venerdì 9 novembre 2012
Accadimenti
E' sempre un'emozione indicibile per un padre il compleanno del proprio figlio,e io non sfuggo a questa regola.Vedere davanti a te un ometto grande e grosso,sia pure "scrocchiazeppi"come lo chiamo io visto che è pelle ed ossa,e ritornare alla memoria a quando è nato ed era cucciolo e stava dentro un marsupio e ci andavo in giro per la città con lui che dormiva beato,è davvero choccante ma dolce allo stesso tempo lo scorrere del tempo.La trasformazione fisica e mentale,l'essere da questa parte,dalla parte del papà,dopo essere stato per tanti anni al di là,in quella di figlio,il vedere in lui me e in me mio padre,tanti specchi che riflettono immagini diverse ma sempre di NOI.E un figlio è la massima espressione della proiezione della parte forse più profonda e vera ed intima di noi stessi.Li c'è la radice di questa abissale emozione e anche se per timidezza o pudore all'esterno sembriamo solo contenti,dentro c'è un tumulto di sensazioni difficili da contenere e che riempiono il cuore indelebilmente.AUGURI INFINITI DA PAPA',E DA TUTTI NOI.
Internazionale
OBAMA HA VINTO!
Tutti quelli,come me,che hanno seguito l'ascesa e la carriera politica di Obama dalla prima elezione ad oggi,sa che il Presidente ha rivoluzionato in qualche modo certi standard di vita del suo Paese.Ha introdotto una riforma sanitaria che,per la prima volta,ha portato le cure sanitarie a 40 milioni di persone prima escluse dal servizio nazionale,e che in molti casi morivano per le mancate cure non potendo permettersi l'assicurazione obbligatoria,in maggioranza bambini,donne,e persone di colore,i più deboli nella fascia sociale.E' riuscito a bloccare l'emorragia di posti di lavoro facendo investimenti nell'industria,ha portato quell'uguaglianza tra uomini che fino a poco tempo fa era ancora una chimera tra bianchi e persone di colore.ha portato quei valori di "vera"famiglia,tanto cari ai repubblicani,a parole,ma poco praticati nella realtà,che nel Paese con più divorzi e separazioni al mondo è un esempio di sapiente costruzione di un percorso d'amore tra due persone.Insomma incarna "un uomo"inteso nel senso che dava a questa frase,assolutamente elogiativa,Oriana Fallaci,vale a dire un essere capace di portare su di sè il peso di terribili responsabilità ma rimanendo fedele alla sua natura,al suo carattere,al suo essere uomo tra gli uomini,sia pure il più potente al mondo.E vista l'arroganza,la supponenza,la disonestà,morale ed intellettuale,della media dei politici nel mondo,è davvero una sorta di bagliore nell'oscurità.
Cinema
1959. Lanny Morris e Vince Collins sono i due entertainer più famosi degli Stati Uniti. Conduttori inarrivabili riescono a gestire una Maratona Telethon che ottiene esiti che vanno al di là delle più rosee speranze. Una donna trovata morta in una cassa a loro destinata separa le loro carriere. I due hanno un alibi ma no riusciranno più a lavorare insieme. Quindici anni dopo una giornalista rampante riesce a strappare un contratto favoloso con un editore a patto di riuscire a riaprire il caso. Avvierà così un'indagine che la porterà a scoprire diverse facce della verità...anche su se stessa. Atom Egoyan, dopo il parziale 'detour' di Ararat, torna ai suoi temi preferiti: l'ambiguità della vita, la ricerca della verità sin dall'inizio votata al fallimento, il tentare di rimuovere, sapendo già di non riuscirci, le apparenze di cui gli esseri umani si rivestono per non scoprirsi (nella sua visione) desolatamente 'nudi'. Cosa di meglio allora del mondo dello spettacolo con i suoi lustrini e con i suoi doppifondi dell'anima? Intrigante sin dal titolo ('lie' sta per 'mentire' e 'giacere' quindi il titolo può essere letto sia come "Dove si trova (giace) la verità" oppure "Dove la verità mente") con questo film il regista di Exotica e di Il dolce domani riaffronta le proprie (ormai quasi ossessive) domande sull'esistenza. Lo fa con uno stile che è ormai talmente personale da affascinare anche quando, come in questo caso, una parte della 'possibile' verità diviene prevedibile attorno a metà film.Strepitose le interpretazioni di Colin Firth in primis,e Kevin Bacon.
lunedì 5 novembre 2012
Pensieri
Il cambiamento è qualcosa di salvifico,qualcosa che ti spezza per farti ricomporre,che ti uccide per farti rinascere,che ti modifica da dentro e fa si che l'adesso sia diverso e più corposo rispetto al passato.Senza il cambiamento saremmo condannati ad un'infernale staticità,all'immobilità suicida,alla falsa tranquillità che assopisce i corpi e le anime e addormenta i pensieri.Il cambiamento invece ti scuote,ti costringe a muovere,a sudare,ad osare,a provare cose mai fatte prima,ti costringe all'azione e all'intraprendere una direzione,rimette tutte le certezze acquisite in discussione.E' squassante,dirompente,spiazzante,ma alla fine ti rendi conto della nuova consapevolezza acquisita,del passo in avanti compiuto,malgrado tutto e tutti.E sono i moti dell'animo quelli che portano all'evoluzione,o almeno portano ad intraprendere nuove direzioni,giuste o sbagliate che siano,ma sono nuove,ci fanno fare indubbiamente esperienza di vita,ci fanno accumulare conoscenze e ricordi,vedere posti nuovi e ricollocare le nostre cose,dare una nuova dimensione alla nostra interiorità.
