domenica 21 settembre 2014
Poesie
Angosce
Chiuse le finestre
il buio sovrasta
coltelli d'ombra in
angoli oscuri
dove
il cuore imbarca
malinconia
la mente divaga
un'orda di solitudine
avanza
dentro me un IO che scalcia
vuole uscire,
per forzare
la quiete che precede la tempesta....
Corri corri notte
anche la luna ha disertato
il cielo,ci sei solo tu con il tuo
IO pieno di follia e speranza
paura e gioia
amore e odio
sentimenti che passano oltre
la soglia del dolore
e l'IO scende
per poi innalzarsi ancora
rigenerato
all'alba.....
Annamaria Gennaioli
Cinema
Nella squadra di Barney Ross si materializza il più prevedibile eppure il più clamoroso degli eventi, un incidente che mette a serio repentaglio la vita di uno dei membri. L'evento, unito alla ricomparsa di un vecchio e storico nemico (che come nella migliore delle tradizioni si trattava di un ex-amico, parte del primo gruppo di "mercenari") spinge Ross a trovarsi un'altra squadra, fatta di giovani a cui non sia legato da una profonda amicizia, per portare a termine una nuova missione. Liberarsi degli amici di una vita e tenerli lontani da un bel complesso di esplosioni però è più difficile del previsto.
La difficoltà con la quale la serie di I mercenari cerca di stare appresso al proprio mito, cioè di dimostrarsi all'altezza delle promesse di spettacolo e di rinsaldamento dei "veri valori" dell'action anni '80 che sbandiera, non fa che ridimostrare di film in film la forza spontanea e onesta del primo capitolo. Se il secondo film esagerava dal lato ironia (una parte piccola, per quanto indispensabile, nei film cui I mercenari si ispira), dimenticando strada facendo la tensione dinamica di un racconto che pretende di essere costantemente adrenalinico, questo terzo cerca la controriforma, in un tripudio d'azione con poca (e brutta) computer grafica e molti stunt dal vero, corpi che si scontrano realmente (soprattutto quelli dei più giovani) e stuntmen che fanno il lavoro dei più anziani.
Tuttavia è sempre stupefacente come le più grandi star del cinema d'azione delle passate decadi fatichino a consegnare un prodotto a cui è chiesto unicamente d'esser d'intrattenimento, cioè la maniera in cui non riescano a ricreare di nuovo film con pochi fronzoli e un gran baccano appassionante e divertente. Non che I mercenari 3 non ci provi (sicuramente più del precedente) e in certi momenti sembra quasi instradato su binari migliori tanta è la furia delle sequenze d'azione che coinvolgono tutti i membri (ci si può anche commuovere di fronte alla tipica scena di salto con dietro un'esplosione a cui partecipano tutti gli attori che hanno reso iconica quella trovata visiva), ma quella forza espressiva e quel senso di romantica disperazione dei personaggi ma in fondo anche dei loro interpreti, che aveva fatto del primo film un'esplosione di successo, non si ricrea. Sarebbe facile trovare la motivazione di questa discrepanza tra l'incipit della serie e i suoi capitoli successivi nel fatto che originariamente fosse lo stesso Stallone a dirigere con mano non proprio ferma ma di certo eccitata e partecipe, tuttavia l'impressione è anche che l'esigenza economica di mettere insieme così tanti nomi richieda delle abilità di scrittura superiori a quelle messe in campo. Scrivere un film con una drammaturgia funzionante e un ritmo spinto avendo un cast in cui quasi ogni attore pretende un tempo d'esposizione e battute (o cazzotti) da star non è semplice, e I mercenari spesso soffocano in questa folla.
