sabato 18 giugno 2011

Cinema


Tom Stall è il proprietario di un piccolo ristorante in una cittadina di provincia. Conduce una vita normale con la moglie e i figli fin quando un giorno si difende dall'aggressione di due feroci criminali uccidendo entrambi. La sua immagine finisce su tutti i media e spinge Carl Fogarty, un boss della mafia irlandese di Philadelpia ad andarlo a cercare. L'uomo è sicuro di aver riconosciuto in lui un delinquente che lo ha privato di un occhio e che era molto temuto nell'ambiente per la sua crudeltà. Tom deve difendere la sua famiglia.
Tratto da un fumetto di John Wagner il nuovo film di Cronenberg torna sui territori cari al regista: l'identità, la possibile schizofrenia, il rapporto tra realtà e apparenza. Anche lo stile narrativo gioca su questi elementi, tanto che il film potrebbe essere oggetto di una doppia recensione. Se lo si prende per come appare si tratta di un thriller molto stereotipato con buone dosi di esagerazione narrativa e di umorismo spesso involontario. Se invece lo si legge a partire dalla prima inquadratura che sembra un quadro di Hopper allora le cose cambiano. Si pensa al Cronenberg raffinato intellettuale che opera una rilettura sui generi per svelarne la fragilità e l'ambiguità. Questa volta propendiamo per la prima scelta quasi che il regista canadese, dopo la complessa prova di Spider avesse deciso di avvalersi di una fonte di ispirazione "bassa" per vedere come i meccanismi narrativi funzionano in quel contesto senza però volersene distanziare criticamente.
Grande, come sempre, Ed Harris.

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