Cinema
Tom è un oftalmologo di successo profondamente intriso nell'americanismo della middle class,tra studio,pazienti,partite a golf con gli amici,una bella casa,una famiglia solida.Questo equilibrio perfetto costruito in tanti anni viene sgretolato dalla notizia della morte del figlio Daniel,che aveva appena intrapreso il famoso "cammino per Santiago",viaggio spiritual-religioso che i pellegrini di ogni fede e censo fanno almeno una volta nella vita come atto di devozione e anche per ritrovare un po' sè stessi.Tom decide allora di andare a prendere le spoglie del figlio e riportarle a casa ma giunto sul luogo dove avevano riportato la salma del figlio,parlando con il capo dei poliziotti del luogo,si rende conto dell'importanza che aveva per suo figlio quell'esperienza e decide,dopo la crematura,di fare quel cammino per lui.Spezzato dal dolore che solo un genitore può provare alla perdita del proprio figlio parte deciso per ritrovare soprattutto quel dialogo con Daniel che in vita era stato sempre altalenante e burrascoso,come avviene sempre tra genitori e figli di ogni epoca e luogo.Strada facendo si imbatte in tre curiosi "compagni di viaggio"ognuno dei quali,a suo modo,ha intrapreso quel cammino per una ragione specifica.C'è l'olandese simpaticone e chiacchierone che lo fa per ritrovare la stima in sè stesso cercando di perdere peso camminando,c'è la canadese nevrotica e aggressiva che cela le sue fragilità emotive e il suo dolore di madre che ha abortito,c'è lo scrittore irlandese che ha perso l'ispirazione e che trova,parlando con Tom,la storia che inseguiva da tempo,come persona prima che come scrittore.Il cammino è soprattutto un viaggio interiore,un dialogo con sè stessi,e in questo l'abilità del regista è fenomenale,niente sbavature,nè cartoline turistiche,nè omaggi pseudo-religiosi,solo gli uomini con i loro fardelli personali da portare e la redenzione da cercare.Martin Sheen che interpreta Tom è straordinario come sempre,riesce a esternare un dolore insopportabile e la rabbia della perdita convincendo fino alle lacrime il pubblico.Sa essere solitario e scontroso,e solidale e affiatato con gli altri,sa comprendere il padre dello zingaretto che gli aveva rubato lo zaino e capire il dolore profondo della canadese.Sparge lungo il cammino le ceneri del figlio facendo con lui,insieme a lui,tutto il tragitto,e anche oltre,arrivando fino all'Oceano,con un arrivo metaforico sull'acqua che tutto lava e tutto rende limpido e gettando li le ultime ceneri del figlio che in quel modo,spiritualmente,poteva attraversare quell'immenso muro d'acqua e ritornare a casa.Un film che emoziona e sa farlo con delicatezza ed intelligenza.
Cinema
Questo film è il tentativo, fallito, di recuperare la saga di Alien. La prima parte riesce in qualche modo a creare una certa aspettativa che però viene grandemente delusa. Molte scene sono totalmente fini a se stesse e trovano una minima giustificazione solo nella necessità di propinare due ore di effetti speciali, almeno quelli ben fatti.
Lo spettatore che ha già visto Alien e spera di ritrovare almeno parte delle emozioni offerte da quel capolavoro rimarrà pesantemente deluso. Nessuno dei personaggi è ben caratterizzato e persino la protagonista è poco più che abbozzata, tanto che si stenta a capire se essa sia veramente la protagonista. I personaggi minori sono solo ridicole caricature di quelli del primo Alien. Charlize Theron interpreta con una buona espressività il proprio ruolo, peccato che il suo personaggio, come gli altri, sia solo abbozzato.
Evidentemente Prometheus è impostato come una sorta di prima puntata di un serie di cui si sa come comincia ma non si saprà mai come finisce (tipo Lost). La speranza è che l'esperimento finisca quì e non vengano prodotti altri capitoli che, comunque, non andrei a vedere.
I pur ottimi effetti visivi di Prometheus non bastano a coinvolgere lo spettatore, tanto che è quasi più emozionante il trailer del film, la cui lunghezza tende ad annoiare. Si tratta dell'ennesima prova che gli effetti speciali e il 3D non possono rimpiazzare una buona trama e una buona sceneggiatura.
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