Alla fine è l'espressione più compiuta del "cinema quantitativo", messa in scena dell'ammasso di star (appassite o meno che siano), incrocio di diverse mitologie legate agli interpreti (quella dell'underdog di Stallone, quella del bastardo dal sorriso beffardo di Ford, quella del pazzo algido di Lundgren, quella dell'eroe coriaceo e individualista di Schwarzenegger e via dicendo) in cui i rivali di una volta, oggi amiconi per interesse, continuano a farsi una guerra fredda per mettere in mostra se stesso più degli altri, cercando di emergere attraverso l'esposizione di quello per cui si è noti. Frasi tipiche, espressioni caratteristiche, tratti che li hanno resi famosi sono ripetuti alla nausea. In questo modo non si crea mai quella nuova immagine di "gruppo di uomini forti", più potenti di un singolo, più determinati dei giovani, più duri e puri di chiunque altro, è solo un ammasso di individualità slegate, messe insieme a forza nelle medesime inquadrature.
Gabriele Niola
Libri
Un libro che si discosta,e di molto,dall'abituale produzione narrativa dello scrittore belga.la vicenda è autobiografica e parla di una relazione breve che effettivamente Simenon ebbe e che si concluse poi in malo modo tanto che l'amante di allora scrisse diversi libri contro Simenon dicendo alcune verità sull'uomo ma anche tante bugie per rancore nei suoi confronti.Leggendolo è come stare su un'onda,la psicologia dei personaggi vibra come corde di violino ed è a volte difficile identificarsi,però è impareggiabile la raffinatezza della scrittura e lo stile sicuro e impeccabile.Una delle storie d'amore meno banali e più moderne mai lette.
domenica 14 settembre 2014
Libri
Sesso e Occultismo
Questo è un testo risalente ai primi anni del secolo ed è illuminante riguardo soprattutto al passato,infatti la parte più interessante è proprio quella che riguarda la storia dei costumi sessuali in Europa e le sue coincidenze e distanze rispetto alla nascita e allo sviluppo dei fenomeni dell'occulto.Per scansare ogni equivoco diciamo che qui di sesso non ce n'è per nulla,anzi si parla soprattutto di amore,perchè nel passato e forse ancora oggi,si facevano spessissimo dei filtri d'amore,che rappresentano uno dei capitoli del testo.Si descrivono tutti i tipi di magia e la cosa che mi è piaciuta molto è stato il fatto che si indica chiaramente che ogni tipo di magia nera che si intende intraprendere porta delle conseguenze gravi sulla persona che la usa,indipendentemente dal suo grado di preparazione,un avviso molto saggio a chi troppo spesso si avvicina a certe pratiche con troppa disinvoltura.Il Medioevo è un periodo molto trattato ed è per questo motivo che il libro ha suscitato il mio interesse,dà informazioni dettagliate su un periodo storico che trovo molto affascinante,anche se molto brutale ed oscuro.Consigliato a chi ha interessi culturali generali su certi periodi storici,sconsigliatissimo a chi non piacciono le ricostruzioni storiche e non interessano questi argomenti.
Cinema
Tobey ha un'officina in cui ripara macchine e non se la passa bene economicamente. Per salvarsi dalla bancarotta accetta di riparare una macchina per conto di Dino, pilota ricco e viziato. Finito il lavoro è chiaro che Tobey è in grado di spingere quella macchina molto più in là di quel che è in grado di fare Dino, il quale per dimostrare il contrario lo sfida ad una corsa a tre nella quale un incidente scatenato da Dino stesso causerà la morte di un amico di Tobey che, ingiustamente incolpato, sconterà tre anni di carcere. Una volta uscito di galera l'unico obiettivo di Tobey è attraversare il paese in tempo per gareggiare in una corsa clandestina tra le più pericolose e battere Dino.
I riferimenti di Scott Waugh e dei fratelli Gatins (sceneggiatori) sono molto chiari: i grandi viaggi in auto all'interno dell'America, contrappuntati da una voce fuoricampo come Punto Zero o le odissee contro tutti di I guerrieri della notte, solo desaturate completamente di qualsiasi intento polemico verso l'autorità o riferimento alla realtà dei fatti. Need for speed è quindi cinema dello stunt puro, in cui la trama mette in moto gli eventi e nulla di più, accoppia i protagonisti e li separa da un cattivo da raggiungere, si occupa di fornire in ogni momento una motivazione per correre.
