lunedì 1 novembre 2010
Poesie
Sul pendio della scarpata gli angeli ravvolgono i loro abiti di lana nelle erbe d'acciaio e di smeraldo.Prati di fiamme balzano fino alla sommità del poggio.A sinistra il terriccio del crinale è calpestato da tutti gli omicidi,e tutte le battaglie,e tutti i rumori disastrosi tracciano la loro curva.Dietro il crinale di destra la linea degli orienti,dei progressi.E mentre la striscia del dipinto in alto è formata dal rumore avvolgente e balzante di conche marine e di notti umane.La dolcezza fiorita delle stelle e del cielo e del resto scende di fronte alla scarpata,come un cesto,contro il nostro visto,e crea là sotto il profumato abisso azzurro.
Rimbaud
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"Ma chi, se gridassi, mi udrebbe, dalle schiere degli Angeli?
RispondiEliminaE se anche un Angelo a un tratto
mi stringesse al suo cuore: la sua essenza più forte mi farebbe morire.
Perché il bello non è che il tremendo al suo inizio, noi lo possiamo reggere ancora,
lo ammiriamo anche tanto, perch'esso è calmo, sdegna distruggerci.
Degli Angeli ciascuno è tremendo.
E così mi rattengo e il richiamo di oscuri singhiozzi lo soffoco in gola.
Ah, di chi mai ci possiamo valere?
Degli Angeli no, degli uomini no,e i sagaci animali lo notano che, di casa nel mondo interpretato,non diamo affidamento.
Ci resta, forse,
un albero, là sul pendio,
da rivedere un giorno;
ci resta la strada di ieri [...]"
R.M. Rilke