo di percorrere e costruire la mia strada,ma loro erano allora tutta la mia storia,le mie radici,i miei alberi secolari solidi e sotto i quali ripararti dalle intemperie della vita o ritrovare calma e pace in te stesso.Ero concentrato su me stesso,non per egoismo,ma sicuro che loro stavano bene,avevano trovato una vita serena e felice in un posto molto bello e tranquillo,vicino al mare,che anche io ho vissuto per un periodo godendomelo appieno.Mio padre poi stava dando vita ad un suo sogno,gestire un bell'albergo in una piccola ma esclusiva località turistica e lo stava realizzando,gliene veniva fornito uno nuovo di zecca chiavi in mano,tutto luccicante ed efficiente e moderno,una ulteriore spinta a rendere quel momento il momento.E invece quel momento ha spento tutto,una perdita d'equilibrio,il suo peso,una emorragia interna non diagnosticata ed eccomi prendere di corsa il treno,ritornare li,in un viaggio angoscioso ma ancora pieno di speranza,trovare le braccia care della mia famiglia e vedere mio padre pallido ma vivo,col suo solito appetito,anche se sempre dolorante,cosa che lui non faceva mai,quindi un dolore da non sottovalutare.Rimanemmo quella stessa sera a parlare soli io e lui,nella camera da letto dei miei,che aveva il profumo che conoscevo fin da bambino,io e lui,padre e figlio,come poche altre volte prima.Io volevo un bene dell'anima a mio padre ma avevamo caratteri totalmente incompatibili,troppo diversi,mi chiamava il "principino" o l'"intellettuale"perchè mi vedeva sempre a studiare e leggere,perchè ero curioso sempre di tutto e perchè forse si rendeva conto che pur nella diversità dei caratteri mi aveva trasmesso cose di sè stesso che solo un padre sa riconoscere nel proprio figlio.Mi chiese subito,senza preamboli,se ero felice,se stavo bene dove stavo,che progetti avevo,per la prima volta non ero sulla difensiva con lui,non mi aspettavo aggressioni verbali o giudizi sulle mie scelte,lo sentivo aperto,dolce,affettuoso.Mi disse che era sempre stato orgoglioso di me,anche se non me l'aveva mai dimostrato per paura che mi montassi troppo la testa,mi disse che mi aveva sempre rispettato, anche nel litigio più furibondo,anche nell'incomprensione più totale,perchè vedeva la mia anima buona,la mia anima positiva e generosa,il mio desiderio di indipendenza,e perchè riuscivo nelle cose che intraprendevo,mi disse di tenere per primi sempre gli affetti,la famiglia,e poi tutto il resto,lavoro compreso.Ero ammutolito,avevo la sensazione fortissima di averlo ritrovato proprio li in quel momento,proprio mentre stavo rischiando di perderlo,ed ero folle di felicità perchè per me avere anche il suo appoggio,la sua stima,il suo amore,è sempre stato determinante,come credo lo sia per qualunque figlio nei confronti del padre.C'è la vicinanza,poi lo scontro,poi la competitività,poi la complicità e solo ultima,la comprensione.Io mio padre ho cominciato a comprenderlo in quel preciso istante e ad ogni passo della mia vita ripercorrevo le tappe di uomo che prima erano state le sue, me lo sentivo sempre più addosso,sempre più simile,i suoi valori,le sue idee,il suo amore per la vita e per l'arte,per i viaggi,per le persone e le cose vere e sane e profonde.Perchè io ero cambiato,perchè io mi trovavo davanti alle stesse scelte e agli stessi problemi e dovevo risolverli seguendo la mia natura,e più seguivo la mia natura e più mi avvicinavo a lui e più mi rendevo conto di quanto fosse profondamente dentro di me.Risalii dove vivevo con il cuore pieno di gioia e tanta energia dentro forte di una carica interiore che avrebbe demolito ogni ostacolo.Un mese dopo,di sera,la telefonata,rimasi immobile ascoltando in lontananza una voce familiare che mi diceva l'indicibile,a che scopo pensavo aver ritrovato quello che in pochi minuti avevo già smarrito?Ero annientato dal dolore,ma come mi capita sempre in queste circostanze della vita divento lucido e freddo ed organizzato,ma dentro era come se qualcuno mi avesse aperto esattamente a metà facendo fuoriuscire tutto di me.La mattina dopo partii,non mi ricordo nulla di quel viaggio,solo una valanga di flash dei nostri momenti insieme,di quando ero piccolo e mi insegnava a giocare a carte,di quando nei bar che avevamo mi faceva sempre lasciare le partite nei flipper mettendomi sopra una sedia perchè neanche ci arrivavo,di quando mi dava i soldi e già sapevo scegliermi le canzoni dai juke-boxes,di quando di ritorno dal viaggio a parigi della maturità saltò il suo turno di riposo venendo fino a torino e offrendo la colazione nel vagone ristorante a me e a tutte le mie compagne di classe,e stava anche male.Ricordo ancora la sua voce tra gli scompartimenti,mi sembrava uno scherzo,Papà?Ma non doveva essere a Reggio Calabria?Invece era proprio li per me morendo dalla curiosità sulla mia impressione di quella meravigliosa città.Mori dal ridere quando gli feci vedere sotto la cuccetta la quantità abnorme di dischi che avevo comprato,mi disse che ero proprio come lui,musica,musica,musica.E poi io,mia madre e mia sorella nella cappella dell'ospedale,dentro la bara,per alcune ore,era sereno,non aveva la faccia sofferente,mi dava una tale idea di pace,io che per un periodo della mia vita ero angosciato dalla morte,lui li come a dirmi"Stefano è solo un passaggio,non è la fine di tutto come dicono,io ti sono accanto perchè sono in te,perchè ho fatto il possibile per essere un buon padre e fare di te un buon figlio,e perchè so che mi porterai nel tuo cuore fino a che non ci ritroveremo".Ecco oggi Papà non posso che dirti che avevi ragione,sei talmente in me che non esiste un distacco tra noi,nè il tempo,nè lo spazio,nè la vita mi allontaneranno mai da te.Adesso vorrei solo,avendone la possibilità,non farti cadere più,farti gestire il tuo albergo sapendo che avresti avuto successo con le tue competenze,avendoti accanto nei momenti che sono stati importanti nella mia vita,avrei voluto che conoscessi Federico,ti avrebbe impressionato per la sua intelligenza e per la mia somiglianza,Luca che avresti immediatamente adorato per la sua incredibile vivacità ed allegria,avrei voluto che vedessi il nostro amatissimo Daniele sposato e padre di una meravigliosa bambina che sono sicuro avresti straviziato,avrei voluto averti vicino in questo pezzo attuale della mia vita,ti avrei fatto conoscere chi possiede il mio cuore,saresti impazzito per lei conoscendoti,ti saresti innamorato della sua luce,della sua allegria,della sua battuta pronta,del suo amore per la cucina,della sua intelligenza viva,della sua profonda cultura.Ma io sento che tu hai visto e vissuto tutto questo,ogni volta che l'ho visto e vissuto io,con i miei occhi hai visto cose belle e cose orribili,hai visto la mia gioia più enorme,e il mio dolore più abissale,con i battiti del mio cuore avrai sentito quanto amore avevo dentro sempre e ti risponderei quella stessa cosa di sedici anni fa sentendo la mia mano persa nella tua,"Papà sono felice".
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