Serve a poco mettersi a questionare quanto questa trama sia scorrevole, plausibile, intelligente o originale, perchè il film intanto è già da un'altra parte, sulle macchine vere e nei suoni effettivi, intento a mettere in scena incidenti reali. In anni in cui le possibilità del cinema digitale si sono espanse fino a sconfinare anche nei territori in cui meno producono senso, si è persa l'idea una volta scontata per la quale il fatto che qualcosa accada realmente davanti alla macchina da presa ha un senso importante. I corpi o in questo caso le lamiere, la velocità effettiva e la percezione del rischio sono componenti determinanti del genere automobilistico (l'ha capito benissimo Tarantino che in A prova di morte ha legato la sua attrice/stunt al cofano di una macchina in corsa per buona parte del film).
Need for speed riprende dall'omonima, fortunata e longeva serie di videogiochi la scelta delle auto da mostrare, qualche inseguimento con la polizia e il profilo "alto". Non le macchine dure, coatte modificate da nerburuti uomini pelati e donne dai vestiti attillati come in Fast & Furious ma auto di lusso, supercar a bordo delle quali ci sono ragazzi e ragazze dai fisici rassicuranti. Se la saga eccessiva di Vin Diesel si è spostata nel caper movie, tutto rapine e piani criminali, Need for speed rimette al centro l'esperienza automobilistica, la scelta di mettere in primo piano la corsa con quanti più veicoli possibile (altra caratteristica che richiama l'originale videoludico) e far venire dopo tutto il resto.
Il risultato non è propriamente il massimo dell'intrattenimento, si è visto di molto meglio nel genere "film di automobili", tuttavia la sincerità e l'onestà intellettuale di tutta l'operazione sono innegabili.
Gabriele Niola
Libri
Un romanzo di quasi 700 pagine che si legge tutto d'un fiato,merito dell'indubbia qualità dello scrittore,ma anche dell'argomento che appassiona,soprattutto chi,come me,conosce benissimo i luoghi e gli avvenimenti reali che hanno ispirato il romanzo.I personaggi sono riconoscibilissimi se solo si conosce un po' la cronaca nera romana,poi diventata nazionale,per la dimensione criminale raggiunta dalla Banda della Magliana.Partita come gruppo di ragazzini sbandati dediti ai piccoli crimini e trasformatasi nel tempo nella più temibile e spietata accolita di criminali che Roma abbia mai avuto e una delle più feroci a livello nazionali.Infiltrata dai servizi segreti,faceva affari con Mafia e Camorra,protagonista dell'importazione e dello spaccio di droga su larga scala,del traffico di armi,della prostituzione,del gioco d'azzardo,del riciclo di denaro sporco,ogni attività illecita serviva ad ingrassare i conti dei membri della banda,ognuno dei quali è già un personaggio romanzesco in sè.ma soprattutto è la storia di un'amicizia,di un gruppo di amici che il tempo e soprattutto gli eventi della vita poi hanno finito per mettere l'uno contro l'altro in una spietata autoeliminazione che disintegrò la banda.Un'epopea nel vero senso della parola,sono in nero,con tanto sangue,tanta violenza,tanti cadaveri,tanti soldi,tanto sesso,in una Roma di borgate fatiscenti e ville lussuose,un po' pasoliniana e un po' moraviana,che ha vissuto ed attraversato anche quel periodo storico che dagli anni 70 arriva fino agli anni 90,tra terrorismo,stragi,scioperi,instabilità politica,cortei,un periodo che ho vissuto personalmente proprio in quella città e non erano certo rose e fiori.L'unica pecca del libro,a mio modo di vedere,è che lascia i personaggi in essere,senza concludere il loro percorso umano,cosa che invece fa la serie,forse perchè 700 pagine erano già tante e forse perchè l'autore pensava ad una seconda parte dle libro,non so,però risulta un po' monco.Comunque una sorta di prologo per chi vuole approfondire la storia reale della Banda con libri interessanti usciti in seguito al successo clamoroso di questo romanzo.
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